Focus sull’Università: “storture” della legge Gemini e sguardo rivolto all’Ateneo peloritano

Focus sull’Università: “storture” della legge Gemini e sguardo rivolto all’Ateneo peloritano

Focus sull’Università: “storture” della legge Gemini e sguardo rivolto all’Ateneo peloritano

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venerdì 29 Giugno 2012 - 11:06

Al dibattito organizzato dalla Cgil sono intervenuti Alessandro Arienzo del Coordinatore FORUM Docenza FLC CGIL; Graziamaria Pistorino Segretaria Generale FLC CGIL Messina; ed Antonio Saitta, professore di Diritto Costituzionale dell’Università di Messina

“Università e Mezzogiorno: la governance e l'offerta formativa degli atenei dopo la Gelmini". La Festa per il Lavoro della CGIL di Messina, che in questi giorni si sta svolgendo nella cittadella fieristica , ha voluto dedicare uno spazio speciale al sistema universitario, interessato da cambiamento radicale dopo l’approvazione della legge 240/2010. Al dibattito sono intervenuti Alessandro Arienzo del Coordinatore FORUM Docenza FLC CGIL; Graziamaria Pistorino Segretaria Generale FLC CGIL Messina; ed Antonio Saitta, professore di Diritto Costituzionale dell’Università di Messina.

Alessandro Arienzo ha subito messo in luce le pesanti eredità lasciate al Paese dall'ex Ministro Gelmini, sottolineando l’esigenza che ha il sistema universitario di voltare pagina al più presto. In questa ottica devono essere cancellati i tagli al Fondo per il Finanziamento Ordinario delle Università e deve essere data certezza delle risorse disponibili ad inizio d'anno e per un periodo minimo di tre anni. Gli Statuti universitari, recentemente approvati – secondo il coordinatore docenza della Cgil – hanno subito l'assetto di Governance imposto dalla Legge 240/2010 che ha prodotto il restringimento degli spazi di agibilità democratica, aumentando il potere dei cosiddetti “baroni” attraverso un sistema di cooptazione in organismi ristretti e sempre più sotto il controllo dei Rettori.

Il prof. Saitta , ha evidenziato una serie di “storture” del sistema Gelmini e ha tenuto a sottolineare come la nuova articolazione di governance e finanziamenti produrrà nel paese la divisione degli atenei in tre fasce: poche università di serie A che si avvicineranno ai livelli delle grandi università internazionali, un discreto numero di università di serie B che si avvicineranno agli attuali livelli degli atenei del nord e un gran numero di università di serie C collocate soprattutto al Sud. «Inoltre, particolarmente serio – ha dichiarato Saitta – è il problema della democrazia interna degli atenei e in misura significativamente maggiore nel nostro, in cui le voci dissonanti vengono bollate come uno sparuto gruppo di facinorosi (definizione affibbiata da Tomasello ndr).Non sfugge a nessuno, infine, che l’istituzione delle fondazioni sottrarrà le poche risorse che sono disponibili per la ricerca e le pubblicazioni scientifiche. Di fatto le fondazioni, prive di qualunque organismo democratico interno, eserciteranno il reale controllo sui fondi per la ricerca e per il reclutamento».

Graziamaria Pistorino , si è soffermata nel suo intervento sul nodo proroga, sottolineando «la inopportunità della decisione del Senato Accademico che, su proposta del Rettore, ha adottato alcune modifiche allo Statuto d’Ateneo, inserendo tra l’altro una norma di autoproroga degli organi accademici. Sebbene numerosi docenti avessero proposto ricorso in opposizione all’autoproroga, tuttavia, alla fine, il Senato ha comunque potuto adottare la norma, permettendo al Rettore e alla maggior parte dei Presidi in carica, in naturale scadenza al 31 ottobre 2011, di autoprorogarsi analogamente ai direttori di dipartimento.Ci troviamo di fronte ad una vera e propria forzatura della durata dei mandati e al tentativo di rinviare oltre il termine del buon senso la possibilità per il corpo elettorale di esprimersi». La rappresentante sindacale ha ricordato che «lo stesso rettore è stato coinvolto in una serie di inchieste giudiziarie, che hanno portato alla sospensione per ben due volte» secondo la FLC CGIL« la carica di Rettore dovrebbe essere rivestita con alto senso delle istituzioni per restituire prestigio ad un Ateneo che non può vedere confuso il suo destino con quello del Prof. Tomasello».

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