I giovani avvocati dell’AIGA si uniscono ai “grandi” nel ricorso contro la decisione del CSM

I giovani avvocati dell’AIGA si uniscono ai “grandi” nel ricorso contro la decisione del CSM

I giovani avvocati dell’AIGA si uniscono ai “grandi” nel ricorso contro la decisione del CSM

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giovedì 23 Febbraio 2012 - 03:23

I componenti dell’Associazione condividono le ragioni che hanno spinto l’ordine forense ha impugnare il provvedimento del Consiglio Superiore della Magistratura presso il TAR del Lazio

I giovani avvocati messinesi chiedono che venga garantita l’effettività del diritto di difesa dei cittadini previsto dalla Costituzione, restituita dignità alla figura dell’avvocato ed assicurata l’efficienza del Tribunale ordinario di Messina. E per farlo il direttivo dell’AIGA, presieduto dall’avv. Alberto Vermiglio, ha deliberato di aderire alle ragioni poste alla base dell’ iniziativa giudiziaria intrapresa dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina che ha impugnato dinanzi al T.A.R. Lazio la deliberazione adottata nella seduta dello scorso 24 novembre del Consiglio Superiore della Magistratura con la quale si è sorprendentemente proceduto a destinare al Tribunale ordinario di Messina solo cinque dei M.O.T. (magistrati ordinari in tirocinio) nominati con D.M. 5.8.2010, in luogo dei nove originariamente individuati.

Lo stato della giustizia a Messina ha raggiunto un livello di drammatica difficoltà innanzitutto per l’insufficienza di giudici rispetto alle piante organiche e, secondo il Vice Presidente della sezione messinese dell’AIGA, l’avv. Nazareno Pergolizzi, “oggi ingentissimi pregiudizi ricadono non soltanto sugli avvocati, costretti ad esercitare il ministero difensivo in condizioni di assoluto disagio, ma soprattutto sui cittadini, ormai costretti a subire continui “dinieghi di giustizia” in ragione dei quali sono sempre più indotti a rinunciare all’inviolabile diritto alla difesa”.
Tale insopportabile situazione di disagio si riflette anche sulla dignità e sul decoro della professione forense, denuncia l’avv. Ferdinando Croce, consigliere del direttivo messinese dei giovani avvocati, secondo il quale “l’esercizio della professione è oggi fortemente compromesso per la giovane Avvocatura, che vede sempre più lontana qualunque prospettiva di crescita, specialmente in territori, qual è quello messinese, caratterizzato da costante depressione economica e dalla mancanza di servizi e strutture adeguate ai tempi”.

Nonostante il decadente quadro della giustizia messinese, i giovani avvocati accolgono con soddisfazione la decisione del legislatore di abrogare l’articolo 26 della legge 12 novembre 2011, n. 183, sulle misure straordinarie per la riduzione del contenzioso civile pendente davanti alla Corte di Cassazione e alle Corti di Appello. Per il Presidente Vermiglio “la norma che prevedeva l’obbligo per la parte di presentare una istanza di persistenza di interesse alla prosecuzione del giudizio, costituiva una novità legislativa sintomatica di una pericolosa indifferenza per i valori giuridici a vantaggio solo delle ragioni economiche, ed a solo discapito dei diritti dei cittadini”.

2 commenti

  1. Ai giovani avvocati dell’AIGA,ripropongo la provocazione, fatta in risposta alla posizione del loro Consiglio dell’Ordine,sulla questione TRIBUNALE.” Se potessi decidere,trasferirei TUTTO il Tribunale di Messina a Torino,dove una efficace organizzazione del lavoro,ha ridotto drasticamente i tempi che portino a sentenza. Messina è città con il più alto numero di avvocati,in proporzione al numero di abitanti,in dialetto usiamo dire “cchiù ‘ssai d’i cani ‘i Brasi”.La tradizione,su cui si fonda il nostro detto,calza a misura dei nostri avvocati.Pare che un vicerè spagnolo di stanza a Messina,che appunto si chiamava Blas(Biagio),fosse appassionato di caccia,e,volendosi dedicare alla sua passione,avesse scritto al fratello in Spagna,chiedendogli che gli mandasse due o tre buoni cani da punta.Sembra che quando arrivò la nave,che portava i cani per il vicerè,i latrati dei cani si sentissero già da Capo Faro.In realtà pare che Blas,che poi per i messinesi divenne Brasi,avesse scritto in numeri “2 o 3″, ma che il fratello abbia letto 203, mandandogli duecentotre segugi che facevano un baccano indicibile.”
    E’ quello che succede al palazzo di giustizia di Messina,in cui siamo sommersi da un “forbito eloquio”,che non arriva quasi mai a sentenza.Un carissimo amico,ha una causa contro un avvocato,procedimento che ha festaggiato i DIECI ANNI,come una tela di Penelope.Gli avvocati sono bravi nello scarica barile,una volta è colpa dell’organico carente,un’altra sono i magistrati,un’altra ancora i giornalisti.MAI UN’AUTOCRITICA.
    Chi usa con nonscialans l’istituto della delega al collega,che spesso studia la causa nei corridoi di palazzo Piacentini? Mi chiedo perchè pagare l’avvocato scelto,che partecipa poco o niente alle udienze? Propongo,che sia il Giudice a decidere chi pagare,magari rispetto al numero delle udienze sostenute.
    Chi assomiglia al dottor Azzecca Garbugli,personaggio dei Promessi Sposi,quello che meglio esprime la concezione della giustizia nel ‘600,disordinata e inefficiente?
    Mi chiedo perchè i clienti,così ci chiamate,non sappiamo mai quanto costerà la causa intrapresa,sollevate sempre un mare di obiezioni da azzecca garbugli.

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  2. I mali della Giustizia sono altri.
    Chiedo ai giovani Avvocati, siete a conoscenza di una “CUPOLA MASSONICA” che gestisce alcuni processi al PALAZZO di GIUSTIZIA di MESSINA?

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