La situazione degli abitanti di Scala Ritiro non è ancora risolta. Ora la V circoscrizione si rivolge al prefetto, Francesco Alecci, per chiedere che “nella autorevole veste di rappresentante del Governo, possa attivare le procedure che riterrà più opportune ed idonee al chiarimento ed alla definizione delle problematiche descritte in vista della chiusura del cantiere infrastrutturale”
Lo svincolo di Giostra è praticamente completo, in attesa della posa del fatidico giunto di collegamento con la tangenziale. Per gli abitanti di Scala Ritiro, però, la sua costruzione è stata un’odissea, poiché in fase di progettazione non si tenne conto della minima distanza che avrebbe dovuto intercorrere tra l’opera e le abitazioni circostanti.
Il consiglio della V circoscrizione interpella ora il prefetto, Francesco Alecci, in merito alla vicenda: “Sebbene la realizzazione in tal maniera eseguita sia rispettosa delle normative tecniche vigenti al tempo della stesura del progetto, ragioni di opportunità in capo all’Amministrazione comunale avrebbero dovuto determinare la medesima verso scelte differenti, prevedendo delle fasce di rispetto e di distanza minima tra le abitazioni e l’opera infrastrutturale, al fine di evitare ciò che si è effettivamente concretizzato, ovvero un’opera che letteralmente incombe, coi suoi pericoli, sulle abitazioni, fin dentro i cortili delle case dell’intero rione”.
Alcune problematiche presentatesi nel corso degli ultimi tre anni, sono state poi risolte con l’avanzamento dei lavori ma oggi rimangono fonti di preoccupazione che il Consiglio circoscrizionale sottopone al prefetto, dopo non aver ricevuto adeguate risposte da parte dell’Amministrazione comunale, riassumendole in cinque punti:
1) Per realizzare la strada di cantiere, sono state sbancate porzioni della collina posta a ridosso di via Palermo ed ora, ad ogni pioggia, detriti e fango discendono a valle, sino alle abitazioni. Il quartiere ha chiesto, senza risultati, la realizzazione di muri di raccolta o di contenimento.
2) Durante i lavori, diverse abitazioni hanno registrato in maniera documentata lesioni, fratture e compromissioni strutturali per le quali non si è mai appurata l’origine e l’eventuale pericolosità.
3) L’ingegneria idraulica degli affluenti laterali del torrente Badiazza è stata in più punti tappata da materiale di cantiere, impedendo lo sfocio sul Badiazza e ristagnando nei pressi delle abitazioni, che lamentano in alcuni casi infiltrazioni nelle cantine sottoterra e costituendo un potenziale pericolo in caso di più abbondanti piogge poiché, trovando l’acqua un ostacolo, potrebbe fuoriuscire a monte con più violenza, proprio a ridosso delle abitazioni del rione.
4) Nel caso di una palazzina residenziale di cinque piani in Via Comunale Ritiro, è stata documentata l’immissione in aree cantinate di notevoli quantità di acque di falda, presumibilmente affioranti a seguito dei lavori di scavo per la posa delle fondamenta di alcune pile dello svincolo.
5) Infine, all’approssimarsi dell’ultimazione dell’opera, nonostante un piano di espropriazioni ed indennizzi che fa data ad oltre un quindicennio fa, circa una decina di famiglie non ha ancora percepito dall’Amministrazione locale un indennizzo economico per la svalutazione del valore immobiliare della propria abitazione.
“A nessuno dei cinque punti – scrive la circoscrizione – è mai stata data risposta dall’Amministrazione comunale”. E sulla base di queste motivazioni, il quartiere si rivolge al prefetto per chiedere che “nella autorevole veste di rappresentante del Governo, possa attivare le procedure che riterrà più opportune ed idonee al chiarimento ed alla definizione delle problematiche descritte in vista della chiusura del cantiere infrastrutturale”.
(Marco Ipsale)
AUGURI, LA VEDO DURA PER TUTTI VOI.
Ve lo dice uno dei tanti residenti di un famoso complesso della zona che sebbene ne abbiano denunziato lo stato pietoso, anche dal punto di vista delle documentazioni e delle certificazioni di legge, non hanno ancora avuto alcun riscontro da parte delle istituzioni e della magistratura.
Speriamo che il Prefetto ascolti le vostre sacrosante denunzie e faccia qualcosa per mobilitare chi di dovere. Purtroppo qui si parla di un’opera (attualmente inutile e chissà per quanto tempo rimarrà in queste condizioni) che ha smosso decine e decine di milioni di euro e quindi… A buon intenditor poche parole.
La priorità delle Amministrazioni è battersi per la salute del cittadino e la messa in sicurezza del territorio. In questo caso è notorio che la realizzazione di un opera, che cmq rimane utile alla collettività, ha messo a serio rischio alcuni abitanti di Scala Ritiro. Ancor prima, dunque, di avviare controverse legali per ottenere quello che dovrebbe rientrare nella norma, si chieda, al nuovo Commissario ed al Consiglio Comunale, un pronto intervento, straordinario ed urgente, per scongiurare il peggio.