Formula 1, la corsa di Peppe da Messina fino al paddock

Formula 1, la corsa di Peppe da Messina fino al paddock

Simone Milioti

Formula 1, la corsa di Peppe da Messina fino al paddock

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venerdì 26 Marzo 2021 - 14:30

“Non bisogna mollare ma inseguire le proprie passioni”, adesso Giuseppe racconta la Formula 1 dalle piste, gli abbiamo chiesto un parere sulla stagione 2021

La passione per i motori di Giuseppe, in particolare la Formula 1, inizia quando lui ha un 5/6 anni e come tanti altri si alza la mattina prestissimo per guardare insieme al papà le gare in oriente che sia il GP del Giappone, della Cina o la gara inaugurale in Australia.

Anni fa era così, il padre che svegliava il figlio a orari impossibili per tifare quel tedesco di nome Schumacher ai suoi primi Gran Premi con la rossa di Maranello. Adesso ci dice Giuseppe “è il contrario, sono io che sveglio lui” e anche per gli orari bisogna dire che sono diventati meno pazzi per chi guarda, e quindi gli sponsor, a scapito dei piloti.

L’inizio della corsa di Peppe per arrivare a raccontare la Formula 1

La storia di Giuseppe sembra poter calzare a pennello a quella di qualunque altro giovane della città dello Stretto. Una grande passione ma non avrebbe mai pensato di “guadagnare parlando di Formula 1”, inoltre ha incontrato tante persone, anche vicine a lui, che nel tempo lo sfiduciavano magari a fin di bene sperando per lui qualcosa di più concreto.

Così lui a 20 anni lascia gli studi di Scienze Politiche e si mette a lavorare con lo zio presso un’agenzia immobiliare, perché come gli ripetono è importante avere un’entrata e un lavoro concreto. Passano cinque mesi e lui si chiede se questo è quello che lui vuole fare, si rende conto che non lo è e si iscrive alla facoltà di giornalismo.

Dal 2012 inizia la sua lunga rincorsa al paddock, tra lo studio e i primi articoli pubblicati su ‘motorsportitalia.net’ insieme ad altri tre amici, lui di Messina, gli altri pescati in giro per il web a Palermo, Verona e Carpi. È un periodo dove aprire un blog e farsi conoscere su Facebook era molto più facile, non solo Formula 1 ma anche Moto e motori in generale. Già a questi tempi Giuseppe ricorda come “era ancora passione, ma cominciava a prendere forma l’idea di farlo come lavoro”.

Le difficoltà messinesi e l’approdo a Motorionline

Passano 6 anni, che non sono pochi, da quando Giuseppe si mette in testa di voler diventare giornalista sportivo a quando calca per la prima volta l’asfalto di una pista di Formula 1 nel 2018. Anni in cui la passione, fondamentale, non è mai mancata. Come ricorda lui stesso “evitavo altri eventi o uscite con gli amici per guardare le gare in tv”.

Nel frattempo inizia ad assaporare il mondo del lavoro a Messina, il tirocinio a Sicilians con Elisabetta Raffa. Le esperienze in radio con Pietro Di Paola e il compianto Reno De Benedetto a Radio Amore. Tutte persone che gli hanno trasmesso passione ed è una cosa che lui cerca di fare con gli altri.

Nel 2018 decide di proporsi a Motorionline, il giornale più importante in Italia per quanto riguarda l’automotive e tra i più considerati per la Formula 1 con sede a Monza. Lo prendono e inizia a lavorare per corrispondenza seguendo e raccontando i Gran Premi adesso per lavoro. Dalla stagione successiva inizia a girare per alcune piste europee come Monza, Ungheria, Montecarlo e Barcellona.

Presenza in loco certificata dalla sua persona all’interno della prima puntata della terza stagione della serie Netflix ‘Formula1 – Drive to Survive‘. Nel frattempo, grazie all’esperienza maturata in radio negli anni, dà vita all’interno di Motorionline ad un approfondimento video. In onda ogni il lunedì dopo il weekend di gara, all’interno del quale, con colleghi e ospiti, commenta l’evento cercando di scaricare la tensione e la serietà che è regnata nei giorni prima.

Giuseppe non si sente per nulla arrivato, anzi si sta costruendo una strada che considera appena all’inizio. Al momento riesce a fare ciò che gli piace e lo appassionava da piccolo. “Ho insistito – racconta – e dopo anni complicati le soddisfazioni stanno arrivando. Non tutte quelle che vorrei, ma ho la consapevolezza di essere in una posizione migliore rispetto agli anni passati”.

L’intervista all’esperto messinese di Formula 1

Giuseppe si confronta con i colleghi in pista

Come cambia vedere la Formula 1 da casa o essere presente sul posto?

