Per la prima volta dopo tanti anni a Messina torna la Festa dell'unità e lo si deve all'appello dei Giovani Dem che hanno riunito simpatizzanti e militanti, ex e nuovi, per parlare di politica, parlare di sinistra e organizzare la manifestazione. In un'assemblea nella quale non ci sono stati scontri,rivendicazioni,si è parlato solo di presente e futuro, giovani e meno giovani hanno buttato giù le idee per ricostruire.
La nota triste è che l’incontro si sia tenuto in una libreria, perchè il Pd non ha una sede, un luogo fisico dove trasformare le idee in parole. La nota lieta è che siano stati i giovani Dem a dare la sveglia a chi vivacchia in attesa che il tempo cambi, la nota lieta è che siano stati i giovani a ricominciare a parlare di politica, e persino, colpo di scena, a voler organizzare una Festa dell’Unità a Messina. Dalle nostre parti le parole “Festa dell’unità” rappresentano quasi un ossimoro visto che il Pd non fa qualcosa di sinistra da anni e la parola “unità” è un reperto archeologico. Ma è da qui che il Pd deve cominciare, da questi 26 ragazzi che non hanno avuto timori né perplessità nel dire: “oggi con questo appello smettiamo di essere futuro per diventare presente di questo partito”.
E i protagonisti di questa idea talmente semplice da apparire “rivoluzionaria”, organizzare la Festa dell’unità per costruire un partito senza aspettare né diktat né rivelazioni, sono stati loro, i giovani Dem, Guglielmo Sidoti, Daniele Chiara, Alba Marino, Massimo Parisi, e tanti altri con l’entusiasmo di chi quelle feste non le ha viste perché troppo giovane, ma vorrebbe viverle. Sono stati i protagonisti dell’incontro alla Feltrinelli, perché appunto il Pd oggi non ha né sede né bussola, ed hanno stabilito tempi e modalità. Niente passerelle e inteventi-fiume, tempi contingentati in 3 minuti, ed una lavagna nella quale elencare idee, progetti, contributi. E il fatto che ci siano stati ben 40 interventi in poco più di un’ora e nessuno abbia superato la soglia dei minuti concessi è la prova che la voglia di parlare di politica c’è, ed è pronta ad esplodere. Se la Festa dell’unità si farà e anche a Messina si tornerà a parlare di politica di sinistra, anche litigando, si dovrà dire solo “grazie” ad un gruppo di giovanissimi.
“Unità è una parola che profuma di storia- hanno scritto nell’appello i Giovani Dem– Non può esistere nessuna rivoluzione che non si fondi su una forte idea di unità. Nei momenti di crisi la risposta non può essere il silenzio”.
Visto che non lo faceva nessuno, tutti stavano alla finestra a vedere morire il partito tra una lite e un’altra, si sono rimboccati le maniche, proprio loro che una Festa dell’unità non l’hanno mai vista (anche perché da quando è nato il Pd, nel 2006, a Messina non è mai stata organizzata), proprio loro, lasciati fuori dalle stanze dei bottoni e dalle stanze delle discussioni, proprio loro che sono una categoria astratta nei discorsi dei “grandi” quando si parla di “futuro dei nostri figli e bla bla bla”.
