Il messinese ha salutato la Sicilia 15 anni fa, andando prima nel Regno Unito e poi tornando in Italia. Ora ha avviato la sua agenzia
MILANO – Una classica storia di emigrazione, da Fiumedinisi al Regno Unito. Poi il ritorno in Italia, ma a Milano, dove ora ha lanciato il proprio progetto personale. Davide Todaro è un messinese doc che come tanti prima e dopo di lui ha lasciato la Sicilia per approdare a Londra. A inizio 2024, tornato ormai in Italia, ha deciso di fondare la sua agenzia di comunicazione digitale e marketing, la Avocado Digital.
Il viaggio a Londra 15 anni fa
“Ho fondato l’agenzia qualche mese fa – ha raccontato Davide Todaro ai microfoni di Tempostretto -. Ci occupiamo di strategie di marketing e digitale per aziende e influenze. Ho lasciato Fiumedinisi e la zona ionica 15 anni fa, quando mi sono trasferito a Londra dove ho approfondito l’aspetto digitale con dei master di Google. Lì mi sono specializzato e ho iniziato a lavorare in centri media e aziende pubblicitarie. Ad esempio ho gestito il mercato di Italia, Spagna e Portogallo per Avis. Poi ho deciso di tornare in Italia e ho lavorato per diverse agenzie e sono arrivato a lavorare nel campo dell’influencer marketing, collaborando con personaggi come Bruno Barbieri e Benedetta Parodi, profili del mondo food importantissimi anche a livello social”.
La nascita di Avocado Digital e i clienti “vip”
Davide ha lavorato anche per aziende di Messina: “Sì, ho fatto anche la spola con Milano più volte. Finché a fine 2023 non è nata l’idea di questa di fondare l’agenzia Avocado Digital, che si è concretizzata a inizio 2024. Ho lanciato il progetto e alcuni clienti mi hanno seguito. Uno di questi è Davide Campagna, per intenderci ‘Cotto al Dente’, ma anche l’ex tennista Sara Ventura, oggi personal trainer. Molti mi chiedono perché Avocado Digital. L’avocado è una pianta resiliente che riesce a crescere anche a temperatura avverse. E nell’imprenditoria saper crescere anche nelle avversità è fondamentale, bisogna sempre andare avanti”.
L’addio a Messina: “Ecco perché”
Il messinese ha lasciato la Sicilia circa 15 anni fa: “L’ho fatto per due motivi. Intanto la mia compagna, oggi mia moglie, si stava per trasferire in Inghilterra per il dottorato e avevo ovviamente deciso di seguirla. Avevo fatto già esperienze precedenti a Londra e volevo esplorare nuove opportunità. Questo è un consiglio che do a tutti i giovani: fate un’esperienza formativa fuori dal proprio contesto, perché vi aiuterà molto a sviluppare caratteristiche che servono a raggiungere i propri obiettivi. Quando mi sono spostato a Londra per seguire mia moglie avevo in testa di approfondire la mia preparazione in marketing e comunicazione. Così ho fatto questi master, tra cui quello con Google, e poi ho iniziato a lavorare con diverse aziende. Alla fine sono arrivato anche in agenzie internazionali”.
“In futuro mi piacerebbe creare qualcosa giù”
Ora, però, tocca al progetto personale. Ma perché Milano? È complicato fare la stessa cosa in Sicilia? Davide ha spiegato: “Poco fa ho chiuso un accordo con un’azienda catanese, ma è ovvio che lavorare a Milano o a Londra ti garantisce un bacino d’utenza nettamente superiore. Ciò non toglie che per il nostro territorio investire nel marketing digitale potrebbe essere fondamentale anche per quei giovani che cercano un’identità lavorativa. Non nascondo che in un futuro prossimo mi piacerebbe creare una realtà parallela a questa di Milano per avere qualcosa di simile nella nostra zona. Non si deve mai dimenticare da dove si parte”.
E ancora: “Quando si parte spesso c’è il pensiero su tornare a casa, no? Ci penso, anche se io sono uno dei fortunati che può tornare in Sicilia sei o sette volte l’anno. Ma per l’agenzia è ancora presto. Uno degli obiettivi potrebbe essere appunto creare una realtà parallela, ma il piede sull’acceleratore ad oggi vuole farci spingere per risultati qui in Lombardia. Non è detto che prima o poi non ci sarà un ritorno nel nostro territorio. Il sogno? Poter dare prospettive lavorative a ragazzi che hanno voglia di imparare. Università, master, corsi specializzati ti danno le basi, ma si impara anche sul campo”.