Nei mesi scorsi siamo stati più volte lungo il litorale del centro città per immortalare le occasioni che Messina continua a sprecare. Siamo tornati a Maregrosso per riaccendere i riflettori su quella riqualificazione mancata e sullo stato di abbandono in cui versa la zona. A cominciare dal solito problema delle fogne. Foto di Serena Capparelli
Purtroppo lo scenario è lo stesso di sempre. Una spiaggia tanto bella quanto dimenticata, un panorama mozzafiato ma solo se si volge l’occhio allo Stretto e non ci si guarda intorno, magari ricordandosi di turarsi il naso per evitare gli odori nauseabondi che spesso e volentieri rendono l’aria irrespirabile. Siamo tornati sulla spiaggia di Maregrosso, a distanza di mesi dall’ultima volta e dalle ultime segnalazioni. Siamo tornati in quello che doveva essere il punto da cui partire per la riqualificazione del waterfront. E invece ci si trova di fronte l’amara constatazione che neanche in questo anno e mezzo di amministrazione Accorinti si è mosso qualcosa.
Le politiche del mare, e dunque anche il recupero dell’affaccio a mare del centro città che potrebbe essere vera risorsa e bellezza, sono da poco passate nelle mani dell’assessore Sebastiano Pino che crede fortemente in questo settore e che sta facendo il punto della situazione per capire che tipo di strategie mettere in campo. In questo campo l’eredità lasciata dal suo predecessore Filippo Cucinotta non è di certo stata molto ricca, anche perché basta fare due passi oltre il cavalcavia per rendersi conto che quella zona resta abbandonata al suo destino. E’ vero che in questo anno e mezzo le risorse economiche a Palazzo Zanca sono state scarsissime e che l’ombra del dissesto non ha consentito di avviare una progettazione impegnativa come quella che servirebbe per il waterfront, è anche vero però che manca la prospettiva politica in questo settore. Non si è neanche più discusso di recupero e riqualificazione, di bonifica e valorizzazione di questa porzione di territorio che potrebbe diventare quel tratto di litorale che manca totalmente in centro città e che, come nella riviera nord, potrebbe favorire lo sviluppo di attività economiche e imprenditoriali che sappiano sfruttare la risorsa mare.
Tornando a Maregrosso dopo le “passeggiate” che Tempostretto aveva fatto nei mesi scorsi ha significato immortalare il solito degrado, la solita desolazione che suscita profonda amarezza in chi non vuole rassegnarsi a vedere tanta ricchezza sprecata. A far da padrone sono gli scarichi del torrente Portalegni, quello che scorre sotto la via Tommaso Cannizzaro e che sfocia in mare portando con se scarichi e detriti. Nei giorni di pioggia come questi la quantità di acqua mista a fanghiglia sgorga copiosa e gli odori che si percepiscono intorno dicono chiaramente che in mezzo si trovano anche scarichi fognari che inevitabilmente rendono l’aria nell’intera zona irrespirabile. Un problema che riguarda in realtà quasi tutti i torrenti che si riversano nelle acque dello Stretto, soprattutto in centro città, alla fine dei viali Giostra, Boccetta e Tommaso Cannizzaro. Un problema noto da tempo sia agli uffici comunali che all’Amam che continua ad apparire di difficile risoluzione. A mancare, neanche a dirlo, sono i soldi. Si dovrebbe avviare innanzitutto un’operazione di controllo, aprendo dei varchi all’interno dei vari torrenti per individuare gli scarichi attivi in modo da poter ispezionare l’entità degli eventuali allacci abusivi, creare una rete di convogliamento delle acque per evitare di far finire tutto in mare. A spiegarlo è l’assessore Sergio De Cola che spera di poter aver presto disponibilità di risorse o finanziamenti per poter mettere in piedi un’attività di questo tipo che in ogni caso sarebbe necessaria nel momento in cui si riuscisse a concentrare l’attenzione anche sul recupero dell’affaccio a mare.
A confermare la presenza di scarichi fognari in mare in passato era stato anche il Direttore generale dell’Amam Luigi La Rosa che senza peli sulla lingua ha parlato di scarichi attivi che si riversano in mare, tanto che sono molti i tratti in cui vige il divieto di balneazione proprio per questo motivo.
