Il coordinatore provinciale del Megafono Massimo Finocchiaro interviene in merito alla vicenda della fusione Piemonte-Neurolesi ed invita ad un confronto pubblico per chiarire una volta per tutte il destino del nosocomio e sgomberare il campo da ogni dubbio.
La fusione tra Piemonte e Irccs Neurolesi continua ad essere al centro del dibattito e ormai da più parti si richiede un confronto pubblico per chiarire tutti i punti sul tappeto. Mentre il Comitato Salvare l’ospedale Piemonte e la Uil il 22 maggio scenderanno in piazza per la terza volta ed hanno già raccolto firme per una mobilitazione dell’intera città, a intervenire sulla vicenda è oggi il coordinatore provinciale del Megafono Massimo Finocchiaro che invita tutti ad un confronto definitivo sui timori in merito al personale ed al destino dell’emergenza urgenza nonché del punto nascite.
“È in corso una trattativa di fusione, in fase molto avanzata, fra Piemonte ed IRCS Neurolesi- ricorda Finocchiaro- Attori protagonisti sono, per un verso, le Direzioni del Papardo-Piemonte e dell'IRCS, e dall’altro, l’Assessore alla Sanità Lucia Borsellino, la VI commissione parlamentare regionale, e il Presidente della Regione On. Rosario Crocetta. È chiaro che i tecnici, i primi, propongono mentre la politica ha il dovere di decidere. Le proposte devono essere chiare e le decisioni devono necessariamente tenere conto, esclusivamente, della salute e delle necessità dei cittadini. Ricordiamo tra l’altro che in riferimento alla legge Balduzzi, gli accorpamenti e/o le soppressioni devono essere oggetto di valutazione e cioè entro il 2017”.
Finocchiaro ribadisce il ruolo e l’importanza del Piemonte per la città e sottolinea come la creazione di un centro di eccellenza riabilitativa sia un’iniziativa di grande valore dal momento che diventerebbe un polo di riferimento per tutto il meridione. “Parimenti ritengo che la mission dell'emergenza-urgenza che il Piemonte ha sempre avuto debba essere mantenuta e potenziata. Concordo inoltre con la richiesta da parte del Rettore Pietro Navarra, di un tavolo tecnico che si troverà a rappresentare il problema della “redistribuzione” degli oltre mille parti l’anno che si effettuano al Piemonte e che, con la chiusura ed il trasferimento dei reparti di Ginecologia e Ostetricia al Papardo interesserà il Policlinico”.
Il coordinatore provinciale del Megafono ritiene a questo punto indispensabile che vi sia un confronto pubblico su quanto si sta pianificando per il futuro del Piemonte. “E’ questa l’unica strada percorribile affinché venga fatta chiarezza con i cittadini che ogni giorno sono, a volte anche provocatoriamente, confusi da fiumi di comunicazioni, spesso contraddittorie tra loro, da parte di più o meno autorevoli personaggi politici, del settore e delle parti sociali. Nei giorni scorsi il presidente della VI commissione parlamentare regionale On. Digiacomo, dopo aver dichiarato “So che qualche direttore generale sta pensando di chiudere reparti in violazione del Piano approvato dal parlamento” ha nominato l'avvocato Angela Barone consulente a titolo gratuito della Commissione legislativa, che avrà tra gli altri delicati compiti, anche quello di segnalare alle autorità giuridiche, giudiziarie e politiche competenti ogni iniziativa delle aziende sanitarie in contrasto con la rete ospedaliera regionale pubblicata sulla Gurs lo scorso gennaio a firma dell'assessore alla Sanita' Lucia Borsellino”.
Appare chiaro che un confronto pubblico, franco e senza fronzoli, potrà davvero porre fine ad un clima di confusione che non giova a nessuno. L’obiettivo finale è il bene della città e questo dovrebbe essere tenuto a mente da tutte le parti in causa, pro e contro, perché a volte la polemica ha come unica conseguenza quella di lasciare macerie. Chiarire le ragioni del sì e quelle del no, basandosi sui progetti, sulle cifre, sulla legge Balduzzi, sul Piano di riordino della rete ospedaliera, è l’unico modo, alla presenza di tutti i protagonisti, compreso il sindaco che è la massima autorità cittadina sanitaria (e che finora non è stato “sul campo” come avrebbe dovuto) per uscire dal vicolo cieco nel quale ci si sta cacciando.
Rosaria Brancato