Le direttive di Croce sul bilancio di previsione 2012

Le direttive di Croce sul bilancio di previsione 2012

Danila La Torre

Le direttive di Croce sul bilancio di previsione 2012

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venerdì 16 Novembre 2012 - 20:01

Il documento contabile dovrà tenere conto di tutte le criticità. Lo ha confermato anche l’esperto del commissario, Dalmazio, che ha partecipato alla Commissione bilancio, promettendo collaborazione con i dirigenti di Palazzo Zanca

A Palazzo Zanca si cambia registro e per la redazione del bilancio di previsione 2012 le direttive arrivano direttamente dal commissario straordinario, Luigi Croce. Il reggente di Palazzo Zanca, alle prese con una situazione economico e finanziaria drammatica, sembra intenzionato a dettare le regole del gioco ed a tracciare una linea di discontinuità col passato. Sul documento contabile di previsione, che dovrà essere redatto e approvato prima del 12 dicembre – giorno in cui il Comune si troverà ancora dinanzi alla Corte dei Conti – le indicazioni fornite, con nota protocollata, al responsabile Area Bilancio, Giovanni Di Leo, ed al responsabile della Ragioneria Generale Ferdinando Coglitore, sono rigide e precise.

«Nel redigere il bilancio -scrive Croce – si dovrà tenere conto: dei rilievi mossi al consuntivo 2011 dal Collegio dei Revisori; dei rilievi mossi dalla Corte dei Conti; della effettiva situazione delle partecipate ed in particolare delle società Atm, Messinambiente, Ato Me 3 ed Amam». Se negli anni passati sulle partecipate si è chiuso un occhio e pure due, quasi ignorandone l’esistenza, adesso gli occhi bisognerà sbarrarli entrambi, «tenendo nel giusto conto – sottolinea nel documento il commissario – che alcune di tali società evidenziano un particolare squilibrio finanziario, altre una strutturale e persistente difficoltà a riscuotere i crediti».

Stando alle direttive di Croce, inoltre, il previsionale dovrà tenere conto « della circostanza che l’ufficio legale ha comunicato che la somma per le spese legali ammonta ad euro 16.865.967,00; della circostanza che il dirigente ai Tributi ha comunicato che «non sussistono i presupposti per certificare la perdurante sussistenza dei residui attivi risultanti al 31 dicembre 2001 afferenti agli esercizi 2006 e precedenti; della cronica e persistente difficoltà del Comune di Messina a riscuotere crediti; e di un piano di dismissioni che non si ritiene possa raggiungere gli obiettivi prefissati».

L’ex procuratore capo è stato chiarissimo, adesso tocca a Di Leo e Coglitore recepire le istanze e collaborare. Ed a proposito di collaborazione, l’esperto del commissario, Antonino Dalmazio, nega qualsiasi contrasto con i due dirigenti di Palazzo Zanca: «Rappresentiamo la stessa parte ed abbiamo il dovere di fare tutto ciò che possiamo per evitare quello che consideriamo il male peggiore» ha dichiarato in Commissione bilancio, alla cui seduta ha partecipato insieme agli altri due esperti, Paolo Tomasello e Luigi Saccà, affiancati da una new entry Luigi Montalbano, esperto in diritto societario. In merito alla doppia relazione presentata alla Corte dei Conti, l’ex presidente di Messinambiente ha sottolineato che non esistono differenze di numeri tra la loro relazione e quella redatta da Coglitore e Di Leo, «primo perché una (quella dei due dirigenti interni i ndr) non riporta numeri e secondo perché le conclusioni sono identiche».

Dalmazio ha, inoltre precisato che, nel redigere quel documento, che riporta una massa debitoria di 240 milioni di euro, lui e gli atri due esperti si sono «ripromessi di fotografare i fatti così come effettivamente fossero , senza considerazioni e giudizi», evidenziando- al contempo- che la situazione è addirittura più grave di come l’hanno descritta perché «i numeri sono riportati per difetto». Dalmazio ha, però, anche voluto rassicurare tutti: «i numeri – ha detto- possono essere pensati come qualcosa che impedisce di redigere un bilancio, ma non è così». La ricetta è semplice: «fare sacrifici e tagliare le spese. Non è possibile che ci siano edifici comunali chiusi e si paghino fitti passivi; non è possibile che il Comune non sia in grado di recuperare crediti e tributi». E sul previsionale che verrà, la linea è quella di Croce: «E’ chiaro che bisogna tener conto delle criticità, se non fotografiamo la realtà per quella che è, rinviando i problemi a sei mesi, la situazione potrà solo peggiorare».