Insomma una situazione nota e che evidentemente ad oggi non è ritenuta prioritaria. Fatto sta che ancora una volta le immagini dicono più di mille parole: Maregrosso è come una bellissima donna abbruttita dai dolori della vita, dalla solitudine, dalle sofferenze e basterebbe aver cura di lei per far rifiorire quella bellezza. Una bellezza che in questo tratto di litorale viene ogni giorno calpestata dall’immobilismo e dall’abbandono.
Francesca Stornante
FOTO DI SERENA CAPPARELLI
Errore di stampa, il titolo esatto è A MESSINA IL TEMPO SI È FERMATO……. Con i liquami che si versano a mare, lo sporco di un messinese sporco e la politica regionale felice dietro una maschera di falso interesse collettivo.
Questa è la realtà di una città vecchia, sporca e ignorante.
Errore di stampa, il titolo esatto è A MESSINA IL TEMPO SI È FERMATO……. Con i liquami che si versano a mare, lo sporco di un messinese sporco e la politica regionale felice dietro una maschera di falso interesse collettivo.
Questa è la realtà di una città vecchia, sporca e ignorante.
Efficace e puntuale la descrizione di Francesca STORNANTE, la cronista di TEMPOSTRETTO,a differenza degli accorintiani,ha preso seriamente il motto CAMBIAMO MESSINA DAL BASSO,in fondo è il nostro giornale a raccogliere l’appello di RENATO sindaco a collaborare spronando l’amministrazione.Spetterebbe alla presidentessa bambina Emilia BARRILE,beccata a mangiarsi la marmellata(posteggiare senza curarsi dei diversamente abili), a dare alle sue Commissioni l’input per poi discutere in Consiglio argomenti così vitali per le sorti di Messina,ma come tutte le bambine si difende dando la colpa al fratellino ignaro(in questo caso il marito posteggiatore).FORZA FRANCESCA vai giù dura, prova ad intervistare i componenti della Giunta e i consiglieri.
Efficace e puntuale la descrizione di Francesca STORNANTE, la cronista di TEMPOSTRETTO,a differenza degli accorintiani,ha preso seriamente il motto CAMBIAMO MESSINA DAL BASSO,in fondo è il nostro giornale a raccogliere l’appello di RENATO sindaco a collaborare spronando l’amministrazione.Spetterebbe alla presidentessa bambina Emilia BARRILE,beccata a mangiarsi la marmellata(posteggiare senza curarsi dei diversamente abili), a dare alle sue Commissioni l’input per poi discutere in Consiglio argomenti così vitali per le sorti di Messina,ma come tutte le bambine si difende dando la colpa al fratellino ignaro(in questo caso il marito posteggiatore).FORZA FRANCESCA vai giù dura, prova ad intervistare i componenti della Giunta e i consiglieri.
signora Francesca,meno male che a Messina abbiamo fogne che scaricano a mare,sporcizia,inquinamento,traffico impazzito,erbacce,buche x le strade ,i gettoni di presenza dei consiglieri,la Barrile e cosi via,se non voi giornalisti dovreste trovarvi un altro lavoro. cosa scrivere? certo ci sarebbe sempre da scrivere sul tibetano e di tutti i benefici che finalmente Messina ha avuto con il suo governo.Pagine e pagine d’inchiostro.
signora Francesca,meno male che a Messina abbiamo fogne che scaricano a mare,sporcizia,inquinamento,traffico impazzito,erbacce,buche x le strade ,i gettoni di presenza dei consiglieri,la Barrile e cosi via,se non voi giornalisti dovreste trovarvi un altro lavoro. cosa scrivere? certo ci sarebbe sempre da scrivere sul tibetano e di tutti i benefici che finalmente Messina ha avuto con il suo governo.Pagine e pagine d’inchiostro.
non c’è niente da fare, Messina si è fermata definitivamente, nessuno riuscirà più a risollevarla nè gente dal basso nè gente dall’alto…ormai è in caduta libera.
non c’è niente da fare, Messina si è fermata definitivamente, nessuno riuscirà più a risollevarla nè gente dal basso nè gente dall’alto…ormai è in caduta libera.