Quando il porto sarà completo, tra alcuni anni, non solo il traffico da attraversamento dello Stretto ma anche le autostrade del mare dovranno utilizzare esclusivamente la nuova infrastruttura, liberando per sempre il centro urbano. Il lungo iter per giungere a questo risultato
Tutto ruota intorno a Tremestieri. Quello che al momento è un piccolo approdo dovrà diventare un grande porto in grado di accogliere tutto il traffico di attraversamento dello Stretto e le autostrade del mare. Un motore di sviluppo per la città che non interferisca con la vita dei cittadini, un’infrastruttura direttamente collegata con la tangenziale e l’autostrada che impedirà ai mezzi pesante di solcare le strade urbane.
Quando nel 2006 fu inaugurato, si pensò che la schiavitù da tir fosse finita. Non è stato così per due motivi.
Il primo è che dopo pochi anni le mareggiate hanno inizialmente danneggiato e poi distrutto la diga a protezione, rendendo inutilizzabile la seconda invasatura. Perché è accaduto? Il porto è stato progettato e realizzato male. Questo è almeno quanto hanno affermato i vertici dell’Autorità Portuale. Il problema non sta, dunque, nell’ubicazione dell’opera. Sì, dal punto di vista meteomarino, non si trova in posizione ideale. Ma altrove sono stati realizzati porti anche in condizioni peggiori e sono perfettamente funzionanti. Si tratta, quindi, di prevedere tutti gli accorgimenti progettuali necessari ad evitare ogni inconveniente. Lo svincolo di Tremestieri, tra l’altro, è l’unico della tangenziale vicino al mare dov’è stato possibile realizzare un collegamento diretto col porto. In questo senso, è stata fatta l’unica scelta plausibile.
Il secondo motivo è collegato al primo. Anche qualora, dal 2006 ad oggi, le due invasature esistenti avessero funzionato a pieno regime e senza problemi, non sarebbero comunque bastate a smaltire tutto il traffico pesante, Cartour compresa, né il traffico leggero degli autoveicoli.
Ecco allora che si lavora contemporaneamente su due fronti. Il problema più immediato da risolvere è la riapertura della maledetta, o benedetta, in base ai punti di vista, seconda invasatura. E’ chiusa da tre anni, quando iniziarono lavori che non si prevedevano affatto così lunghi. Da ultimo, si pensava alla conclusione entro il 31 dicembre 2013 ma i problemi sono sempre stati all’ordine del giorno. Sono trascorsi sei mesi e non c’è ancora una data di conclusione. Ieri, il sindaco Renato Accorinti, in conferenza stampa, ha fatto per l’ennesima volta il punto sui lavori. “Li abbiamo rivisti e ci dicono che in venti o trenta giorni dovrebbero essere finiti – ha affermato -. Usiamo il condizionale per prudenza ma stavolta è veramente così. Non ci sono più palificazioni in mare, che sono quelle più difficili. Ormai c’è solo una gittata di superficie, lavori di edilizia normale, perciò i tempi non possono slittare in nessun modo. A nostro avviso, tre anni è un tempo inaccettabile ma ora è importante concludere”.
Si arriverebbe intorno al 20 luglio, forse anche ad agosto, con la speranza che sia davvero l’ultimo rinvio. In quel momento, tutti i tir in attraversamento sullo Stretto dovranno transitare da Tremestieri. In centro, al molo Norimberga, resterà solo la Cartour Messina – Salerno. Ed è su questo tema che si è incentrato l’incontro-scontro di ieri. L’amministrazione comunale chiedeva la promessa di mantenere solo corse notturne, in modo tale da poter finalmente garantire la totale assenza di tir in città, almeno nelle ore giornaliere. O in alternativa, quando sarà riaperta la seconda invasatura, di portare a Tremestieri le corse giornaliere della Cartour. Proposte rifiutate, cavalcavia chiuso dal 20 luglio e probabile ricorso alle porte.
L’altro fronte riguarda l’ampliamento del porto. Quando sarà realizzato, anche una discussione come quella di ieri verrà a cadere. Perché a Tremestieri ci sarà lo spazio anche per tutte le corse della Cartour ed anzi potrebbero aprirsi nuove rotte, come quella per Civitavecchia, avviata il 18 novembre 2008 e abbandonata poco tempo dopo. Alle due invasature esistenti, se ne aggiungeranno altre quattro, per un totale di sei, che dovranno servire a traghettare tutto il traffico pesante e leggero. Ed anche questo appalto, non poteva essere altrimenti, ha subìto le solite peripezie. Aggiudicato alla Sigenco il 9 marzo 2012, prima il Tar, nell’ottobre 2012, poi il Consiglio di Stato, nel giugno 2013, hanno ribaltato la gara in favore della Coedmar, seconda classificata. E mentre il progetto dell’impresa catanese aveva già ottenuto l’ok alla Valutazione d’Impatto Ambientale, quello dell’impresa veneziana ha dovuto rifare tutta la trafila senza che ancora sia giunto l’esito. Secondo le ultime notizie, mancherebbe poco, si parla della prima decade di luglio, ma finora i tempi sono inevitabilmente slittati senza che venisse aperto alcun cantiere. Una volta che arriverà anche l’ultimo parere, serviranno circa quattro mesi per la redazione e l’approvazione del progetto esecutivo, ultimo passaggio prima dell’avvio dei lavori che avranno una durata prevista di 570 giorni, vale a dire un anno e sette mesi. Poi ancora nove mesi per i collaudi e la messa in esercizio con le prove di navigazione.
Tra luglio e agosto, potrebbero allora arrivare quasi in contemporanea i due risultati agognati da tempo: la riapertura della seconda invasatura e l’ok ambientale al progetto di costruzione di quattro nuove invasature, in aggiunta alle due esistenti. Nell’arco di pochi anni, il porto di Tremestieri potrebbe passare da uno scivolo a sei, quello sì sarebbe il definitivo addio ai tir e un cambio epocale, in positivo, per la città.
(Marco Ipsale)
Ma non era un progetto urgente con poteri urgenti mah
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ma siete proprio convinti?
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Ma i professionisti che hanno progettato male, sono stati pagati? I funzionari e i dirigenti che hanno approvato, sono stati pagato? E niscemu i soddi areti.
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