Nel suo intervento, Dalmazio non ha risparmiato una stoccata, rivolta a «titolo personale», al Consiglio comunale: «Lo voglio dire con umiltà nei confronti dell’unico organo politico che adesso rappresenta la città, non ho gradito che, in questo momento di difficoltà, il Consiglio comunale non si sia espresso sul consuntivo 2011, abbiamo rischiato di perdere 5 milioni di euro (dei trasferimenti statali ndr). I consiglieri comunali gli hanno ricordato di aver bocciato il documento finanziario di fine esercizio e non, come ha detto Dalmazio, di «essere scappati dalle proprie responsabilità».

Espressa la sua opinione sul Civico consesso in merito a quella singola circostanza, Dalmazio ha voluto rivolgere un appello ai consiglieri: «Non è il momento di fare polemiche, ma di guardare in faccia la realtà». Appello immediatamente disatteso dal consigliere del Fli Pippo Trischitta, che contro l’uomo di fiducia di Croce ha puntato il dito:« La sua posizione – ha detto rivolgendosi a Dalmazio – è inconciliabile con il suo incarico di esperto in quanto è già stato amministratore di Messinambiente e politicamente schierato in campo, con una lista di sostegno a Buzzanca».

“Scaramucce” a parte, la commissione bilancio è servita a fare chiarezza su un punto importante: il bilancio previsionale 2012 dovrà essere una fotografia reale della situazione economica del Comune, che tenga conto di tutto. Anche di ciò che non piace ma che purtroppo esiste e influisce sui conti di Palazzo Zanca.

(Danila La Torre)

8 commenti

  1. ART.21 COSTITUZIONE. Luigi CROCE risponde con fermezza per primo e in solitudine alla mia domanda: CHI GOVERNA MESSINA, POLITICI O DIRIGENTI? IO, fino a quando sarò Commissario di Messina. Luigi CROCE conosce bene le leggi, sa che nella procedura di formulazione del BILANCIO DI PREVISIONE tocca ai responsabili di servizio dei vari dipartimenti predisporre le previsioni circa gli stanziamenti,in entrata/uscita, di rispettiva competenza. Questo lavoro preparatorio viene coordinato dal responsabile di ragioneria, che predispone una bozza di BILANCIO DI PREVISIONE,allega una prima bozza della RELAZIONE PREVISIONALE e PROGRAMMATICA,una bozza di BILANCIO PLURIENNALE. A questo punto della procedura, Luigi CROCE con l’autorevolezza che tutti gli riconoscono, che avrei voluto in BUZZANCA, MILORO e PREVITI, detta a Ferdinando COGLITORE le INTEGRAZIONI e MODIFICHE che ritiene necessarie, in piena autonomia dai DIRIGENTI, come prevede la legge e la DEMOCRAZIA. FINALMENTE si apre una breccia nel muro della BUROCRAZIA, dobbiamo allargarla fino a demolire quel muro. Forza RESET e MOVIMENTO 5 STELLE, date una mano a Luigi CROCE, su questo aspetto vitale per riconquistare Palazzo Zanca, il Commissario sta lavorando per voi.

