Associazioni universitarie unite contro la Fondazione Università di Messina

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sabato 27 Ottobre 2012 - 09:00

ANDU, Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, CoNPAss, FLC-CGIL e RETE29Aprile temono la privatizzazione dell’Università e sollevano dubbi sulle competenza a deliberare di Senato accademico e Cda, tornando a riproporre il problema della legittimità dell’autoproroga votata nel 2010. Sui cui è attesa una nuova sentenza del Tar

La Fondazione dell’Università non s’ha da fare. Lo sostengono, in maniera convinta, le Organizzazioni e Associazioni universitarie ANDU, Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, CoNPAss, FLC-CGIL e RETE29Aprile. Nel corso dell’Assemblea d’Ateneo, che si è tenuta nei giorni scorsi presso l’Aula ex Mineralogia, è stato approvato un documento unitario cui viene chiesto al rettore, Francesco Tomasello, un confronto pubblico per chiarire alla comunità accademica e alla città scopi e motivi dell'istituenda Fondazione Università di Messina».

Le organizzazioni ed associazioni universitarie sollevano forti dubbi sulla realizzazione della Fondazione, deliberata di recente dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione, ritenendola uno strumento per arrivare, di fatto, ad una privatizzazione dell’università: « ingenti risorse e beni pubblici – scrivono nel documento – vengono trasferiti alla fondazione, che opererà con gli strumenti privatistici previsti dal Codice Civile e senza alcuna trasparenza nei processi decisionali. Il tutto – continuano -si è concretizzato tenendo all’oscuro gli studenti, la Comunità Accademica e il personale tecnico-amministrativo». Tomasello si difende e spiega che «queste Fondazioni ci sono in tutta Italia e nessuno ha mai obiettato niente.»

ANDU, Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, CoNPAss, FLC-CGIL e RETE29Aprile, invece, obiettano eccome, temendo anche «possibili ricadute occupazionali di fronte allo svuotamento di interi settori istituzionali dell’università». L'assemblea d’Ateno si è, dunque, riservata di approfondire la coerenza tra gli scopi della fondazione e la legislazione vigente e nel frattempo ha chiesto la sospensione della delibera di costituzione della fondazione e che siano resi pubblici gli atti istitutivi della fondazione deliberati dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione.

Nel documento unitario, le suddette organizzazioni ed associazioni universitarie si domandano, inoltre, «se sia legittimo che su un argomento così importante siano chiamati a deliberare organi (Senato Accademico, Consiglio di Amministrazione e Rettore) sulla cui permanenza in carica si ritiene sussistano forti dubbi», visto che già due sentenze avevano dichiarato l’illegittimità del provvedimento con cui è stato prolungato il mandato del rettore, dei senatori e dei consiglieri, attraverso la modifica dell’articolo 57 e l’introduzione dell’art.57 bis del vecchio Statuto d’Ateno, poi “superate” dall’interpretazione della legge Gelmini, ed una nuova sentenza si attende per il 7 novembre. Senza dimenticare che anche la Procura vuol vederci chiaro e ha recentemente aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando il reato di abuso d’ufficio.(DLT)

Un commento

  1. LE SENTENZE SI ESEGUONO – E’ di ieri l’affermazione di un giudice a cui era stato chiesto di commentare la sentenza di condanna di Berlusconi. Il magistrato, lapidario ha risposto che “le sentenze non si commentano nè si discutono. Si eseguono soltanto”. Nel caso di Tomasello & C, invece non pare vigere questo principio. Se Tar e Cga hanno confermato l’illegittimità della proroga bisognava immediatamente far notificare l’esecuzione della sentenza. Nessuno l’ha fatto e sin quando la sentenza non viene eseguita, con i mezzi che la legge prevede, è inutile sbandierare posizioni, indire assemblee e proclamare princìpi. Se chi ha vinto il ricorso al Tar e al Cga, aspettava che l’illegittimità fosse automatica e che gli illegittimi sloggiassero da soli dalle loro poltrone, beh, questo succedeva quando l’onore era tale… ma oggi non usa più rispettare ed adempiere le sentenze. Anzi. Arrogantemente si ritiene di aver agito nel giusto financo ritenendo che i tribunali della Repubblica abbiano fatto torti e ingiustizie. Ma è questa la certezza del Diritto? Questo insegnano dalle loro cattedre i professori? O non sono loro i primi ad infrangere quella legge di cui insegnano princìpi e legittimità costituzionali? Abbiano il pudore di alzarsi da quegli scranni che occupano indegnamente. C’è del nuovo portato dal vento, che sta dissolvendo sempre più le puzze dell’arroganza e del vecchio potere.

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