Ma è stato bello vedere in libreria un Pd che prova a ricomporsi affiancando l’esperienza all’entusiasmo, il vecchio al nuovo, senza spintoni e senza rottamazioni. Quaranta persone che parlano di Pd sono tante in una città dove il dibattito si è auto zittito da tempo e gli interventi son stati scanditi con il sistema dell’eliminacode, chi voleva parlare doveva prendere un bigliettino e presentare una proposta. Tra i 40 si sono alternati giovani e meno giovani, tesserati e simpatizzanti, eletti e neo iscritti. Ognuno ha dato un piccolo contributo ad un dibattito concreto, la Festa dell’unità di Messina come prima pietra per costruire. I mattoni li hanno messi tutti, con l’ultimo segretario cittadino, Giuseppe Grioli che ha ricordato l’urgenza di affrontare con Crocetta e Raciti le tematiche che riguardano il futuro della città e del partito, chi, come Massimo Parisi ha sottolineato “Noi una festa dell’unità non l’abbiamo mai vista ma credeteci, i giovani non sono tutti lontani da questo mondo, abbiamo voglia di partecipare, di esserci”. O ancora Giuppi Siracusano “Dobbiamo interrogarci, che idea di città ha questo Pd? E’ questo che dobbiamo fare, dircelo e dirlo alla città”, chi, come Alessandro Russo, che emozionato ha parlato solo col cuore di quel che c’è da fare adesso, subito, chi dalla provincia ha sottolineato una distanza abissale con un centro decisionale che non esiste più, chi ha ribadito tra i temi che Alba Marino aggiornava sulla lavagna “lavoro, lavoro, lavoro, fateci restare non fateci andar via”. Tra i 40 molti “ex”, molti simpatizzanti-delusi, come Carlo Cucinotta, molti pronti a rientrare se qualcosa cambia. E se Fragale ha esortato, “Dobbiamo contribuire indipendentemente dall’età”, Ciccio Barbalace ha avvertito “ricordiamoci di parlare dell’infrastrutturazione della Sicilia”, Franco Providenti ha dato entusiasmo “qui, in questo momento sta nascendo il Pd di Messina”, mentre Enzo Ciccolo ha proposto che siano gli eletti a contribuireeconomicamente, alla Festa dell’unità e sia un Comitato a gestire le fasi organizzative. Quanto alle risorse si è pensato ad una lotteria, mentre sulla location si sta pensando al Giardino Corallo, a Villa Dante, infine per la data prima della metà di ottobre. E se Giovanni Frazzica esulta “la partecipazione di oggi è fame di politica”, Daniele Zuccarello rileva “La Feltrinelli è un luogo bellissimo ma se siamo qui è perché non abbiamo una sede dove io, eletto, posso incontrarmi con voi e discutere, ascoltarvi. Questa libreria è un simbolo, da oggi possiamo scrivere un nuovo capitolo, con i giovani che rappresentano il presente e i meno giovani che possono dare l’esperienza” e Francesco Palano Quero “Non dobbiamo cercare l’unità, ma la sintesi e il confronto, così si cresce”. Nessuno scontro, nessun cenno alle ferite che hanno dilaniato e dilaniano il partito, pochissimi riferimenti alla sconfitta dello scorso anno, molti di più ad un’amministrazione, come ricordato da Santino Morabito “che in un anno non ha fatto un solo atto concreto per lavoro, sviluppo, sostegno alle imprese”.
Presenti alcuni dei consiglieri comunali del Pd, la presidente del consiglio Emilia Barrile, il capogruppo Paolo David.
Per la prima volta in un anno non ci sono stati scontri, recriminazioni, resa dei conti e nessuno ha contato tessere o “voti”. Non si è parlato di passato ma di presente, non si è parlato di inchieste, sconfitte ma di politica. Chi si aspettava attacchi è rimasto deluso. Si è parlato della prima Festa dell’unità del Pd.
Il quarantesimo intervento è stato di Peppino Mangiapane, che la sinistra l’ha costruita sul serio a Messina, e le sue parole “Grazie ragazzi perché ascoltandovi sto pensando di aderire a questo Pd” hanno commosso. Ed il cerchio, iniziato alle 18 in punto, con il giovanissimo Guglielmo Sidoti, si è chiuso con chi le Feste dell’unità le organizzava negli anni ’80, Peppino Mangiapane.
“Occorre reagire alla rassegnazione che condanna all’impotenza- è l’appello dei 26 giovani Dem- Per tracciare nuove rotte bisogna uscire dalla palude e navigare in mare aperto”.
Vedremo chi li ascolta.
Rosaria Brancato

Se riescono a sconfiggere il sistema di potere all’interno del PD nato dall’accordo Genovese-Panarello possono cambiare le cose!
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