L’Associazione FuoriDiME, composta principalmente da studenti messinesi che studiano fuori, ha organizzato un webinair sul tema del voto fuori sede coinvolgendo il Comitato IoVotoFuoriSede
La scorsa domenica, 29 novembre, su Facebook e YouTube l’associazione FuoriDiME ha dato vita ad un interessante confronto relativo al sistema di voto lontano dalla propria residenza. Una tematica, quella del voto dei fuori sede, con cui già in passato l’associazione si era dovuta confrontare.
Le difficoltà dei fuori sede di votare sono maggiormente legate alla continuità territoriale, che specie per le isole rende molto esoso il rientro presso la propria residenza, perciò ad ogni votazione il rebus è: spendere tanti soldi o non votare?
Il webinar ha visto la partecipazione di Marina Federico e la presidente Silvia Romeo, in rappresentanza dell’Associazione messinese, mentre per allargare il dibattito non solo alla stretta cerchia dei tanti studenti fuori sede hanno partecipato Simone Pitto e Stefano La Barbera, del Comitato IoVotoFuoriSede.
Le proposte del Comitato IoVotoFuoriSede
Il Comitato nasce dall’amarezza di Stefano, nel 2008 giovane studente palermitano in quel di Torino, che non può votare per le elezioni regionali e dai racconti dei colleghi in Erasmus apprende le tante soluzioni che i diversi paesi adottano per chi si trova lontano dalla propria residenza al momento del voto. Da allora si è battuto per quanto possibile in sedi istituzionali e non, tramite il Comitato, per rendere il diritto di voto fruibile ai fuori sede senza dover affrontare viaggi della speranza o pagare spropositi.
Il Comitato nel 2011 riesce a venire incontro ai fuori sede proponendo loro di iscriversi come rappresentanti di lista per il Referendum. Ma per quanto riguarda le elezioni questo non è possibile lontani dal comune di residenza, avevo un sistema elettorale diviso in circoscrizioni. L’ultima iniziativa del Comitato è un ricorso depositato al Tribunale di Palermo, nella speranza che un giudice si pronunci d’accordo alla violazione del diritto di voto presentata dal Comitato, sollevando così questione di legittimità costituzionale sulla legge elettorale.
La posizione di FuoriDiME riguardo il voto fuori sede
In passato, come detto, la rete di giovani messinesi, che studiano o lavorano fuori da Messina, ha portato avanti diverse proteste e denunce. La legge italiana propone solo rimborsi, spesso parziali seguendo determinate procedure di acquisto e verifica, e solo su compagnie di bandiera che vengono a costare – al netto del rimborso – più della concorrente low cost; la rabbia sale poi quando i vettori approfittano di queste occasioni aumentando i prezzi dei viaggi.
Per dirimere la questione – non votare o indebitarsi – le possibilità possono essere quella del voto per corrispondenza, come già avviene per gli italiani all’estero. Improponibile è invece, almeno di non cambiare la Carta Costituzionale, l’esempio francese del voto per delega. L’opzione più gettonata tra Comitato e FuoriDiME è l’early-voting sull’esempio danese, che permetterebbe di anticipare tramite seggi speciali il voto per alcuni soggetti e spedire le schede in valigia diplomatica alle sezioni dei votanti che saranno poi conteggiate insieme alle altre al momento dello scrutinio.
Studenti e non solo fanno parte di questa discriminazione
Secondo il Comitato sono circa 2 milioni gli italiani, aventi diritto al voto, che vivono questa difficoltà ad ogni tornata elettorale. La discriminazione è evidente perché se si parla di militari o anche detenuti esiste la possibilità di votare direttamente nel Comune in cui ci si trova, facendo un’eccezione e senza fare ritorno alla residenza.
Nel numero indicato dal Comitato quasi un quarto, più di 400mila, sono studenti universitari – dati dichiarati ufficialmente dal Miur – e molti dei quali sono messinesi. Lo scopo però non è far uscire dalla discriminazione gli studenti, creando poi delle nuove minoranze discriminate.
La soluzione ottimale sarebbe incidere sulla nuova legge elettorale, il ricorso è uno degli ultimi strumenti del Comitato in precedenza era stata lanciata una petizione ancora sottoscrivibile, in modo che le forze politiche influenzate una volta di più sulla tematica tengano conto di questa vasta fascia di elettorato di persone in mobilità.
Spesso sono giovani e con visioni del paese più aperte grazie alla proprie esperienze personali, chiedono solo di partecipare alla vita politica tramite l’espressione del proprio voto senza doverci rimettere ma arricchendo tutta la comunità.