La delibera di indirizzo di Daniele Zuccarello e Nina Lo Presti che fissava le tappe del percorso per valorizzare e riqualificare la galleria abbandonata al degrado e all'incuria è naufragata dopo un dibattito di diverse ore. A prevalere più le beghe d'aula che la reale concretezza o validità della proposta.
Al Consiglio comunale non interessa recuperare e valorizzare la Galleria Vittorio Emanuele. Potrebbe essere questa la logica deduzione che emerge dal voto di ieri pomeriggio alla delibera di indirizzo che ben 8 mesi fa avevano presentato Daniele Zuccarello e Nina Lo Presti. I due consiglieri avevano deciso di portare avanti la battaglia per salvare la galleria dal degrado e dall’abbandono in cui versa ormai da anni e per questo si sono fatti promotori di una delibera di indirizzo che fissava le tappe di un percorso da avviare per far risorgere quello che potrebbe essere uno dei salotti buoni del centro città e che invece è terra di nessuno. L’aula però ha fermato le buone intenzioni di Zuccarello, Lo Presti e di quei colleghi che durante il dibattito andato avanti per oltre due ore hanno provato a sostenere la validità di questa iniziativa. Tutti d’accordo sul fatto che la Galleria Vittorio Emanuele sia un bene da recuperare e valorizzare. Tutti d’accordo sul fatto che continuare a lasciarlo in questo stato è uno scempio, anche per quei pochi commercianti ancora rimasti che con le unghie e con i denti provano a resistere ai muri di gomma della burocrazia di Palazzo Zanca che negli anni sembra aver sempre agito per affossare l’imprenditoria piuttosto che incentivarla. Tutti d’accordo ma divisi nel voto. Beghe d’aula, probabilmente anche qualche antipatia di troppo nei confronti del duo Zuccarello-Lo Presti, discussioni sulla primogenitura del provvedimento, valutazioni sull’opportunità di lasciare all’amministrazione la responsabilità di intervenire, passaggi tecnici sullo status dell’area, divagazioni sul regolamento Cosap per l’occupazione del suolo pubblico alla fine hanno allungato il brodo e portato ad un voto che ha fermato una delibera di indirizzo che di fatto avrebbe dato seguito ad un iter che in questi mesi era già iniziato attraverso alcuni incontri tra commercianti, proprietari degli immobili, Dipartimenti comunali.
12 favorevoli, 12 astenuti e 2 contrari, questo l’esito della votazione. A sposare la proposta sono stati i consiglieri del Megafono Angelo Burrascano, Nora Scuderi e Pippo De Leo, le consigliere accorintiane Lucy Fenech e Ivana Risitano, Giuseppe Santalco e Claudio Cardile per il gruppo Felice per Messina, la Pd Donatella Sindoni, Fabrizio Sottile di Forza Italia e Gino Sturniolo. A dire no invece Daniela Faranda e Nicola Crisafi per Ncd. Hanno preferito l’astensione i Democratici Riformisti Carlo Abbate, Elvira Amata e Rita La Paglia, Pio Amadeo che oggi ha annunciato il suo passaggio in Sicilia democratica, l’Udc di Franco Mondello, Libero Gioveni, Mariella Perrone, Mario Rizzo, e poi Nicola Cucinotta ed Emilia Barrile per il Pd, Pippo Trischitta che ha scelto la strada della contestazione e Antonella Russo per il gruppo misto.
Un voto inspiegabile alla luce del fatto che è innegabile e sotto gli occhi di tutti la condizione di incuria in cui è stata ridotta la galleria. Considerato anche che quasi tutti gli interventi che si sono susseguiti in aula sono stati incentrati proprio sull’assoluta esigenza di interventi di riqualificazione per poterla rendere nuovamente fruibile a tutti i cittadini. E di fatto il risultato è che al Consiglio non interessa il destino di questo gioiello dimenticato. Risultato che ha provato a scongiurare il consigliere Santalco che ha provato a convincere l’aula a non lasciare nelle mani dell’amministrazione una progetto valido e la possibilità di poter dire domani che l’ipotetico recupero della galleria è tutto merito della giunta perché al Consiglio non interessava la questione.
