L'amministratore di Caronte & Tourist: "Basta ipotesi social. Serve un vero dibattito sul futuro della portualità". "No comment" di Mega
MESSINA – “A Villa San Giovanni la vera, unica, definitiva soluzione è il nuovo porto a Sud”. Per Vincenzo Franza, amministratore di Caronte & Tourist, è quella la soluzione e non mancano le osservazioni critiche nei confronti dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto (Adsp): “Basta ipotesi social, non condivise. Crediamo che il dibattito appena avviato – in realtà affidato prevalentemente a canali mediatici e social invece che a un confronto tra addetti ai lavori – sul futuro della portualità a Villa San Giovanni stenti a incanalarsi nelle direttrici giuste”.
Da parte sua, il presidente dell’Autorità, Mario Mega, interpellato da Tempostretto, preferisce non commentare le dichiarazioni di Franza.
Aggiunge l’amministratore delegato: “E’ evidente che le attività di traghettamento impattino in modo sempre meno sostenibile sulla normale viabilità cittadina di Villa San Giovanni, organizzata secondo criteri e visioni che certo oggi mostrano i loro limiti rispetto a scelte operate decenni fa. E’ evidente che l’attuale porto non offra ormai standard adeguati in termini di facilities e confort per i passeggeri, e lo diciamo con il rammarico, di chi, imprenditore privato, ha messo in campo sforzi importanti e palesi, ma evidentemente non sufficienti”.
“Già nel 2001 ci candidammo per realizzare l’approdo a Sud di Villa San Giovanni”
Mette in evidenza l’alto dirigente: “Proprio perché prevedevamo scenari e volumi di traffico diversi, già nel 2001, quando a Messina si decise di realizzare l’approdo di Tremestieri, ci si candidò per realizzare l’approdo a Sud di Villa San Giovanni con un progetto sostanzialmente identico all’attuale in discussione, in seguito donato alle istituzioni locali ma mai attuato. Vediamo queste criticità, insomma. Continuando a nutrire – aggiunge Franza – serissime perplessità sul modo in cui l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto pensa di affrontare queste e le altre”.
E ancora: “Pensiamo al nostro progetto per i nuovi approdi a Reggio Calabria, che avrebbero contribuito a rilanciare quel porto ampiamente sottoutilizzato e a decongestionare il porto di Villa San Giovanni. Progetto che era stato pure approvato dal ministero dell’Ambiente e quindi cantierabile, ma di fatto (come sancito dal Tar) bloccato dall’Adsp che preferì – anche in quella occasione – opporre progetti alternativi irrealizzabili. Pensiamo – ancora alla vicenda del porto di Tremestieri”.
Vincenzo Franza lamenta che, in occasione della redazione del documento di Programmazione strategica del sistema portuale, l’Autorità abbia “annunciato di voler procedere in autonomia riservandosi di confrontarsi in un secondo momento con i portatori di interessi. Ciò perché – si dichiara a mezzo stampa – sarebbero stati chiesti contributi di idee agli operatori, dai quali sarebbero giunte risposte blande e insufficienti“.
“Sul porto di Tremestieri non siamo stati coinvolti”
Aggiunge l’amministratore delegato: “Nella fase preparatoria di un documento così importante per il futuro del porto di Tremestieri non siamo stati minimamente coinvolti. Ciò malgrado, alla realizzazione di quel porto abbiamo contribuito già dalla progettazione (il prolungamento del Molo di Sopraflutto è stato proposto dagli operatori). Abbiamo offerto un nostro contributo alla sua organizzazione funzionale, consentendo così di smaltire oltre il 90% del traffico pesante, contro il 60% previsto dal Progetto. E ancora: abbiamo detto la nostra in tema di organizzazione gestionale avviandone la gestione e organizzando quello che è l’attuale modello di funzionamento dell’approdo. Abbiamo preparato l’unica proposta concreta per rendere realmente operativo il nuovo porto in corso di costruzione (proposta condivisa dalla Regione, dai trasportatori, dall’amministrazione comunale). Ebbene, noi operatori, noi che Tremestieri lo abbiamo voluto e visto nascere; noi che conosciamo nel dettaglio i flussi di traffico che interessano quel porto, non siamo stati minimamente coinvolti”.
