Processo sui bilanci di Palazzo Zanca: parlano i consulenti del Tribunale

Processo sui bilanci di Palazzo Zanca: parlano i consulenti del Tribunale

Alessandra Serio

Processo sui bilanci di Palazzo Zanca: parlano i consulenti del Tribunale

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giovedì 14 Giugno 2018 - 08:20

I periti nominati dal collegio di valutare i bilanci 2009-2011 di Palazzo Zanca sono al centro dello scontro tra accusa e difesa. Intanto ,sul tavolo della Procura è arrivato il dossier sulla finanza gestita dall'Amministrazione Accorinti.

Comincia la “battaglia” vera tra Accusa e difese al proceso sui bilanci del Comune di Messina approvati tra il 2009 e il 2011 che vede alla sbarra 34 imputati tra ex dirigenti, revisori dei conti ed amministratori. In aula infatti sfilano i consulenti nominati dal Tribunale per valutare la perizia svolta a suo tempo dal super consulente ministeriale Vito Tatò, nel frattempo deceduto. I consulenti Paolo Lupi, Raffaella Carbone, Lionello Savasta Fiore, Antonella Mamberti e Renato Remmert hanno esaminato il dossier Tatò, si sono espressi su quelle valutazioni e, acquisendo a loro volta autonomamente documenti e effettuando autonome valutazioni, sono arrivati ad una loro conclusione, condensata in una relazione già depositata al Tribunale e che ieri hanno cominciato ad illustrare in aula.

E lo hanno fatto rispondendo alle domande di alcuni dei difensori, che ovviamente hanno sottolineato quegli aspetti che più rispondevano alla linea difensiva. Così, in questa loro prima deposizione sotto la lente è finito in particolare l’aspetto relativo all’iscrizione dei debiti fuori bilancio, dai crediti delle partecipate alla dismissione del patrimonio immobiliare.

E se proprio su questo punto Vito Tatò era stato più “aderente” alle valutazioni della magistratura contabile, chiamando in causa il principio di responsabilità e della conoscenza dell’esigibilità effettiva dei crediti, i consulenti del Tribunale, rispondendo alle domande dei difensori, hanno messo in luce il fatto che il piano di dismissione ha valenza triennale. Fuor di termini tecnici, poiché la dismissione valutata sul triennio, se non si realizzano vendite il primo anno non vuol dire che le somme sono state inserite per truccare il bilancio.

Ai 34 imputati è contestata l’accusa di falso. Inizialmente la Procura aveva imputato loro anche l’abuso d’ufficio ma il Giudice per l’udienza preliminare ha archiviato questa accusa. Adesso il dibattimento dovrà vagliare le condotte rispetto a questo unico profilo. E la valutazione della Procura sul punto è del tutto diversa. Toccherà ora al sostituto procuratore Antonio Carchietti, alla prossima udienza, “interrogare” i consulenti.

Intanto il magistrato sta valutando un altro dossier di consulenti sui bilanci del comune, quelli relativi all’amministrazione Accorinti. La consulenza è stata depositata diverse settimane addietro ed è ora sul tavolo della Procura. Al momento nulla trapela, se non il fatto che rispetto all’amministrazione uscente, il quadro davanti al quale si sono trovati gli esperti incaricati dalla procura sembra molto diverso.

Sul banco degli imputati al processo in corso ci sono Francesco Aiello, il segretario comunale Santi Alligo, Antonio Amato, Roberto Aricò, Attilio Camaioni, il ragioniere generale Ferdinando Coglitore, Giovanni Di Leo, Domenico Donato, Carmelo Famà, Carmelo Giardina, Diane Litrico, Domenico Manna, Giuseppe Mauro, Giuseppe Puglisi, Vincenzo Schiera, Dario Zaccone, Domenico Maesano, Giancarlo Panzera, Filippo Ribaudo. Tra gli imputati anche l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, che oggi sedeva in ultima fila, e i componenti della sua allora Giunta Pinella Aliberti, Elvira Amata, Melino Capone, Dario Caroniti, Giuseppe Corvaja, Pippo Isgrò, Salvatore Magazzù, Orazio Miloro, Franco Mondello, Giorgio Muscolino, Giuseppe Rao, Carmelo Santalco, Gianfranco Scoglio, Roberto Sparso.

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