«Caro Musumeci, sono Gaspare ho 31 anni a voglio fare il medico di famiglia»

«Caro Musumeci, sono Gaspare ho 31 anni a voglio fare il medico di famiglia»

«Caro Musumeci, sono Gaspare ho 31 anni a voglio fare il medico di famiglia»

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giovedì 27 Dicembre 2018 - 11:33
flash mob virtuale

«Caro Presidente della Regione,
Mi rivolgo a lei come unico possibile interlocutore che può risolvere una fastidiosa vicenda.
Mi rivolgo a lei come unico possibile garante della meritocrazia.
Mi rivolgo a lei come unico possibile riferimento politico che può avere veramente a cuore le sorti di molti giovani siciliani.

Mi presento:
Sono Gaspare, ho 31 anni e voglio fare il medico di famiglia.
Ho rinunciato a festività, vacanze e tanti momenti di leggerezza per concentrare i miei sforzi verso questo unico obiettivo.
Ho rinunciato ad altre possibilità formative, perché nella medicina generale credo davvero.

E così, mi sono laureato. Ho superato il concorso per accedere al corso di formazione in Medicina Generale.

Ho ricevuto proposte per realizzare il mio sogno in Inghilterra prima, in Veneto e Lombardia, poi.
Ho sempre rinunciato.
L’ho fatto per un semplice motivo.
Confido nella possibilità di poter curare i miei parenti e compaesani.
Confido nella possibilità di poter rappresentare una risorsa per la mia Terra.

A tutti i pazienti che già curo nelle sostituzioni di anziani colleghi titolari, che mi chiedono quando diventerò il loro medico di famiglia, rispondo: ‘Tra 3/4 anni circa’ (quando avverrà un naturale ricambio generazionale).
Oggi, grazie al decreto dell'assessore, so che questi 3/4 anni potrebbero diventare molti molti molti di più. Per quale motivo?
Su proposta di un deputato dell’opposizione (la questione appare ancora più paradossale), l’assessore Razza intende stabilizzare i colleghi precari all’interno del servizio del 118, offrendo loro la possibilità di accedere al corso che li porterà, dritti dritti e senza superare alcun concorso, al conseguimento del diploma di formazione in medicina generale.
Questi colleghi, potranno molto facilmente (per vie legali) far valere il loro titolo per diventare medici di famiglia.
Colleghi che hanno partecipato al mio stesso concorso, senza risultare vincitori, potranno scavalcarmi facilmente in graduatoria grazie ai loro anni di servizio.
I più giovani, i più motivati, i più meritevoli, rischiamo tutti di essere penalizzati da questo decreto assessoriale.
Penalizzati al punto da dover essere costretti ad emigrare davvero.
Penalizzati al punto di dover credere che non esiste proprio nessun garante della meritocrazia in questa terra.
Nessun riferimento politico che abbia a cuore le sorti dei suoi migliori giovani.
Nessuno. Neppure lei… Signor Presidente.

La prego, non lasci che l’epilogo sia così amaro.
La prego, non lasci una ferita in chi ancora coltivava un sogno in questa Terra».

Firmato Gaspare, Giuseppe, Antonio e tutti i centinaia di giovani medici siciliani che vogliono difendere il loro futuro in questa terra.

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