Nel 2007 le gare erano 1.238,nel 2016 sono state 96, con gli importi messi a disposizione crollati da circa 1,3 miliardi di euro a poco più di 142 milioni. A Messina si è passati: dai quasi 14.000 operai del 2008 si è passati ai circa 7.800 attuali. Tutti temi che saranno affrontati sabato 13 maggio al Palacultura all'incontro promosso da Ance, Cna, Claai e Sada Casa
"Fare fronte comune per combattere la crisi": questa potrebbe essere la parola d'ordine per definire lo spirito con il quale le associazioni degli imprenditori edili messinesi hanno organizzato il convegno-dibattito “Il FUTURO DELL’EDILIZIA… PIANI DI SVILUPPO INFRASTRUTTURALE. MESSINA 2017-2020”, che si terrà sabato 13 maggio, a partire dalle 9,30, nella sala congressi al primo piano del Palacultura "Antonello da Messina".
Le sigle organizzatrici rappresentano le categorie degli industriali (Ance) e degli artigiani (CNA-CLAAI-SADACASA) del settore edile nella nostra provincia e convivono, ormai da troppo tempo, con una situazione di profondissima difficoltà che si ripercuote su tutta l'economia del territorio, ma anche sulla vivibilità dell'intera popolazione.
La carenza di infrastrutture significa condannare larghe porzioni della cittadinanza a dover affrontare, in qualunque attività della propria vita o del proprio lavoro, un gap difficile da recuperare nei confronti con altre aree del nostro Paese o del resto del mondo, in un mercato concorrenziale sempre più globale. Ma non costruire strade, acquedotti, fognature, edifici moderni e funzionali, ferrovie, opere di tutela e salvaguardia dai disastri idrogeologici, oppure non riqualificare e non rendere sicuro o recuperare il patrimonio immobiliare esistente, costituisce un colpo mortale per tutti quegli operai, artigiani, imprenditori, impegnati, direttamente o nell'indotto, nel comparto edile, tradizionalmente volano dell'economia e percepito, da ormai troppi anni, in maniera totalmente distorta dall'opinione pubblica, specialmente in Italia. Un mercato asfittico per ragioni profonde che non risiedono solo nella carenza di risorse finanziarie da destinare agli investimenti, ma da una serie di problematiche che incidono su ogni fase del processo decisionale e gestionale di una opera pubblica, dalla sua progettazione al suo collaudo e fruizione. Le imprese edili assistono, come il resto dell'opinione pubblica, agli annunci di grandi piani di programmazione, con miliardi di euro destinati alla realizzazione di lavori importanti per la collettività, ma le cifre delle opere pubbliche restano sempre più drammatiche per il settore.
Gli ultimi dati relativi agli appalti pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana sono semplicemente agghiaccianti: nel 2007 le gare erano 1.238, l'anno passato sono state 96, con gli importi messi a disposizione crollati da circa 1,3 miliardi di euro a poco più di 142 milioni. Un calo dell'88,79% degli apporti finanziari e del 92,25% degli avvisi pubblici, che viene riequilibrato in parte da quelle tipologie di lavori non pubblicate sulla GURS, ma, comunque, rappresenta un segnale abbastanza netto della vera e propria mannaia abbattutasi sull'edilizia nella nostra Regione. Passando, poi, alla realtà messinese, i numeri sulla forza lavoro dichiarata dalle imprese iscritte alla Cassa Edile della provincia ratificano questo trend apocalittico: dai quasi 14.000 operai del 2008 si è passati ai circa 7.800 attuali, con un – 45% che significa ben 6.219 famiglie senza la possibilità di un salario, cui si aggiungono le 832 imprese mancanti all'appello nel medesimo periodo. Il numero più impressionante è però il calo di ben il 55 % delle ore lavorate, perché definisce in modo abbastanza chiaro la diminuzione del peso del comparto.