Sicuramente c’è un guadagno per quanto riguarda le pubbliche relazioni con colleghi e persone dell’ambiente. Ma non sottovaluterei le esperienze che faccio personalmente girando parecchio il mondo. Per quanto riguarda specificatamente la Formula 1 invece posso risponderti con un aneddoto. Ero a Barcellona per i test nella scorsa stagione e improvvisamente i due piloti ferraristi e il team principal Binotto si chiudono in riunione. Lì ho capito subito che c’erano delle difficoltà e sarebbe stato un anno disastroso. Se non lo avessi visto dal vivo, ma da casa, ci avrei messo qualche gara in più per capire che era un problema generale e non magari legato ai singoli weekend di gara.

Quanto ha influito la pandemia sulla stagione scorsa e su quella che inizierà questo weekend?

Come ti dicevo io ero a Barcellona per i test lo scorso anno e di ritorno si cominciava a parlare del primo caso in Italia quindi è stato un viaggio di ritorno con un po’ di panico. Lo scorso anno poi non è stato facile viaggiare e seguire gli eventi live. Adesso sarebbe possibile ma ci sono regole molto restrittive, che sminuirebbero la presenza sul posto. Si parla di tre bolle distinte per stare in sala stampa, o nel paddock o in pit-lane e ovviamente non ci si potrà spostare da una all’altra.

Per questa stagione, che inizia domenica in Bahrain, dobbiamo aspettarci ancora Hamilton campione? Chi è che potrebbe contrastarlo?

Hamilton è il favorito, ha vinto più di tutti in Formula 1 anche se io non lo considero il più forte di tutti i tempi. Sarà ancora lui il favorito anche per via del regolamento che ha permesso per questa stagione pochi sviluppi. C’è da dire che nei test non ha brillato come al solito. La Mercedes è sembrata una macchina nervosa nei test e per questo ci sono più possibilità magari per Verstappen, che è l’unico con una vettura all’altezza della Mercedes in alcune gare. Già in Bahrain domenica potrebbe arrivare davanti a Hamilton, vedremo.

Le Ferrari? Com’è la situazione a Maranello?

La Ferrari nel 2021 farà un po’ meglio, fare peggio del disastro dello scorso anno è difficile. Per tanti, e sono d’accordo, è stato il peggior campionato di sempre. Hanno portato un motore nuovo e anche le altre scuderie Haas e Alfa Romeo che lo montano dicono che sia migliore. Non ci saranno disastri come lo scorso anno ed eviteremo di farci passare in rettilineo come niente fosse. Però siamo ancora dietro a Mercedes, Redbull, Aston Martin e McLaren. Andare a podio sarà faticoso, a questo aggiungo una dirigenza non adeguata, Elkann non è un appassionato come ad esempio era Montezemolo. In più secondo me Binotto, persona squisita e un grande tecnico, non è adatto a fare il Team Principal.

Svolgere questo lavoro a Messina o da Messina a seconda dei punti di vista com’è?

Fortunatamente si può lavorare per corrispondenza, anche se qualche volta sono andato nella sede di Monza del giornale. Posso dirti che per gli spostamenti Messina non è il massimo. Ti porto due esempi. Gran Premio di Ungheria ho preso un autobus fino a Roma e da lì il volo, al ritorno il contrario. Sono tornato a Messina praticamente il martedì. Mentre per Montecarlo treno da Messina a Genova con partenza la mattina prima e all’arrivo nella città ligure. Da lì altre tre ore di macchina per arrivare a Montecarlo. Lavorando da Milano avrei la sede di Monza a 30 minuti di treno e la possibilità di viaggiare con tre aeroporti o anche raggiungere alcuni impianti in macchina.

Lei ce l’ha fatta. Ha qualche consiglio per chi rincorre la sua passione? Cosa manca a Messina in questo campo?

Non direi che ce l’ho fatta ancora, sono all’inizio. Io sprono molte persone a non mollare, dalla mia posso dire che ho avuto la mia famiglia che mi ha coperto le spalle e permesso di inseguire questa mia passione. Bisogna trovare qualcosa che ti gratifica, non solo economicamente, ma che prenda il tuo tempo senza fartelo pesare. A Messina ho trovato persone positive che mi hanno aiutato e consigliato e anche dalle esperienze negative ho imparato qualcosa. Vorrei si migliorasse, qui c’è mancanza di umiltà, ho conosciuto giornalisti di SkySport che sono molto più umili di alcuni colleghi qui. Penso che se avessi la possibilità me ne andrei e tornerei dopo tanti anni una volta che mi sentirei realizzato al 100%, sperando che tornando avrei ancora voglia di fare e proverei a trasmettere la mia passione anche qui in città.

Foto di copertina: @FedericoBasile

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