Il Gup De Marco ha condannato a 12 anni di reclusione Giuseppe Minardi che doveva rispondere di un triplice ferimento commesso nel 2002 a Fondo Fucile e di un tentato omicidio commesso sul viale Giostra nello stesso anno. Era stato lo stesso Minardi ad autoaccusarsi durante un interrogatorio rilasciato al sostituto procuratore della DDA Vito Di Giorgio
Il Gup Giovanni De Marco ha condannato a dodici anni di reclusione, con il rito abbreviato, Giuseppe Minardi che doveva rispondere di tentato omicidio.
Minardi, si era autoaccusato dell’agguato a Tommaso Marchese, oggi collaboratore di giustizia e del triplice ferimento di Nunzio Panarello, Natale Selvaggio e Giuseppe Mannino. Il PM Fabio D’Anna aveva chiesto per Minardi proprio la condanna a 12 anni.
Nel novembre del 2002 sul viale Giostra Minardi con il suo ciclomotore affiancò l’auto di Marchese ed esplose alcuni colpi di pistola ferendo la vittima designata. Secondo l’accusa l’agguato fu deciso per compiere un favore al figlio di Tommaso Marchese, Stefano che aveva motivi di risentimento verso il padre.
Il triplice ferimento fu invece commesso la sera del 31 gennaio 2002 davanti ad un bar di Fondo Fucile. Obiettivo di Minardi era Panarello ma nella sparatoria furono feriti anche i due giovani che erano con lui. All’origine del fatto di sangue contrasti legati al mondo della droga.
Era stato lo stesso Minardi ad autoaccusarsi durante un interrogatorio rilasciato al sostituto procuratore della DDA Vito Di Giorgio