Sentenza entro l'estate. Per la Procura Generale il femminicida può evitare l'ergastolo
MESSINA – Si avvicina la sentenza per Antonio De Pace, imputato dell’omicidio della compagna Lorena Quaranta. Dopo la sentenza della Cassazione sul caso dei giurati over 65 che ha “sanato” la condanna emessa in primo grado per l’infermiere calabrese, stamani il processo è ripartito ed è toccato all’Accusa. L’intervento del Procuratore generale non è andato per le lunghe e si è concluso con la richiesta della concessione delle attenuanti generiche, lasciando alla corte d’Assise d’appello la valutazione sul “quantum” specifico della condanna.
Il 14 luglio dello scorso anno i giudici hanno condannato De Pace all’ergastolo. Se la richiesta della Procura venisse accolta, l’infermiere scamperebbe il carcere a vita. Una prospettiva che non piace alla famiglia di Lorena. “Le motivazioni della sentenza di primo grado sono ineccepibili – dice il legale, l’avvocato Giuseppe Barba – per noi non c’è spazio per non confermare l’ergastolo”.
Si torna in aula il prossimo 27 giugno e 18 luglio per le conclusioni delle parti civili e per sentire il difensore di De Pace, l’avvocato Salvatore Silvestro.
Lorena, originaria di Favara, si stava specializzando in Medicina al Policlinico di Messina. E’ stata strangolata nell’abitazione della coppia a Furci Siculo, alla fine di marzo 2020. A chiedere aiuto è stato lo stesso De Pace, che dopo aver balbettato qualcosa nelle prime ore dopo il delitto, si è chiuso in un silenzio rigorosissimo è “lì” è fermo, ancora oggi.
Nelle motivazioni della sentenza di primo grado i giudici ricostruiscono le ultime drammatiche ore della vita della ragazza.
Cose da pazzi !