La questura di Messina ha vietato l'accesso per la mancata sussistenza dei requisiti di agibilità richiesti dalla legge. Penalizzati gli atleti e i sostenitori delle squadre pallanotistiche cittadine
Un gruppo di giovanissimi, con serietà e correttezza, ponendo come unici perni la grinta e l’allenamento, cerca di farsi strada nel mondo dello sport, allenati da un mister che incarna i valori che ogni ragazzo dovrebbe portare nel cuore quando decide di vestire una maglia o una canotta. Con tali presupposti, il successo non tarda a bussare alla porta; la tifoseria, componente essenziale delle discipline sportive, gioca un ruolo fondamentale e, più sono le vittorie, maggiori sono gli elementi che si avvicinano al team interessato. Se si parla di Pallanuoto, considerato, purtroppo, “uno sport minore”, allora il contesto, posti questi elementi, diventa automaticamente una favola ma, in questo caso, è appena scoccata la mezzanotte. La piscina scoperta dell’impianto del Cappuccini, che ospita tutte le partite di Pallanuoto delle varie società messinesi, ha perso un pezzo fondamentale della sua struttura: gli spalti.
Domenica 2 Marzo, infatti, la Questura di Messina ha vietato l’accesso alla zona poichè, secondo la disposizione delle autorità, non sussisterebbero i requisiti di agibilità richiesti dalla legge, di conseguenza le gradinate sono state considerate pericolose per il pubblico e quindi chiuse. I genitori e gli amici degli atleti (anche provenienti da altre città) sono quindi costretti a dover rimanere fuori dall’impianto e a non poter seguire le partite, aspettando che il risultato venga comunicato direttamente dai ragazzi in acqua dopo il match. Il problema è di certo evidente: la Waterpolo, che disputa il campionato di serie A femminile, la Leones, impegnata nella serie B maschile e l’Ossidiana, in gara attualmente nella serie C maschile, giocano ormai da un paio di partite senza il sostegno dei tifosi, venendo privati di quell’atmosfera tanto gradita e, a volte (come i veri sportivi sanno), necessaria. Il disagio è anche per gli spettatori, che proprio in un periodo in cui la pallanuoto Peloritana sta finalmente ottenendo una posizione di rilievo, non possono seguire comodamente gli incontri. Ovviamente i campionati under sono allo stesso modo penalizzati.
La denuncia arriva soprattutto dagli utenti, che non comprendono il reale motivo del provvedimento: secondo chi frequenta spesso la piscina, infatti, a prima vista il divieto è stato un atto esagerato, dato che l’unica pecca individuata sarebbero i bagni, all’interno dei quali cade del calcinaccio dal soffitto. Se però la Questura ha deciso di seguire questa via di certo il vaso di Pandora racchiude molte più angoli nascosti. Chi dovrebbe mettere quindi a norma l’impianto? Il Comune di Messina o l’Ente Gestore della piscina? Manca chiaerzza attorno alla questione, che di certo penalizza unicamente la pallanuoto, i suoi atleti ed i suoi sostenitori.
CLAUDIO PANEBIANCO
Ma come, non erano stati fatti degli interventi di ristrutturazione, di recente ????