Venerdì 15 marzo, al Teatro Trifiletti di Milazzo, andrà in scena ” Forever, il Social-Musical“, liberamente tratto dal musical ” Dear Evan Hansen“.
Dopo il successo di “Ora o Mai più” (tratto da “RENT: No day but Today” di Jonathan Larson), “Buona la Prima”riporta a Milazzo lo spettacolo totale, ispirandosi ad un altro grande musical, vincitore nel 2017 di 6 Tony Awards su 6 nomination (tra cui Miglior Musical, Miglior Libretto di un Musical, Miglior Colonna sonora) .
Tematiche impegnative e delicate, come la fobia sociale, il suicidio, la depressione adolescenziale, le solitudini relazionali in famiglia, vengono proiettate sullo spettatore con semplicità e sincerità, lasciando emergere che anche i problemi più complicati possono essere risolti, se affrontati e condivisi nel modo giusto. La società che ritroviamo in “Forever” è la nostra, iperconnessa e interattiva, dove le personalità più fragili rischiano di incappare in pericolose casse di risonanza, che anziché migliorare il loro crescere e vivere nel mondo, possono farli rimanere invischiati al punto da comprometterne la felicità.
L’obiettivo primario di Marco Gitto, regista dello spettacolo con Stefano Stagno e presidente dell’Ass. “Buona la Prima”, è quello di stimolare il pubblico più giovane ad avvicinarsi al teatro e al teatro musicale in particolare, privilegiato veicolo di trasmissione di temi attuali e di vita quotidiana grazie ad un linguaggio diretto, semplice e coinvolgente. È altresì prioritario “sensibilizzare tutti sul tema del profondo isolamento provocato dai fallimenti di comunicazione, pericolosamente provocati dall’instant messaging dei social media, capaci di influenzare e dividere chiunque – una madre, un padre, un figlio, un compagno di classe. E osservare, al contempo, quanto invece una comunicazione vera e sincera sia in grado di unire un’intera comunità”.
Una storia di solitudini da cui si fa strada un messaggio: tra le trappole del mondo della connessione istantanea, è ancora possibile comunicare sinceramente ed appartenere al mondo? È ancora possibile essere sé stessi e costruire rapporti autentici?