Secondo un’indagine condotta da “Noi Crociere” il settore non sembra aver risentito del disastro del Giglio. La nostra città rischierebbe di perdere un punto forte della sua fragile economia
Proseguono le indagini delle autorità sulla tragedia che ha colpito la Costa Concordia, naufragata a largo dell’Isola del Giglio la notte di venerdì 13, ma a distanza di pochissimi giorni, i viaggiatori rinnovano la fiducia nei confronti dei viaggi in crociera. Secondo un’indagine di Noi Crociere, tour operator specializzato nell’organizzazione di viaggi in nave, non si sono registrate disdette significative né cali di prenotazioni, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Al momento il settore crocieristico sembra non aver subito direttamente contraccolpi in seguito al naufragio della Costa Concordia. Dall’indagine condotta emerge che anche quanti avevano prenotato la propria vacanza con Costa Crociere non hanno disdetto. Per quanto riguarda invece coloro che avrebbero dovuto imbarcarsi sulla Concordia, la compagnia ha garantito il rimborso del viaggio oppure la possibilità di modificare il proprio itinerario.
Il mancato crollo delle prenotazioni conferma la fiducia inalterata nei confronti della compagnie di navigazione, anche italiane. Una notizia positiva per Messina, che nel 2011 ha confermato il suo ruolo da leader come porto preferito dalla compagnie per l’attracco in Sicilia. Per capirlo basta ricordare qualche dato: dal 2006 al 2010 il numero di passeggeri in transito nella città dello Stretto (1.511.515) è aumentato dal 66,4% rispetto al quinquenni precedente (908.188) e del 221,5% rispetto ai primi cinque anni di vita dell’Autorità Portuale messinese (1996-2000, 470.112). Nel 2011 sono attraccate 229 navi, +5,5% rispetto al 2010. Leggermente in calo ma sempre positivi i dati relativi alle previsioni per il 2012: 187 navi (-18,3%). Tra le compagnie, quella che maggiormente frequenta il porto di Messina è la Msc. Seguono la Royal Caribbean, la Carnival, la Celebrity Cruises, la Holland American line e la Costa (10%). Un settore che sfruttato in maniera più adeguata potrebbe continuare a rappresentare un punto forte per la nostra debole economia.
Punto forte? E da quale punto… di vista? Le navi arrivano, i turisti scendono, anche se la gran parte imbarca sui pullman diretti a Taormina. Quei quattro gatti che restano a Messina sostano solo a piazza Duomo. Ma scendono in una città in cui l’accoglienza non esiste. Al porto non ci sono indicazioni dei siti monumentali più importanti eccetto appunto il Duomo che è lì a quattro passi. La storia della città ed il suo evento più importante ovvero il terremoto sono ignorati. Dei monumenti appena visibili resta il Sacrario di Cristo Re dove nessuno spiega perchè e come e sorto. Nessuno visita la cappella di S. Eustochia, nessuna va a vedere la basilica di S. Antonio, i ristoranti restano vuoti, i commercianti hanno i negozi desolati, le strade sono sporche, non c’è un vigile che dà indicazioni. Ganzirri è lontana e se non fosse per un trenino urbano che funziona solo nella bella stagione, i turisti non saprebbero dove andare. Messina, città di Maria e di turismo religioso non sa promuoversi. Ma di cosa vogliamo parlare? Le navi si fermano solo perchè il Comune paga un euro per ogni turista che scende, anche se dopo un’ora se ne risale a bordo. Il traffico impazzito e le soste selvagge che impediscono l’uso di marciapiedi non consentono una passeggiata a piedi. Cosa deve incoraggiare il turista a lasciare, sia pure per poco gli agi lussuosi della nave? Il turismo è una cosa seria non da straccioni disorganizzati, sbandati e sporchi.
e quindi secondo il commentatore precedente cosa si dovrebbe fare?
forse non permettere piu’ l’attracco alle navi da crociera che comunque, ai portuali ed altri, del lavoro lo danno?
vorrei capire.