“Non si intervenga su una sola sponda”
Aggiunge Franza: “A Villa San Giovanni si enfatizza un accordo con Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) che dovrebbe tradursi in progetto per il potenziamento del numero degli ormeggi dei mezzi veloci e degli ormeggi pubblici e per la realizzazione di una stazione marittima direttamente collegata alla stazione ferroviaria ed agli imbarchi. Leggiamo che per questi interventi sono state già individuate le risorse (evidentemente di origine Pnrr) e si pensa a una rapida cantierizzazione. E tuttavia (ma non è una novità) si ipotizzano nuove opere senza che si sia proceduto a un’analisi approfondita della domanda attuale e futura; senza aver ben chiari gli obiettivi rispetto alla domanda non soddisfatta; senza strategie tecnologiche e infrastrutturali, dimenticando che un servizio di collegamento si svolge tra due sponde e che – soprattutto per quanto riguarda il traghettamento – non ha alcun senso intervenire su di una sola sponda, senza valutare gli effetti sull’altra”.
Il Consiglio comunale di Villa San Giovanni: “Gli approdi a Sud per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto”
L’amministratore di Caronte & Tourist cita il Consiglio Comunale di Villa San Giovanni che si è appena pronunciato all’unanimità, ribadendo “in maniera unanime il no all’inaccettabile potenziamento dell’attraversamento dello Stretto con la localizzazione di approdi/scivoli per traffico gommato a nord dell’attuale stazione marittima”. In particolare, il Consiglio richiama l’Adsp a un impegno per “ideare, progettare, realizzare gli approdi a Sud perché necessari allo sviluppo sostenibile dell’Area dello Stretto mettendo a sistema le aree industriali di Campo Calabro, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, e Messina con il porto e le ferrovie”.
“La definitiva soluzione è il porto a Sud”
Per Franza, “Che senso ha perdere tempo? La vera unica definitiva soluzione, e tutti concordano, è il nuovo porto a Sud e tale scelta è diventata irrevocabile con la costruzione del nuovo approdo di Tremestieri. Lo spostamento delle attività di traghettamento al di fuori del centro abitato è la soluzione ottimale e unica al problema e solo così facendo si realizzerà la necessaria interfaccia col nuovo porto di Tremestieri. L’area individuata a sud dell’attuale porto di Villa San Giovanni è distante sufficientemente da agglomerati urbani e centri abitati; è asservita a un fascio binari e dunque connessa alla rete ferroviaria; si trova in prossimità di svincoli autostradali con accesso diretto alla rete autostradale e agli altri sistemi viari con poche e facili opere; si trova praticamente di fronte al porto di Tremestieri.
“Non facciamo perdere il treno Pnrr”
“La vicenda di Tremestieri in ultimo – rileva l’amministratore delegato – insegna tra le altre cose che per la costruzione di un nuovo porto occorrano tra i 12 e i 15 anni. Davvero si sta lasciando che il treno Piano nazionale ripresa e resilienza passi saltando questa fermata? Davvero non si capisce che persino l’attuale situazione di stallo dei lavori del sito messinese potrebbe essere utile per allineare le tempistiche se quelli per la costruzione del nuovo porto di Villa San Giovanni partissero senza ulteriori indugi, avvalendosi della tempistica consentita dal Pnrrr?”.
Su questi temi Tempostretto continuerà ad essere una testata attenta, in linea con la propria vocazione di giornale dello Stretto, avviando un confronto con tutti i soggetti disponibili: dagli imprenditori all’Autorità portuale e alle realtà sindacali per individuare insieme le scelte decisive per i prossimi anni.
