La notizia del finanziamento “aggiuntivo” arriva direttamente dal rettore Tomasello, pronto a sbandierare questo ennesimo risultato per proporsi come miglior presidente possibile della Fondazione Universitaria
All’Università di Messina arriveranno altri 2,5 milioni di euro per il progetto di neuroncologia-oncologia, già finanziato dal Miur con oltre 9 milioni di euro. Le ulteriori risorse, che rientrano nei fondi Pon, serviranno a cooptare nove unità di personale medico specializzato, portando così a compimento quel cantiere di lavori iniziato con l’installazione della PET e del Ciclotrone e finalizzato alla creazione, nel Padiglione E del Policlinico, di un polo centrale di riferimento in Sicilia per la ricerca, la cura e il trattamento di tutte le neoplasie, in particolare per quelle cerebrali.
La notizia del finanziamento “aggiuntivo” arriva direttamente dal rettore Francesco Tomasello, che gongola visibilmente di fronte a quella che è certamente un’ottima notizia per l’Ateneo peloritano. «Questi sono fatti e non chiacchiere », è il commento del Magnifico, pronto a sbandierare la capacità del suo governo di attrarre finanziamenti – vanno ricordati anche i 23 milioni di euro concessi dal Cipe per l’ammodernamento della facoltà di Scienze – per proporsi come il miglior presidente possibile della Fondazione Universitaria. E già, perché svestiti i panni di rettore, il mandato scadrà il prossimo 30 settembre, è a quella poltrona che punta dritto Tomasello, senza peraltro farne mistero. «Quella della Fondazione– ci ha confessato – è una bella sfida per me, che voglio affrontare con umiltà e con la fiducia ed il consenso concreto non della stampa ma della comunità accademica» .
Il rettore è convinto di avere dalla sua parte gran parte della comunità accademica e rivolgendosi a quanti, in questi anni, gli avrebbero remato contro dice testualmente: «a fronte di una minoranza rumorosa c’è stata una maggioranza silenziosa ed operosa». Una maggioranza che faciliterà la sua scalata alla presidenza della Fondazione, destinata a gestire attività di ricerca e didattica ma soprattutto risorse finanziarie. Una struttura strategica collaterale ma allo stesso tempo collegata all’Università, che così come è stata pensata consentirà al futuro presidente di gestire un potere enorme. Tanto da far gridare allo “scandalo” alcuni autorevoli esponenti del mondo accademico, come ad esempio il professore di economia Giudo Signorino ed il professore di diritto costituzionale, Antonio Saitta, contrari al modo in cui è stata concepita la Fondazione e ancor di più all’ipotesi che a presiederla sia il rettore uscente Tomasello.
Ma il diretto interessato si cura poco delle critiche e va avanti per la sua strada. Imperterrito. «Io – ci ha detto senza falsa modestia – sono in grado di entrare in contatto con grandi gruppi industriali». Ai partner internazionali bisogna offrire risultati e non buoni propositi. Io posso mostrare fatti concreti».
Insomma, per Tomasello il finanziamento di 2,5 milioni di euro e gli altri finanziamenti ottenuti durante il suo rettorato rappresentano un marchio di garanzia e valgono molto di più delle polemiche sollevate contro di lui. E, a proposito di polemiche, gli abbiamo chiesto se dopo l’ elezione del nuovo rettore farà un passo indietro senza aspettare la fine del mandato. «Dipende da chi vince» la sua risposta secca, in cui ha omesso volontariamente qualsiasi nome. Dopo la proclamazione del suo successore, il rettore Tomasello potrebbe, quindi, decidere di dimettersi: si chiuderebbero così per lui le porte dell’Università di Messina ma potrebbero spalancarsi – ed è questo il suo desiderio – quelle della Fondazione. In altre parole, uscire dalla porta per rientrare dalla finestra … (Danila La Torre)