Nella suggestiva cornice di Forte San Salvatore, all’interno della Base della Marina Militare di Messina, è stata firmata dai diversi soggetti coinvolti l’adesione alla Carta di Corfù per la valorizzazione dei sistemi fortificati dell’Area Euro-Mediterranea. La cerimonia ha gettato le basi per il coordinamento dell’intera area dello Stretto, in modo che i forti, una volta destinati a difendere, a tenere fuori, rappresentino ora un abbraccio, un percorso di condivisione e accoglienza.
Dopo il benvenuto da parte del Comandante della Base della Marina Militare, Giuseppe Catapano, la parola è andata al prof. Vincenzo Caruso, del Coordinamento Valorizzazione Forti dello Stretto: “Ci troviamo in un luogo simbolo delle fortificazioni. Ringrazio le associazioni che hanno presidiato i nostri forti contro il vandalismo e l’incuria. Si tratta di un patrimonio unico rispetto ad altri sistemi fortificati perché il nostro si sviluppa ad anello, contro nemici che potevano arrivare dal mare”. Il prof. Caruso ha poi mostrato gli splendidi panorami da cui si può godere proprio dai nostri forti: “Potrebbero da soli permettere lo sviluppo di una forte economia basata sul turismo. Quando le diverse associazioni hanno ricevuto le concessioni relative ai forti, questi si trovavano in condizioni terribili. Il problema è che anni fa queste concessioni avevano un certo prezzo, in seguito il Demanio lo ha alzato di molto, causando difficoltà alle associazioni che devono anche sopportare i costi di gestione. Dall’incontro, avvenuto ormai quasi venti anni fa, con Pietrangelo Pettenò, è venuta l’idea di riproporre il modello veneziano lanciato da Massimo Cacciari in modo da creare un coordinamento tra i vari forti, ognuno con la propria specialità. Nel 2008 abbiamo ospitato a Messina un convegno tra città fortificate, con un proficuo scambio di esperienze tra realtà diverse. Bisogna avere il coraggio di scommetterci sempre di più, e i dati relativi al turismo dimostrano che è una scommessa su cui puntare”.
“Abbiamo iniziato negli anni ’80, come volontari” ha raccontato proprio Pietrangelo Pettenò, amministratore unico “Marco Polo System”, “Abbiamo immaginato un itinerario nel Mediterraneo orientale per valorizzare il patrimonio culturale rappresentato dai nostri forti. Stamattina ho visitato il meraviglioso Forte Petrazza, che non conoscevo. La Carta di Corfù si rifà alla Convenzione Europea di Faro, innovativa nel riconoscere la dinamica di condivisione, di eredità e di memoria del patrimonio culturale. La Carta di Corfù è un principio, il progetto “Forti che uniscono” ha invece l’obiettivo concreto di fare rete, di recuperare un’economia che permetta sviluppo e lavoro. “Forti che uniscono” vuole creare un legame con il mondo della politica e della cultura, sia classica che scientifica”.
A rappresentare il Sindaco di Messina, il vicesindaco Salvatore Mondello: “Si parla di Area dello Stretto da molto tempo, e un momento come questo ci fa fare uno scatto in più. L’amministrazione è molo vicina alle associazioni che si impegnano per la salvaguardia di questi spazi” ha detto il vicesindaco, per poi dichiararsi ottimista circa il dialogo con l’Agenzia del Demanio proprio sul tema delle concessioni. “Ho vissuto qui perché mio padre era militare, e sono molto legata a questo luogo” ha poi spiegato l’assessore alla programmazione dei Fondi Europei Carlotta Previti, “Non so quanti conoscono bene i forti, ma va detto che da essi si può ammirare un panorama unico al mondo. Se la Sicilia è una delle regioni più belle del mondo, allora la nostra provincia è uno dei territori più belli del mondo, e i forti ci aiutano a non dimenticarlo”.
L’architetto Daniela Nevi ha rappresentato il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà: “Il sindaco ha accettato con entusiasmo la proposta di adesione. Nel momento in cui è giunta avevamo appena terminato il restauro dei due forti umbertini di Colle Pentimele, forti a cui i reggini sono molto legati. Ci piace considerarlo sentinelle di pace e cultura”.
È stato quindi il turno del vicesindaco di Campo Calabro, Alberto Idone: “Un comune con meno di cinquemila abitanti su cui insistono tre strutture importanti non può rimanere da solo, perciò abbiamo aderito con entusiasmo”. Entusiasmo condiviso da Giovanni Siclari, Sindaco di Villa San Giovanni: “Quando si tratta di unire lo Stretto Villa San Giovanni è sempre chiamata in causa. Tutto quello che riguarda la nostra meravigliosa fascia di mare ha una marcia in più. Non sfruttare quello che abbiamo sarebbe un vero peccato”.
“Si è sempre considerata l’area in questione come un collegamento solo tra Messina e Reggio” ha spiegato l’onorevole Domenico Battaglia, Presidente della commissione permanente interregionale Area dello Stretto, “Ma in realtà è molto di più. Non esistono in Europa due città metropolitane separate solo da pochi chilometri di mare. Sposo le parole di Cacciari, secondo il quale ciò che abbiamo a disposizione può permettere un importante sviluppo economico. Dobbiamo giocare d’attacco, e non di rimessa, nella valorizzazione dei nostri attrattori turistici. Sicilia e Calabria sono due regioni di accoglienza in posizione strategica, possiamo realizzare tantissimo”.
L’architetto Orazio Micali, Soprintendente per i beni culturali e ambientale di Messina, ha ribadito la disponibilità a svolgere un contributo attivo della Soprintendenza, augurandosi al contempo che le pregevoli intenzioni siano seguite dai fatti, indipendentemente dal futuro politico dei soggetti coinvolti: “Cerchiamo di fissare condizioni non reversibili del progetto. Bisogna guardare all’ultimo metro che dovremo percorrere con la stessa attenzione che prestiamo al primo”. “Sono molto emozionata” ha dichiarato la dottoressa Daniela Vinci, della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, “essendo messinese di nascita e lavorando in Calabria, sento fortemente lo spirito di collaborazione del progetto”.
Il prof. Francesco Calabrò, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, e i prof. Filippo Grasso e Massimo Villari, dell’Università degli Studi di Messina, hanno sottolineato l’importanza, per le università, di avere un rapporto concreto e vivo con il territorio, mentre la dottoressa Teresa Gualtieri, della Federazione Italiana Club per l’UNESCO ha spiegato che sentire l’appartenenza al patrimonio culturale significa sentire dei luoghi come una parte di noi. Terminati gli interventi, è giunto il momento delle firme, precedute dall’augurio, da parte di Pietrangelo Pettinò, che “A partire da domani si inizi a fare qualcosa di concreto“.