Pizzo: "E' emergenza, occorre un piano straordinario per la Sicilia". Faraone: "Chi sbaglia vada a casa"

Pizzo: “E’ emergenza, occorre un piano straordinario per la Sicilia”. Faraone: “Chi sbaglia vada a casa”

Carmelo Caspanello

Pizzo: “E’ emergenza, occorre un piano straordinario per la Sicilia”. Faraone: “Chi sbaglia vada a casa”

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martedì 06 Ottobre 2015 - 15:18

Giovedì tavolo tecnico alla Regione con i sindaci. L'assessore alle Infrastrutture invoca un piano eccezionale come accaduto per acqua e rifiuti. Il sottosegretario di Stato: "È arrivato il momento di mandare a casa chi è responsabile di questo sfacelo continuo che danneggia e mette in pericolo i siciliani"

E si ricomincia con i tavoli tecnici. L’appuntamento è per giovedì mattina a Palermo. Ci saranno anche i sindaci. C’è da affrontare l’emergenza dopo l’ennesima frana, quella che nella notte tra domenica e ieri ha tagliato in due la Sicilia Orientale, spendendola all’inferno. Nel caos. I circa 2mila metri cubi di terra e massi franati giù dalla collina lungo la A-18, all’altezza di Letojanni, ostruiscono la carreggiata lato monte. Quella a valle, da mezzogiorno, è utilizzata per il transito dei mezzi nelle due direzioni di marcia. “Siamo in profonda emergenza – chiosa l’assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pizzo – il Pil dell’Isola sta crollando a causa della carenza di viabilità. Per non parlare dei diritti negati ai cittadini: allo studio e alla salute innanzitutto”.

Pizzo va subito oltre e nel corso del sopralluogo a Letojanni invoca “un piano straordinario. E non solo per le strade ma per avere una visione complessiva della viabilità dell’Isola che comprenda anche i trasporti marittimi e ferroviari. Qua non c’è un problema da affrontare volta per volta – taglia corto – c’è un problema di viabilità globale. C’è una frana dopo l’altra. L’anno scorso sono state 6000, in parte finite sulle strade. Quest’anno non credo sia diverso. Ci vuole un piano straordinario e, soprattutto, uno stato di emergenza per la viabilità dell’Isola, come in passato c’è stato per l’acqua e i rifiuti. La viabilità è fondamentale soprattutto per le merci, anche perché con il crollo del viadotto Himera, sulla A 19 – rimarca l’assessore – è la strada a maggior transito di tir dell’Isola, in particolare quelli della parte sud orientale della Sicilia”. Pizzo affronta anche il discorso dei fondi. “Non ce ne sono molti – sottolinea – ma il problema è che ci sono troppi spezzettamenti delle competenze. Secondo me ci vuole una delega unica a un soggetto che faccia una operazione straordinaria per almeno un anno o due, in modo da ripristinare quel minimo di viabilità di merci e persone in Sicilia. I soldi sono sul dissesto idrogeologico, sull’Anas, sugli avanzi di gestione delle Province, su altri interventi dei fondi strutturali europei, sulle ferrovie. Ci vuole un’unica cabina di regia sui trasporti – ribadisce – che non deve affrontare comitati interministeriali, spezzettamento di competenze, polemiche politiche sterili che ai cittadini non portano assolutamente niente”.

Il sopralluogo è finito da poco quando il sottosegretario di Stato Davide Faraone tuona: “Ancora frane sulle strade siciliane. Chi sbaglia deve andare a casa. Sicilia a pezzi, atto terzo. Stavolta è toccato all’autostrada Messina-Catania… È arrivato il momento di mandare a casa chi è responsabile di questo sfacelo continuo che danneggia e mette in pericolo i siciliani”. Faraone, in sostanza, chiede a Crocetta di “rimuovere i vertici della Protezione civile e del Cas”. E ricorda che “il governo nazionale, dopo il crollo del Viadotto Himera sulla A19, ha rimosso i vecchi dirigenti dell’Anas, ha investito risorse (30 milioni) per ricucire la Palermo-Catania e fondi (27,4 milioni) per il miglioramento della viabilità. Adesso, grazie all’intervento del ministro Delrio e tramite l’Anas, mette sul piatto altri 840 milioni di euro. Ma a cosa serve…?".

Il vicesegretario regionale dell’Udc, Matteo Francilia, che il territorio lo conosce bene essendo di Furci Siculo, al termine del sopralluogo ha parlato di “una situazione drammatica per i collegamenti, con enormi disagi per i cittadini, per l’economia locale e anche per la sicurezza. E’ giunto il momento di mettere da parte il solito rimpallo di responsabilità e accuse – chiosa – che anche in questa occasione non sono mancate, e impegnarsi tutti concretamente per risolvere definitivamente questi problemi. Senza la messa in sicurezza del territorio in Sicilia è impossibile realizzare qualsiasi piano di sviluppo strategico ed economico dell’Isola. Bisogna pensare a interventi risolutivi – conclude Francilia – sia per mantenere in efficienza le nostre opere infrastrutturali, quanto per risolvere il problema del dissesto idrogeologico”. E intanto giovedì ci sarà il tavolo tecnico. L’ennesimo.

Carmelo Caspanello

6 commenti

  1. NON E’ L’AUTOSTRADA CHE FRANA E’ LA SICILIA TUTTA CHE FRANA

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  2. NON E’ L’AUTOSTRADA CHE FRANA E’ LA SICILIA TUTTA CHE FRANA

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  3. no a casa, IN GALERA

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  4. no a casa, IN GALERA

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  5. una volta c’erano gli operai che vigilavano sule strade e potenziali frane allertando gli uffici tecnici e protezione civile…poi vennero a mancare. Chi fa opera di prevenzione?? Nessuno!

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  6. una volta c’erano gli operai che vigilavano sule strade e potenziali frane allertando gli uffici tecnici e protezione civile…poi vennero a mancare. Chi fa opera di prevenzione?? Nessuno!

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