Una ricerca condotta dagli scienziati dell'Event Horizon Telescope
Solo due anni fa, lo scorso 10
aprile 2019, veniva resa pubblica la fotografia ravvicinata di un buco nero. Una
struttura luminosa ad anello con una regione centrale scura che rappresentava
l’ombra del buco nero. A due anni esatti di distanza l’Event Horizon
Telescope è riuscito ad estrapolare anche una foto del campo magnetico
che si crea nel punto più vicino all’orizzonte degli eventi. Un gruppo di
ricercatori di tutto il mondo ha collegato virtualmente otto telescopi in tutto
il mondo, utilizzando anche le 66 antenne del radiotelescopio Alma
dell’Osservatorio Europeo Meridionale, in modo da ottenerne uno unico: l’Event
Horizon Telescope.
Grazie alla strumentazione messa a
punto dai ricercatori si è riusciti ad ottenere un’immagine più nitida, in
grado di mostrare una mappatura del campo magnetico che si forma lungo il bordo
del buco nero, ovvero il punto più vicino all’orizzonte degli eventi, appartenente
alla galassia M87, distante dalla Terra 55 milioni di anni luce.
Come spiegano gli scienziati dell’Event
Horizon Telescope, “E’ stata aggiunta un’altra pagina alla fisica
dei buchi neri. Nessuno era stato in grado di arrivare così vicino
all’orizzonte degli eventi finora. La comprensione di questi campi magnetici è
fondamentale per capire quali parti del campo magnetico sono responsabili dei
getti ad alta energia emessi dai buchi neri”.