La Sorbonne studia gli affreschi bizantini del Monastero di San Filippo di Fragalà

La Sorbonne studia gli affreschi bizantini del Monastero di San Filippo di Fragalà

La Sorbonne studia gli affreschi bizantini del Monastero di San Filippo di Fragalà

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giovedì 28 Giugno 2012 - 08:40

L'università parigina ha scelto il convento sui Nebrodi quale importante esempio di pittura bizantina nell'Italia meridionale

Dopo un primo sopralluogo ispettivo effettuato nell’agosto del 2010 in Sicilia – regione scelta come avvio del progetto studio della pittura «bizantina» in Italia meridionale, in questi giorni, un gruppo di studiosi sono tornati al Monastero di San Filippo di Fragalà, a Frazzanò.
L’équipe, sulla scorta di una collaborazione Francia-Italia, nello specifico era formata da Parigi, l’École Pratique des Hautes Études (Catherine Jolivet-Lévy, Prof. Ordinario di Storia dell’Arte Bizantina), l’Université Paris 1 Panthéon Sorbonne (Sulamith Brodbeck, Docente di Storia dell’Arte Bizantina, che ha di recente pubblicato un bel volume su Les Saints de Monrelale), l’Unité Mixte de Recherche 8167 Orient et Méditerranée (Marie-Patricia Raynaud, Ricercatore) e, da Lecce, l’Università del Salento (Marina Falla Castelfranchi, Prof. Ordinario di Storia dell’Arte Medievale e Bizantina; Manuela De Giorgi, Docente di Storia dell’Arte Medievale). Gli storici dell’arte bizantina infatti si sono focalizzati a lungo sui mosaici della Sicilia normanna o sulla decorazione delle cripte pugliesi, laddove invece, le decorazioni monumentali e rupestri di altre aree, talora inedite, ma ragguardevoli a volte per qualità, e certamente per numero, di rado sono rientrati tra gli interessi degli specialisti del settore.
La creazione di un Corpus risponde dunque all’esigenza di creare uno strumento di ricerca chiaro, coerente e il più completo possibile del patrimonio pittorico bizantino e bizantineggiate delle regioni considerate. La sistemazione topografica, per regione, del Corpus – Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania – da una parte, obbedisce alla necessità di rendere il più agile possibile tale strumento, e dall’altra appare indispensabile al fine non soltanto di far conoscere questo ricco patrimonio, ma anche e in una certa misura, per incentivarne la salvaguardia, considerato l’avanzato stato di degrado di numerosi siti. L’arco cronologico prescelto va dal VI al XIV secolo; una forchetta che corrisponde all’inizio della dominazione bizantina in Italia sotto l’imperatore Giustiniano e fino alla fine del XIII-inizi del XIV secolo, quando la Napoli angioina diverrà progressivamente il maggiore polo artistico dell’Italia meridionale.
Il progetto del Corpus è stato inoltre già presentato ufficialmente lo scorso novembre in un convegno, organizzato dall’École française de Rome (Roma), riscuotendo un buon successo e suscitando un forte interesse nel mondo accademico nazionale ed internazionale; e questo anche in virtù dello spiccato carattere multidisciplinare del progetto che si costruisce anche su collaborazioni strettissime tra storici, paleografi, epigrafisti, archeologi. Il programma ha l’ambizione di censire le testimonianze di pittura bizantina delle regioni e avrà una duplice struttura: una serie di volumi ‘regionali’ con il censimento di tutti i siti per regione/provincia, e organizzato in singole schede arricchite di rilievi e di un ricco apparato fotografico (gli uni e l’altro interamente eseguiti ad hoc), cui si accompagnerà una serie di volumi monografici per quei siti meritevoli di un ulteriore approfondimento, in numero diverso da regione a regione e decisi sulla scorta di quanto s’è conservato.
La prima pubblicazione riguarderà infatti proprio la Sicilia, e più precisamente la parte settentrionale dell’isola (le aree di Messina, Palermo e Trapani). Seguiranno la Calabria, la Basilicata, la Puglia e la Campania.
“Parallelamente alla preparazione dei volumi del Corpus vero e proprio, si procederà – come spiega Marina Falla Castelfranchi, Prof. Ordinario di Storia dell’Arte Medievale e Bizantina dell’Università del Salento – alla pubblicazione di monografie per monumento. È questo il caso del Monastero di San Filippo di Fragalà, sito di straordinaria importanza e bellezza, fulcro delle ricerche di questi giorni. Questo monumento conserva difatti pitture dell’ultimissimo XI-inizi XII secolo di qualità stilistica ed esecutiva eccezionali, sviluppandosi intorno ad un programma iconografico variegato di cicli e figure di santi che le specialiste stanno cercando di ricostruire nella sua integrità. Lavoro, quest’ultimo, non facile, dato il precario stato di conservazione in cui la storia ci ha consegnato il monumento e soprattutto la sua decorazione, e che ne rende non facile lo studio. L’importante aiuto delle istituzioni, conclude la Prof.ssa Castelfranchi, il Comune di Frazzanò e la Soprintendenza di Messina, il calore e l’interesse della gente comune, anch’essa pronta ad aiutare al meglio l’équipe di lavoro, rendono questa ricerca fruttuosa non solo scientificamente, ma anche sul piano umano”.

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