I consiglieri Francesco Repici, Orazio De Francesco e Domenico Papale durante l'ultimo consiglio alla richiesta di rinviare il punto a una prossima seduta consiliare per meglio definire gli emendamenti proposti hanno ricevuto risposta contraria dall’amministrazione comunale che ha proceduto all’approvazione
A Fiumedinisi tra maggioranza e minoranza è ancora scontro. Stavolta l’oggetto della discordia è il nuovo regolamento per il funzionamento del consiglio comunale. Illegittimo, secondo i consiglieri Francesco Repici, Orazio De Francesco e Domenico Papale che durante l’ultimo consiglio alla richiesta di rinviare il punto a una prossima seduta consiliare per meglio definire gli emendamenti proposti hanno ricevuto risposta contraria dall’amministrazione comunale che ha proceduto all’approvazione. “Tale regolamento – dichiarano in una nota – limita l’attività dei consiglieri di minoranza e fa supporre la non trasparenza dell’azione amministrativa di chi è deputato a governare”. Nulla di tutto ciò sarebbe vero secondo il presidente del consiglio Mario Puglisi. “Probabilmente – afferma – i consiglieri comunali non si sono accorti che queste disposizioni, ora contestate, sono in vigore da oltre 2 anni, in quanto già deliberate nella seduta del 23 luglio 2010”. Le due sedute sembrano infatti una il remake dell’altra: si discute del nuovo regolamento, la minoranza contesta, la maggioranza procede comunque all’approvazione. Il punto è sempre lo stesso: le disposizioni a cui Repici e colleghi si oppongono sono il mancato inserimento della conferenza dei capigruppo e in generale la mancata garanzia delle minoranze, che traspare soprattutto dagli articoli 27, 28 e 29 del regolamento “che – dichiarano – servono ad intimorire e ad imbavagliare il consigliere comunale che dissente dalle posizioni della maggioranza”. Gli articoli citati fanno riferimento allo spazio di intervento per i consiglieri di minoranza, ridotto da dieci minuti a cinque. Ma Puglisi replica sostenendo che i minuti a disposizione tra replica, controreplica e dichiarazione prima del voto sono di più: “Di norma ciascun consigliere potrebbe intervenire per 15 minuti su ciascun argomento – e aggiunge -, tali limiti vengono inoltre raddoppiati nel caso di discussioni relative al bilancio preventivo, al conto consuntivo, ai regolamenti ed ai piani regolatori e loro varianti generali”. Sul mancato inserimento della conferenza dei capigruppo e sull’assenza di una commissione di garanzia l’amministrazione comunale risponde invece che non sono previste dalla legge e che esiste già la figura del segretario comunale che, fra gli altri compiti, ha anche quello di verificare il rispetto della normativa vigente durante i lavori consiliari. I consiglieri di minoranza fanno sapere che la questione non è finita tra le aule del consiglio comunale, ma che provvederanno a inviare gli atti al Prefetto, all’Assessorato Regionale Enti Locali e al Ministero dell’ Interno. Il capogruppo Repici ha inoltre dichiarato che tra le iniziative politiche programmate vi è anche la richiesta di scioglimento del consiglio comunale per gravi e ripetute violazioni di legge. Nessun timore da parte dell’amministrazione comunale che, pare, proceda e tranquilla e sicura di sé. “Ben consapevoli di operare nel pieno rispetto della legge – ha risposto il presidente del consiglio Puglisi – accogliamo con favore l’invio degli atti agli organi competenti che sapranno sicuramente valutare se il consiglio di Fiumedinisi è realmente fuorilegge in quanto vi sono state gravi e persistenti violazioni di legge o se piuttosto il consiglio di Fiumedinisi è ostaggio della malafede e miopia politica di certi consiglieri”. (Giusy Briguglio)