La delibera prevedeva un percorso chiaro e definito che mirava a mettere insieme proprietari degli immobili, commercianti, Soprintendenza, Dipartimenti Patrimonio e Cultura, creare “un’orchestra sincronizzata per suonare un’unica melodia a favore della Galleria”. Tavolo tecnico e conferenza dei servizi, un confronto serrato che avrebbe dovuto produrre un regolamento ad hoc per la Galleria, superando tutti i problemi e i paradossi che in questi anni non solo l’hanno ridotta in quello stato ma che hanno lentamente fatto scappare anche chi ha provato ad investire in questo spazio.
“Superato il problema del condominio inesistente da cui dipendono le autorizzazioni per il suolo pubblico all’interno della Galleria, questi tavoli di confronti avrebbero potuto portare alla creazione di un’associazione, costituita sia dai proprietari degli immobili che dai commercianti, a cui poteva andare poi la gestione e la manutenzione degli spazi in modo da cambiare così totalmente il volto di un luogo che oggi è buono solo per portare il proprio cane a fare i bisogni” ha ammonito Zuccarello, chiedendo ai colleghi di sostenere la proposta”. L’altra proponente Nina Lo Presti ha poi ricordato gli incontri che già ci sono stati in questi mesi, nonostante la delibera non fosse ancora stata votata, ha parlato del progetto preliminare che il Dipartimento Cultura ha già redatto, ha dunque spiegato ai colleghi che la loro proposta è già stata apprezzata e il via libera alla delibera avrebbe dato quell’input ulteriore che serve adesso per andare avanti.
A mettere però i bastoni tra le ruote ci ha pensato Nicola Cucinotta che per qualche minuto si è trasformato in un perfetto consigliere di maggioranza e ha difeso l’operato dell’amministrazione Accorinti, spiegando che anche l’amministrazione ha una sua delibera di indirizzo pronta per superare i problemi legati alla fruizione della galleria, a partire dai criteri per il rilascio delle autorizzazioni di occupazione del suolo pubblico. Cucinotta ha definito superata la proposta Zuccarello-Lo Presti e ha scelto di fidarsi più dell’iter che intende seguire l’esecutivo di Palazzo Zanca, intervento che ha suscitato non pochi malumori in aula e momenti di scontro con il collega Zuccarello che ha voluto sottolineare che l’assessore Pino sta ancora valutando come muoversi e che quella in discussione mira solo alla riqualificazione della galleria.
Linea critica e polemica anche da parte di Pippo Trischitta che ha tirato fuori una nota del Dirigente Castronovo per fare chiarezza sulla situazione giuridica della galleria. Galleria che sarebbe sottoposta ad un regolamento condominiale che risale addirittura al 1929 e che vieta la destinazione dei locali ad uso commerciali o ad attività che possono creare disturbo o molestie. Regolamento condominiale che potrebbe generare nuovi pesanti contenziosi per il Comune. Secondo Trischitta per questi motivi la questione non dev’essere affrontata dal Consiglio ma le decisioni spettano all’amministrazione che deve decidere come modificare quel regolamento scritto ormai quasi cento anni fa e oggi ancora in vigore.
Zuccarello ha replicato ricordando che ad oggi non è stato costituito il condominio della galleria, problema che sta alla base delle mancate autorizzazioni per i commercianti. Tema caldo che ha reso ancor più teso il dibattito quando il Dirigente Castronovo ha preso la parola dicendo che in un anno nessuna richiesta da parte di esercenti della galleria è stata presentata sul suo tavolo, affermazione che ha fatto sobbalzare dalla sedia lo stesso Zuccarello, pronto a dimostrare che invece sono state numerose le richieste presentate alle quali però il Comune non ha mai risposto, salvo poi ordinare i blitz della Polizia municipale che sequestrano tavoli e sedie e creano enormi disagi a chi ancora ha il coraggio di resistere tra quelle mura.
