Le acque vengono indirizzate sul torrente Giampilieri, senza "invadere" il paese colpito dalla tragica alluvione del 1 ottobre 2009
Sono trascorsi sette anni e dieci mesi da quel maledetto 1 ottobre del 2009. Sette anni e dieci mesi di lavori che hanno reso Giampilieri sicura e al riparo da nuove possibili alluvioni. Se dovessero riverificarsi, infatti, le acque finirebbero nel canale di gronda a monte del paese, che è collegato col canale fugatore, per poi terminare nel torrente Giampilieri, che ha una portata allargata per raccogliere tutto. Era l’ultimo lavoro, il più importante, iniziato in ritardo per le difficoltà legate agli espropri ma finalmente concluso pochi giorni fa.
Il canale di gronda è imponente, largo 11 metri e alto 9, per impedire colate di fango a valle. Eventuali detriti residui potranno comunque fare il proprio corso senza creare danni perché, sul percorso verso il mare, ora non ci sono più abitazioni. Alcune sono state abbattute dall’alluvione, altre dalla mano dell’uomo per lasciar spazio al canale e chi ha perso la propria casa è stato risarcito.
L’alluvione ha colpito tante altre zone limitrofe ma Giampilieri ne è il centro. Qui sono stati aperti e conclusi venti cantieri, per una spesa di 57 milioni, sotto la gestione della struttura commissariale regionale per l’emergenza e del Genio Civile di Messina.
Chiuso il capitolo della ricostruzione, si apre quello della manutenzione e della riqualificazione. Arredi, nuove pavimentazioni, opere d’arte. E il timone passerà ai ragazzi di Giampilieri, che dovranno disegnare il futuro del territorio e provare a creare qualcosa per arginare l’emigrazione di massa a causa della mancanza di lavoro.