Le due associazioni si sono confrontate sui tanti problemi che riguardano la città, ponendo un'attenzione particolare su Atm. Dall'azienda trasporti vedono segnali diversi anche rispetto al passato e guardano con un pizzico di speranza al percorso intrapreso. Bacchettano però gli amministratori di Palazzo Zanca per "l'ostinato rifiuto di ogni dialogo".
Un focus su vecchi e nuovi problemi della città: raccolta dei rifiuti, risanamento urbano, lavori mai avviati degli svincoli di Giostra – Annunziata, porto di Tremestieri, variante al PRG, PRG del Porto e ovviamente anche trasporto pubblico locale e Atm. Le Associazioni ADIS Messina e Labdem Sicilia hanno messo insieme idee e proposte durante una riunione congiunta dei due comitati direttivi, puntando i riflettori soprattutto sull’Atm che, tra i tanti settori gestiti dall’amministrazione comunale, sembra essere l’unico in cui sembra essere stata intrapresa una strada diversa.
Il presidente di Adis, Giuseppe Frisone, e il coordinatore di Labdem Sicilia, Francessco Barbalace, hanno rilevato che proprio sull’Atm sono arrivati flebili segnali che sembrerebbero in controtendenza rispetto alle fallimentari gestioni degli ultimi anni del settore e
persino rispetto al grave e perpetuo stato emergenziale degli altri settori. “L'arrivo di nuovi mezzi e l'assunzione a tempo determinato di nuovi 20 autisti, hanno portato un poco di “curiosità”, certo non di ottimismo, nei cittadini e negli stessi lavoratori dell'azienda in quanto si immagina che ciò possa contribuire ad allontanare lo spettro (che tuttavia permane) della possibile scomparsa del servizio di trasporto pubblico da troppo relegato in condizioni di sfascio”.
Le due associazioni, che con costanza e puntualità hanno svolto da anni un ruolo propositivo con contributo di idee e proposte concrete, ma mai prese in esame, finalizzate al rilancio di un servizio che deve rappresentare l'asse portante ed insostituibile della mobilità urbano, bacchettano gli amministratori di Palazzo Zanca. “Registriamo l'ostinato e pervicace rifiuto di ogni dialogo su tutto e con tutti da parte dell'attuale Amministrazione, la quale rigetta ogni possibile interlocuzione per la partecipazione ed il coinvolgimento dei cittadini destinatari del servizio. E così, nonostante l'arrivo di nuovi mezzi continuano a sussistere, a causa della totale mancanza di una strategia e di una visione funzionale del servizio, evidenti indici di squilibrio economico e produttivo”.
Per Frisone e Barbalace ci sono ancora delle criticità su cui intervenire: i costi di gestione permangono a livelli ancora troppo alti ed il rapporto costi-ricavi presenta un saldo fortemente negativo (a Messina solo il 14% dei costi viene coperto dai ricavi commerciali mentre nel resto d'Italia è del 35%); a tutto ciò concorrono i dati relativi alla altissima vetustà dei mezzi, una velocità commerciale molto bassa ed una frequenza di corse assolutamente insufficiente. A fronte di tutto questo non si intravede alcuna proposta credibile da parte delle istituzioni locali né si intravvedono all'orizzonte segni che facciano pensare all’adozione di scelte concrete per assicurare un minimo di attrazione da parte degli utenti per il trasporto pubblico locale.
“E' nostra opinione che il rilancio del settore debba passare necessariamente dall'incremento della velocità commerciale che permetterebbe un risparmio dei “costi di rotolamento” con conseguente minore consumo di materiale frenante e gasolio e quindi con la riduzione dei tempi di percorrenza e di converso con l'aumento del numero delle corse nell'arco della giornata. Quest'ultima circostanza, a sua volta, comporterebbe maggiori ricavi determinati dall'incremento dei passeggeri trasportati perché convertiti al mezzo pubblico in quanto più competitivo sul piano dei costi rispetto al mezzo privato”.
In sostanza, spiegano i due esponenti, si tratta di garantire il diritto alla mobilità specie nelle aree periferiche della città procedendo alla rimodulazione ed all'incremento dell'offerta del servizio al fine di aumentare “l'indice di riempimento dei veicoli”; l'esperienza del passato ci ricorda che quando il servizio godeva di buona salute e circolavano più mezzi sulla stessa linea a tutti “viaggiavano pieni” anche nelle ore della cd “morbida” mentre oggi con un solo mezzo in linea a volte viaggiavano 2/3 persone e ciò è la conseguenza inequivocabile della inaffidabilità del servizio protrattasi per almeno sette anni e che ha determinato la disaffezione dell'utenza dal mezzo pubblico.
“Oggi a Messina si tratta di promuovere finalmente il cambio modale per l'esercizio della mobilità urbana. E' in grado l'attuale Amministrazione di avanzare proposte serie e credibili per il TPL (trasporto pubblico locale), di adottare scelte politiche e gestionali finalizzate a scoraggiare l'uso dell'auto privata in città cominciando ad incidere sulla velocità commerciale dei bus e magari guardando anche ad una opportuna utilizzazione dei recenti fondi destinati alla costruzione di nuovi parcheggi?”.