Si certo infatti Mega è contro di voi
Fatemi la cortesia queste favole andatele a raccontare da qualche altra parte
Di questo passo, temo, perderemo l’ennesimo treno della storia italiana : l’ennesima opportunità. Ciò che è la prassi per paesi evoluti come la Germania, per noi rappresenta solo qualcosa contro cui lottare perchè non si verifichi. Cito solo l’esempio di Francoforte sul Meno. Dopo la seconda guerra mondiale si colse l’occasione delle ricostruzione di una città demolita dai bombardamenti alleati, per individuare un luogo unico (un Hub) che fosse lo snodo di collegamenti auto – treno- ferrovia -metro – pulmann. E si costrui’ di conseguenza. Risultato ? Arrivi a Francoforte dal cielo (ad esempio), e dalla stazione aereoportuale puoi scegliere cosa utilizzare e dove arrivare (all inclused). Stretto di Messina : la guerra passo’ anche per quest’area : sopratutto Messina, sopporto’ pesanti bombardamenti alleati, come sappiamo. Ma …. nel dopoguerra, non si colse (io direi, piuttosto, NON SI VOLLE FARLO), l’occasione, piu’ volte sbandierata nei comizi elettorali, in questi anni, di creare una rete di trasporti aereo-ferroviaria-stradale, in grado di promuovere opportunità di sviluppo per la nostra economia. Eppure le strutture di base ci sarebbero : 1) l’aereporto Tito Minniti ; 2) la rete ferroviaria ; 3) la rete autostradale. In un altro paese, gia’ da tempo, si sarebbe trovata la quadra per lavorare in rete (settore pubblico e settore privato), su un fine comune : ovvero offrire servizi all’utenza pubblica. Destinazioni ? Messina, Reggio Calabria, Isole Eolie, Milazzo. Invece cosa si fa ? Sistematicamente, si mette il freno ad ogni iniziativa realisticamente efficace. Esempio : Le Ferrovie dello Stato, hanno realizzato un treno ad alta velocità (ITALO, per intenderci) che in 3 ore e mezza ti porta da Salerno a Reggio Calabria. In viaggio, sembra di non essere in Italia (trovi tutto, presa per il telefonino, wi-fi gratuito …). Ti risvegli dal sogno, scendendo. Eh gia’ perchè a Villa San Giovanni trovi un servizio della Blue Jet, organizzato molto ma molto male (ad esempio, come sala d’attesa per la nave veloce, c’e’ un bar sotto il sotto passaggio, invece di una regolare sala passeggeri), la cosa piu’ assurda è che la biglietteria è posta in secondo piano, in una roulotte (Pero’ il biglietto lo hai gia’ pagato, se lo vuoi, sul biglietto del treno). Poi, spunta un tizio con una sorta di bande rifrangenti rosse che ti porta all’imbarco (in un cammino fatto all’aria aperta (che voglio vedere, quando piove come ti combini …) Insomma, per ritornare a vedere qualcosa di decente, devi imbarcarti sulla nave veloce, ed allora ritorni al minimo sindacale, almeno). A questo punto, non meravigliamoci se poi, la Caronte Tourist, prima o poi non realizzerà un accordo con Italo, per consentire ai passeggeri di utilizzare le navi della compagnia per scendere , sul Viale della Libertà. Insomma : si coglie l’impressione di collegamenti, certo, esistenti, ma slegati tra loro. Perchè invece non cambiare … rotta ? Cosa si aspetta, insomma, a realizzare una rete intermodale di trasporto, in grado di consentire ad ogni passeggero di recarsi comodamente ed in modo efficiente nei diversi punti dell’area dello Stretto ?????
Intanto Fs traghetta i veicoli dal porto di tremestieri direzione vsg.
Ma come può accadere che, nonostante passino gli anni ci ritroviamo sempre tra i piedi le stesse famiglie, che oltre al business non hanno mai fatto alcunché per la collettività. Mi correggo ci trasportano da un lato all’altro dello stretto a prezzi stracciati .