Dura replica del sindaco e dell'assessore regionale alle dichiarazioni con richiesta di dimissioni: "Non hanno nemmeno letto le carte..."
MESSINA -“Quando ho deciso di chiudere Palazzo dei Leoni, barricandomi al suo interno per una protesta istituzionale, nell’attesa di evoluzioni che dessero concrete risposte al problema del rischio dissesto per le ex Province, nessun esponente dei sindacati si è fatto vivo, sostenendo una legittima battaglia per la tutela della Città Metropolitana di Messina. La totale assenza di Uil, Cgil e il resto delle sigle sindacali è traducibile in una mancanza di interesse verso i lavoratori dell’ex Provincia”. A riferirlo è il sindaco della città metropolitana di Messina, Cateno De Luca in merito alla nota di Pippo Calapai, Maurizio Giliberto e Giovanni Risitano, rispettivamente segretario generale, responsabile territoriale e responsabile aziendale della Uil-Fpl Messina, nella quale invocano le dimissioni del sindaco De Luca e dell’Assessore regionale al ramo, Bernadette Grasso.
“Vista la poca coerenza – conclude il Primo Cittadino – sono io che a questo punto chiedo le dimissioni dei rappresentanti di tali organizzazioni sindacali. In questi mesi hanno dimostrato per l’ennesima volta di non essere adatti a tutelare i lavoratori e gli interessi generali della comunità”.
Sull’argomento è intervenuta anche Bernadette Grasso, assessore regionale alle Autonomie locali e della funzione pubblica.
“Meraviglia ciò che sostiene la Uil – esordisce – evidentemente sono stati poco attenti. Infatti – prosegue lìesponente del Governo regionale – come si evince dalla dichiarazione dell’Anci e dal verbale della conferenza, tutti avranno parità di risorse. Tutto è stato deciso in conferenza autonomie. Siracusa è l’unico libero consorzio che non può chiudere i bilanci e si è dato l’intero importo. Hanno preso un abbaglio.
Prima di sparare nel mucchio – chiosa Grasso – avrebbero fatto bene a leggere il verbale della conferenza. Siracusa non ha preso di più e neanche Trapani. Tutto è spiegato nel verbale della conferenza.
“Per correttezza, ritengo che tale precisazione sia un dovere istituzionale per evitare di generare allarmismi in Enti già provati, che con fatica stiamo cercando di rimettere in piedi. Come ho già ribadito – conclude la parlamentare – per quanto riguarda la distribuzione delle somme per le ex Province, non abbiamo deciso che qualcuno ne avesse di più e altri di meno. In conferenza si è deciso di dare l’80% a tutti e il 20% a consuntivo per capire chi chiudeva i bilanci, in proporzione alle esigenze specifiche. Abbiamo dunque lasciato 30 milioni di euro, pari a una parte del 20% della ripartizione, per consentire alle ex Province di chiudere i bilanci”.