Santo Stefano di Camastra, Tusa, Mistretta, Pettineo, Castel di Lucio, Motta D’Affermo, Reitano e Caronia si stringono attorno al patron di Fiumara d’Arte e solidarizzano con l'iniziativa da lui assunta: ""L’assemblea regionale - scrivono - con il deliberato della tabella H ha assimilato le eccellenze della Sicilia (Fiumara d’Arte), che hanno dato e danno lustro e risalto internazionale, alle politiche clientelari"
Solidarietà e sostegno ad Antonio Presti ed alla straordinaria storia di “Fiumara d’Arte”. Ad esprimerla sono i sindaci del consorzio dei Comuni della valle della Halaesa, composto da Santo Stefano di Camastra, Tusa, Mistretta, Pettineo, Castel di Lucio, Motta D’Affermo, Reitano e Caronia, che si stringono attorno al patron di Fiumara d’Arte e che solidarizzano con l’iniziativa da lui assunta.
“Fiumara d’arte, la sua storia di lotte e di successi, la sua incredibile forza di attrazione culturale e turistica – scrivono i sindaci del comprensorio – rappresenta il comune denominatore di un territorio, la sua stessa identità; ne incarna le sue aspettative di crescita, di riscatto, di rinascita. Non comprendiamo la sordità di una politica che parla di sviluppo e mortifica le migliori espressioni del territorio precludendo la possibilità di innescare davvero un circolo virtuoso tra territorio, cultura ed occupazione”.
“L’assemblea regionale – proseguono – con il deliberato della tabella H ha assimilato le eccellenze della Sicilia (Fiumara d’Arte), che hanno dato e danno lustro e risalto internazionale, alle politiche clientelari. Quanto accaduto in aula con la distribuzione dei 25 milioni di euro attraverso la famigerata tabella h, all’interno della quale accanto ad istanze giuste e motivate si danno risposte a clientelari richieste, di cui per alcune si fa fatica ad individuare lo scopo ed il reale soggetto richiedente, è uno schiaffo non solo all’esperienza di fiumara d’arte ma anche e, soprattutto, alla buona e nuova politica che questa parte di territorio ha voluto sostenere compattamente con il proprio voto”.
E il sostegno arriva anche dal Circuito Musicale Siciliano che si associa alla battaglia di moralizzazione di Antonio Presti per una rinascita etica e morale della Sicilia e un riconoscimento dei valori di legalità e qualità.
“Il circuito – scrivono – rappresenta una parte importante delle associazioni concertistiche siciliane, finanziate con la Legge Regionale 44/85. Da quando esiste questa Legge in modo ordinato e capillare abbiamo contribuito a diffondere la musica in tutta la Sicilia, nelle zone meno servite come nelle grandi città, nelle scuole come nelle carceri, raggiungendo un pubblico di oltre 100.000 spettatori annui e con un indotto di circa 2500 lavoratori. Tutto questo è stato realizzato con le briciole delle enormi somme che la Regione Sicilia destina ogni anno al comparto culturale. Solo che a differenza dei grandi Teatri pubblici, che ottengono oltre il 90% delle risorse e che spendono oltre il 95% delle stesse in stipendi e spese di gestione, spesso con sprechi scandalosi, noi destiniamo per legge almeno il 70% delle nostre risorse alla produzione. Inoltre attiriamo in Sicilia oltre € 800.000 di fondi ministeriali provenienti dal FUS. Il nostro unico ma grave difetto è quello di essere privati e indipendenti, non abbiamo politici nei nostri CDA, non abbiamo masse sindacalizzate da mandare in piazza e quindi siamo sempre tra i primi a pagare. Nell’arco di 3 anni abbiamo subito un taglio di oltre il 50% delle già esigue somme che la Regione destina alla Legge 44: con i compensi di un dirigente regionale noi ci organizziamo un intera stagione concertistica!
Purtroppo un oscuro Assessore alcuni anni fa inserì il nostro capitolo di bilancio nella Tabella H per poter comodamente scippare e distribuire ad personam, con una norma assai discutibile, fondi dal capitolo della nostra Legge ai suoi amici e clientes. Noi invece rispondiamo a norme di legge, a circolari che regolano domande e rendicontazioni, a nuclei di valutazione, a tutto l’impianto di norme e verifiche di un paese civile, con la differenza che le assegnazioni ci arrivano sempre quando le stagioni le abbiamo già concluse e sono anni che rischiamo e spesso perdiamo danari di tasca nostra, chiediamo prestiti bancari mettendo a repentaglio i nostri beni e la serenità delle nostre famiglie. Questa vergogna deve finire, la Tabella H deve essere abolita. I fondi devono essere distribuiti secondo principi di merito e trasparenza”.