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  2. ART.21 COSTITUZIONE. A proposito di dirigenti del Comune e della Soprintendenza, malanova mi avi chi autorizzò l’altezza di quel obbrobrio architettonico, con i cessi in direzione dello sguardo dei visitatori, impedendo ai loro occhi, dal belvedere di Cristo Re, di volare dolcemente su Piazza Duomo e poi sulla Falce. MALANOVA MI ANNU
    http://img87.imageshack.us/img87/4176/messina.png

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  3. poco meno di un mese per dichiarare il dissesto stando alle cifre che si rincorrono da articolo in articolo. Mah che dire !!!!
    Tanti topi stanno scappando mentre la nave Messina affonda sempre più come la Cariddi. Affonda grazie ai tanti buchi fatti dai cari politicanti come per la Fiera, la cittadella sportiva dell’università, l’ATM, Messinambiente, i servizi sociali, l’Ato3 e chissà quanti altri nodi verranno al pettine.
    speriamo bene

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  4. In questo caso sono d’accordo con Trischitta! Dalmazio non è indicato per questo incarico….deve occuparsene qualcuno che abbia anche la volontà di “vedere chiaro”….qualcuno insomma che guardi bene dove fino ad oggi ha messo le mani Coglitore & C.
    Se siamo ridotti cosi è a causa di qualcuno che le carte le ha sempre coperte e scoperte a piacimento….

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  5. Il fatto sconcertante è che stanno facendo di tutto per evitare un dissesto già esistente. Con i soli sacrifici si salva la politica che ha determinato questa situazione. Il dissesto va dichiarato senza mezzi termini perchè è veramente impossibile continuare ad avere a Messina i soliti personaggi che dettano legge. Bisogna azzerare tutto e ripartire, ma non con questi consiglieri, non con questa politica che in questi anni ha sfruttato le disgrazie dei cittadini per farsi propaganda elettorale. Se Coglitore e De Leo erano presenti in questi anni perchè non hanno mai inviato nessuna relazione alla corte dei conti su quello che stava accandendo a Messina?
    Se non lo hanno fatto, sono complici anche loro e di conseguenza devono anch’essi pagare le conseguenze del dissesto.

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  6. complimenti Commissario è riuscito a fare emergere la verità per troppi anni , almeno 8, nascosta. In buona sostanza Lei sta dicendo alla ragioneria di cambiare la linea tenuta sino ad oggi (buzzanca, sbordone, genovese, sinatra, buzzanca, a dire il vero confutata dal solo sinatra che non ha votato il bilancio del comune): non riconoscere i debiti verso atm non riconoscendo il bilancio. Tutto ciò ha consentito di parlare di comune con un buon bilancio, aggravando ogni anno la situazione ed impedendo di attuare provvedimenti di riduzione della spesa. L’aspetto più eclatante di questa linea è stato il fatto che negli ultimi 8 anni, con una situazione di apparente buona salute del comune (solo sulla carta), il fondo per le indennità di posizione e risultato (premi) per i dirigenti è stato ogni anno liquidato ai dirigenti del comune, compresi quelli della ragioneria.
    E’ triste vedere i dirigenti arroccati su una posizione evidentemente non sostenibile, come si può dire che non si conosce lo stato delle tue partecipate al 100% e non sommare quei debiti a quelli del comune?
    Come si può? Come hanno potuto farlo? Assessori al bilancio, Sindaci pro tempore erano così sprovveduti?

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  7. I dirigenti negli enti pubblici sono “obbedienti esecutori” del politico di turno. I dirigenti eseguono quanto disposto dal potere politico, a condizione del guadagno. Negli enti pubblici (almeno in Sicilia e a Messina) il potere politico si sostituisce ai dirigenti disponendo in loro vece, con relativo avallo. Ecco perchè ai dirigenti viene riconosciuta un’autonomia apparente, gestita di fatto dal potere politico.
    I dirigenti preparati, attenti e capaci (vedi Saja), costituiscono un serio pericolo e pertanto vanno emarginati e allontanati. Alla fine il danno lo paga sempre la cittadinanza che subisce l’aumento delle tasse e delle imposte. In caso di dichiarazione di dissesto o ricorso al fondo salva comune, ci sarà un aumento di tasse al massimo livello. L’unica consolazione è che con la dichiarazione di dissesto, ci si libera per dieci anni dalla classe politica e da tutto il contorno che ha portato a tutto questo.

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  8. Fare sacrifici e tagliare le spese è facile tanto ci va di mezzo sempre Pasquale. Il difficile è RECUPERARE CREDITI E TRIBUTI. Bah, difficile perchè? NON CAPISCO.

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