L'ex assessore regionale Li Calzi ha chiesto al direttore generale se sussistano gli elementi per un'ispezione al Teatro Vittorio Emanuele. Intanto a Messina a tenere banco è la questione bilanci.
L’ATTIVITA’ ISPETTIVA
Uno degli ultimi atti dell’assessore regionale Cleo Li Calzi prima di lasciare la giunta a causa dell’ennesimo rimpasto, è stata una nota inviata al dirigente generale del Dipartimento spettacolo, in merito alle vicende legate al Teatro Vittorio Emanuele per verificare se vi siano gli estremi per un’attività ispettiva.
La nota è datata 21 ottobre ed è stata trasmessa al dirigente, al presidente del Teatro, e per conoscenza al sindaco Accorinti, ai revisori dei conti del Vittorio Emanuele ed al consigliere d’amministrazione dell’Ente Totò D’Urso che a settembre ha inviato alla Li Calzi una relazione sulle criticità gestionali del Teatro ravvisando gli estremi per un’ispezione da parte della Regione. Alla dettagliata relazione (leggi qui) di D’Urso ha fatto seguito una nota del presidente Puglisi all’assessore il 25 settembre. Dopo aver esaminato le carte l’ex assessore Li Calzi ha risposto chiedendo al suo direttore generale di valutare se esistano “gli estremi per attivare la vigilanza in ordine alle problematiche evidenziate. Risulta inoltre evidente che ogni attività da cui possano eventualmente derivare violazioni di norme o che rappresentino fonti di danno erariale debbano essere portate all’attenzione degli organismi competenti”.
I BILANCI
La vicenda è quindi finita all’attenzione degli uffici regionali, insieme alle relazioni dei revisori dei conti, l’ultima delle quali, la scorsa estate, ha evidenziato una serie di criticità ed uno squilibrio tra entrate ed uscite e tra previsioni e incassi. Uno stop che ha allarmato il Cda in vista dei bilanci e della programmazione futura. Sono stati proprio i bilanci (consuntivo 2014 e assestamento 2015) non ancora arrivati all’esame del Cda a causare nuove fibrillazioni. Alla seduta del Cda del 9 novembre infatti non hanno partecipato i consiglieri Giovanni Moschella e Giuseppe Giacoppo motivando l’assenza proprio in virtù del fatto che all’ordine del giorno non risultava l’esame dei documenti contabili (annunciato dal 20 ottobre) e che deve essere ultimato entro il 30 novembre.
La mancata approvazione degli strumenti contabili comporterebbe la paralisi dell’Ente. I due consiglieri hanno rilevato come a novembre non siano arrivati gli atti relativi al Consuntivo 2014 e assestamento del preventivo 2015, documenti che tra l’altro devono passare dal vaglio dei revisori dei conti. Nella relazione estiva dei revisori inoltre si invitava l’Ente ad attenersi alle sole attività obbligatorie e a non fare “il passo più lungo della gamba”, pertanto sarà probabile anche una rivisitazione della stagione 2016, ed un previsionale 2016 che tenga conto sia delle reali capacità finanziarie del Teatro che degli scarsi risultati ottenuti sul fronte degli incassi. Il sovrintendente Saija, a proposito dei bilanci ha risposto ricordando che la redazione degli atti spetta agli uffici preposti ed ai consulenti.
L’’ultimo affondo arriva da Palazzo Zanca, dalla seduta di commissione, conclusasi con la richiesta da parte dei consiglieri “del certificato di agibilità del Vittorio Emanuele” dopo i lavori conclusi il 6 ottobre. Da allora continuano a registrarsi le proteste di abbonati e spettatori per i disagi legati alla questione delle “poltrone” sostituite temporaneamente con le sedie ed al conseguente caos che si verifica per la mancanza di intere file.
Il nodo cruciale restano però i Bilanci. La relazione di luglio dei revisori, che di fatto lanciava l’allarme sui numeri registrati in 7 mesi su 12, è all’attenzione dell’assessorato regionale ma mette anche i paletti per la programmazione futura. Come si ricorderà infatti (leggi qui) i conti hanno evidenziato un incasso pari ad un terzo rispetto alle previsioni, situazione resa ancor più problematica quando a fine estate sono arrivati i numeri relativi alla stagione estiva (anche in questo caso dimezzati rispetto alle previsioni).
Nei mesi scorsi infatti i revisori Pietro Ferrante, Leonardo Coniglio e Lucia Mangione scrivevano: “L’Ente produce un rendiconto finanziario gestionale al 20 luglio dal quale si evince che sono state accertate somme inerenti i proventi di vendita al botteghino ed abbonamento per 486 mila euro 938,77, pari al 19,88% rispetto alle previsioni, di cui somme già riscosse per 108 mila euro e rimaste da riscuotere per 378.675, 32”. I proventi quindi sono stati poco meno del 20% rispetto alle previsioni ma dei 500 mila euro frutto dello sbigliettamento ne sono stati incassati soltanto 108 mila euro. Lo stesso Saija del resto ammetteva che, in base ad un monitoraggio dei conti, si sarebbero registrati 816 mila euro d’incassi a fronte di una previsione di 2 milioni e mezzo di entrate.
“A tal proposito il collegio ritiene che detti incassi siano MOLTO al di sotto delle somme attese considerato che si riferiscono ai 7/12 dell’anno finanziario”. Da qui la richiesta dei revisori a “volere procedere con molta accuratezza alla quantificazione ed alla effettiva riscossione delle somme atteso che eventuali significativi scostamenti potrebbero alterare gli equilibri di bilancio”.
Ed è proprio questo il punto che preoccupa i consiglieri del Cda chiamati ad approvare il Consuntivo 2014 e l’assestamento 2015 senza averne al momento contezza. I revisori peraltro concludevano la nota estiva con un invito:”a relazionare con rigorosa cadenza mensile sia l’organo tutorio che il collegio dei revisori. Si prescrive tassativamente ad ancorare gli impegni di spesa alle entrate effettivamente certe nella loro realizzazione, atteso che, non appare facilmente raggiungibile il livello di entrate previste”.
E se ad agosto mancavano all’appello delle entrate rispetto alle previsioni 1 milione e 700 mila euro la situazione non è migliorata con gli incassi dell’Arena di Furnari.
A settembre, fatti i conti, in base ad un Piano economico-finanziario che prevedeva 746 mila euro di costi e 699.500 euro di entrate, l’incasso complessivo è stato di oltre 324.467 euro lordi pari alla metà delle previsioni.
Rosaria Brancato