120 chili di jazz, passione e disperazione: César Brie magistrale

120 chili di jazz, passione e disperazione: César Brie magistrale

Lavinia Consolato

120 chili di jazz, passione e disperazione: César Brie magistrale

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domenica 26 Luglio 2015 - 08:16

Un fantastico César Brie al Forte Teatro Festival con un ritmo tutto sudamericano come lui. Continua con entusiasmo il Festival al Forte San Jachiddu, che sta per giungere al termine. “120 chili di jazz” è uno spettacolo unico e sicuramente di un certo spessore!

Ciccio Mendes (Cesar Brie, regista e unico attore) è un pachidermico uomo di 120 chili che nessuna dieta estrema riesce a smaltire. È innamorato perdutamente di Samantha Mariana: è la sua fidanzata, ma lei non lo sa. L’unico compagno della sua vita è il frigorifero, che certamente non lo giudica troppo grasso. Mariana appartiene ad una borghesia, “condiscendente e velatamente razzista”, di una Bolivia-Messina di cui compaiono noti personaggi politici e luoghi pittoreschi, con le dovute risate del pubblico.

Improvvisamente il dramma: la famiglia di Mariana organizza una festa e lei non ha inserito Ciccio fra gli invitati. Affranto, con la forza della disperazione, Ciccio trova un sistema folle per imbucarsi: con la complicità di Secco, un suo amico contrabbassista, entrerà alla festa come musicista della band, sostituendo appunto l’amico, che fingerà di avere una colica renale. C’è un piccolo dettaglio però, ovvero che Ciccio non sa suonare. “Mimerà il pizzicato del contrabbasso con la bocca”.

La festa è un successo, Ciccio diventa quasi una star, mimando e soprattutto facendo ballare i suoi 120 chili a rimo di jazz, dopo aver opportunamente ripulito il buffet “come un carro armato che passa su pianure e colline”. Manca pure poco al poter conquistare il cuore di Samantha, che però dice: “Oh, Ciccio, se solo fossi più magro!” A Ciccio restano solo i panini.

Cesar Brie è un attore e regista argentino, che ha portato questo spettacolo in scena per la prima volta nel ’94 a Sucre, in Bolivia, dove ha vissuto a lungo, e ciò gli ha permesso di cogliere il confine fra il “velatamente” e il “francamente” razzista della classe non indigena della popolazione, come lui stesso racconta in un intermezzo al testo.

La fame ossessivo-compulsiva e il masochismo raccontati con l’accento straniero di Brie, ed un ritmo, una energia vocale e soprattutto fisica (Brie è normopeso, per non fraintendere) rendono la storia assolutamente deliziosa, esilarante e, in fondo, anche malinconica.

Tra musica samba, jazz e movenze di danza latina, “120 chili di jazz” è uno spettacolo singolare. Brie inoltre coinvolge felicemente il pubblico, di solito molto timido, e la sua è una recitazione che ascolta la situazione circostante.

Il regista ha voluto dedicare lo spettacolo a Giuseppe Luciani, attore e regista messinese, recentemente scomparso.

Il prossimo spettacolo al Forte Teatro Festival sarà il 27 luglio: “Due” di Giovanni Maria Currò, in scena con Mauro Failla. “Due” sarà inoltre il terzo spettacolo della sezione “Legàmi”.

Lavinia Consolato

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