I Dr si sono astenuti perché non hanno visto concretezza nella proposta, Ncd perché non ha più intenzione di dare atti di indirizzo all’amministrazione che tanto non ascolta nessuno, e alla fine per la Galleria Vittorio Emanuele niente da fare. 14 consiglieri su 26 presenti al momento del voto hanno deciso che la riqualificazione può aspettare. E’ importante ma se ne può occupare l’amministrazione. Non hanno voluto nemmeno tenere la possibilità di dettare la linea operativa. E dopo 8 mesi la proposta Zuccarello-Lo Presti è finita nel cestino. Nonostante buona parte di ciò che prevedeva fosse stato già avviato. Probabilmente si continuerà a lavorare in quella direzione anche senza il voto di ieri. Resta per Zuccarello e Lo Presti l’amarezza di sapere che l’esito è dipeso più dalle beghe d’aula che dalla validità della loro proposta.
Francesca Stornante
Come al solito dimostriamo , chi da una parte chi d’altra, che si prosegue a vista e in ordine sparso. La galleria Vittorio Emanuele in altri luoghi , sarebbe un gioiello da mostrare, a Messina ,more solito, invece si preferisce lasciare tutto scorrere. Il ns. essere scarsi si manifesta anche,e forse sopra tutto, in questi atteggiamenti .
Come al solito dimostriamo , chi da una parte chi d’altra, che si prosegue a vista e in ordine sparso. La galleria Vittorio Emanuele in altri luoghi , sarebbe un gioiello da mostrare, a Messina ,more solito, invece si preferisce lasciare tutto scorrere. Il ns. essere scarsi si manifesta anche,e forse sopra tutto, in questi atteggiamenti .
Facciamo due conti per il COMMISSARIO AD ACTA e la PROCURA di Messina, 12 FAVOREVOLI + 12 ASTENUTI + 2 CONTRARI = 26 PRESENTI e VOTANTI. CONSIGLIERI 40 – 26 PRESENTI = 14 ASSENTI, il 35% dei consiglieri comunali, è un tasso di assenteismo altissimo. Cari messinesi immaginate il 35% dei poliziotti della questura assenti, o il 35% dei professori dell’ARCHIMEDE assenti o il 35% della polizia penitenziaria del carcere di Gazzi assenti o il 35% dei bancari di UniCredit di Piazza Cairoli assenti o il 35% di medici e infermieri del Papardo assenti o il 35% di Giudici e Avvocati di Palazzo Piacentini assenti o il 35% dei messinesi di Palazzo Zanca assenti, vi incavolereste, vero?
Facciamo due conti per il COMMISSARIO AD ACTA e la PROCURA di Messina, 12 FAVOREVOLI + 12 ASTENUTI + 2 CONTRARI = 26 PRESENTI e VOTANTI. CONSIGLIERI 40 – 26 PRESENTI = 14 ASSENTI, il 35% dei consiglieri comunali, è un tasso di assenteismo altissimo. Cari messinesi immaginate il 35% dei poliziotti della questura assenti, o il 35% dei professori dell’ARCHIMEDE assenti o il 35% della polizia penitenziaria del carcere di Gazzi assenti o il 35% dei bancari di UniCredit di Piazza Cairoli assenti o il 35% di medici e infermieri del Papardo assenti o il 35% di Giudici e Avvocati di Palazzo Piacentini assenti o il 35% dei messinesi di Palazzo Zanca assenti, vi incavolereste, vero?
Cara Francesca STORNANTE a questo punto devi farci conoscere i nomi degli ASSENTI.
Cara Francesca STORNANTE a questo punto devi farci conoscere i nomi degli ASSENTI.