Già condannato per i rapporti poco chiari con appartenenti alle forze dell'Ordine, l'investigatore privato messinese ha ricevuto un nuovo avviso per la gestione delle sue attività. Indagati anche due finanzieri, un poliziotto ed un carabiniere.
Nuovi guai giudiziari per l'investigatore privato Matteo Molonia ed il luogotenente della Guardia di Finanza, Francesco Giusti, già coinvolti nell'inchiesta denominata "342"
Proprio dalle intercettazioni telefoniche svolte in quella occasione, il sostituto procuratore Alessia Giorgianni ha trovato un altro lungo elenco di presunti illeciti, adesso contestati a fine degli accertamenti a Molonia, Giusti ed altre 6 persone. Tra loro, altri appartenenti alle forze dell'Ordine.
In particolare risultano indagati il finanziere Antonella Scalise, l'agente delle Volanti Natale Lavinia, il carabiniere Antonino Scaletti e il collega di Molonia, l'investigatore Antonio Brigandì.
Avviso di garanzia anche per Maria D'Angelo e Damiano Murciano, di Aci Sant'Antonio.
I fatti risalgono al periodo che va dal luglio 2012 all'aprile 2013 e sono cristallizati in un lungo elenco di ipotesi di reato. Toccherà ora alle persone coinvolte chiarire la loro posizione, offrendo la loro versione dei fatti.
Alla signora viene contestata la calunnia: separandosi dal marito, lo avrebbe incolpato di fatti mai avvenuti. Alla donna viene contestato inoltre il porto abusivo di due pistole, una calibro 7.65 e una calibro 9. Armi che i due ufficiali della Finanza, Scalise e Giusti, non avrebbero sequestrato, pur dovendo. Ecco perché sono indagati per omissione di atti d'ufficio.
Giusti, inoltre, è indagato anche per fuga di notizie,in concorso con altri due sue colleghi. Avrebbe chiesto e avuto da loro informazioni su una indagine in corso, informazioni poi girate ad uno degli stessi indagati. Per le altre due "talpe" della Finanza è in corso un'altra inchiesta. Al luogotenente, ancora, la Procura contesta di aver fatto acquistare, con la complicità di Murciano, una partita di hashish a due stranieri, per poi "incastrarli" con un blitz a sorpresa.
Un controllo montato ad arte, secondo la Procura, per coprire la persona alla quale avevano già fatto il "favore" di fornire notizie riservate su indagini in corso a suo carico. Al poliziotto Lavinia ed al maresciallo Scaletti, infine, viene contestato l'accesso indebito al sistema Cedir – ossia la banca dati delle forze dell'Ordine, per reperire dati poi forniti all'investigatore privato Brigandì.
Tra qualche giorno alcuni degli indagati si presentaranno dal pubblico ministero titolare delle indagini per fornire la loro versione dei fatti. Il PM Giorgianni deciderà poi per chi chiedere il rinvio a giudizio.
Difendono gli avvocati Nino Cacia, Carlo Faranda, Salvatore Silvestro, Gianfranco Briguglio e Antonello Mancuso.
COMUNQUE VADA IL CONTO E’ SALATO X TUTTI!!!! LA GIUSTIZIA NON PUO’AVERE TEMPI COSI’ LUNGHI PERCHE’ INTANTO LA VITA E’ FINITA!!!! ED IL SALDO E’ GIA’ PAGATO!! SAREBBE PIU’ GIUSTO INTANTO EVITARE PRESSIONI PSCOLOGICHE A RATE!!!
COMUNQUE VADA IL CONTO E’ SALATO X TUTTI!!!! LA GIUSTIZIA NON PUO’AVERE TEMPI COSI’ LUNGHI PERCHE’ INTANTO LA VITA E’ FINITA!!!! ED IL SALDO E’ GIA’ PAGATO!! SAREBBE PIU’ GIUSTO INTANTO EVITARE PRESSIONI PSCOLOGICHE A RATE!!!
Il pesce puzza dalla testa… Vergogna!
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