Ecco il motivo per il quale le imprese edili messinesi attendono con ansia di sapere come ed in che tempi saranno realizzate le opere e gli interventi già previsti ed individuati sul territorio dal Patto per Messina
(circa 778 milioni di euro), dal Patto per la Sicilia (circa 850 milioni di euro) e da tutti gli altri quadri di programmazione previsti in ambito comunitario, nazionale e regionale.
Per questo, ANCE, CNA, CLAAI e SADACASA hanno messo in cantiere questa iniziativa pubblica, invitando tutti i sindaci ed i responsabili tecnici dei Comuni dell'Area Metropolitana di Messina, le imprese edili della provincia, gli ordini professionali, le organizzazioni sindacali di categoria, i rappresentanti delle altre associazioni imprenditoriali ed artigiane, le forze sociali e produttive, la deputazione regionale e nazionale eletta nel territorio, i cittadini, a partecipare per ascoltare i relatori, ma anche per intervenire durante il dibattito che seguirà la prima parte dell'evento.
Il programma prevede l'inizio dei lavori alle 9,30, con i saluti del Presidente dell'Ance Messina Giuseppe Ricciardello e del Presidente del CNA Costruzioni Sicilia Luca Calabrese, a nome anche delle altre sigle organizzatrici del convegno (CLAAI e SADACASA).
Seguiranno gli interventi dei seguenti relatori, introdotti e moderati dalla giornalista Rosaria Brancato, che tratteranno contenuti inerenti alle loro competenze o ruoli istituzionali in rapporto al tema del convegno:
– Ing. Prof. Donato Carlea – Provveditore alle Opere Pubbliche Sicilia e Calabria –
– Dott. Antonino Genovesi – Nucleo di valutazione per gli investimenti pubblici della Regione Siciliana
– Ing. Sergio De Cola – Assessore Lavori Pubblici e Politiche del Territorio Comune Messina –
– Dott. Maurizio Croce – Assessore Regionale Territorio ed Ambiente
– Dott. Giovanni Pistorio – Assessore Regionale Infrastrutture e Trasporti
Al termine delle relazioni, vi sarà uno spazio interamente dedicato agli invitati presenti, i quali potranno prendere la parola, interloquendo con i relatori e dando vita al dibattito che costituirà un importante momento di confronto sulle problematiche dei piani di intervento infrastrutturali nel nostro territorio.
L'auspicio delle Associazioni organizzatrici dell'evento è che, da questa giornata di lavoro scaturisca un quadro più chiaro delle opportunità concrete di investimento realizzabili nell'area metropolitana di Messina da oggi al 2020, ed anche un impegno, da parte delle componenti locali politiche, amministrative e sociali, per operare nell'interesse dello sviluppo del territorio, partendo dalla ripresa del comparto delle costruzioni.
Si ma io..in tantissimi anni anni, non ho mai sentito nessuno di questi illustri” convenuti” spendere una parola o fare una sola battaglia per protestare prima con Monti, che ha dirottato al Nord i fondi previsti del Ponte; poi con gli altri governi che si sono succeduti che hanno “.caducato” il Ponte , unica opera,attorno alla quale si sarebbe potuto riprogrammare e riqualificare l’intero territorio con investimenti sopratutto privati. Ma la subalternità storica al sistema pubblico politico da parte delle confederazioni confederate confindustriali confedilizie, li induce solo ora a non confidare in una classe politica che trasversalmente ha tradito ed impoverito il Sud, la Sicilia e Messina, in particolare.
Si ma io..in tantissimi anni anni, non ho mai sentito nessuno di questi illustri” convenuti” spendere una parola o fare una sola battaglia per protestare prima con Monti, che ha dirottato al Nord i fondi previsti del Ponte; poi con gli altri governi che si sono succeduti che hanno “.caducato” il Ponte , unica opera,attorno alla quale si sarebbe potuto riprogrammare e riqualificare l’intero territorio con investimenti sopratutto privati. Ma la subalternità storica al sistema pubblico politico da parte delle confederazioni confederate confindustriali confedilizie, li induce solo ora a non confidare in una classe politica che trasversalmente ha tradito ed impoverito il Sud, la Sicilia e Messina, in particolare.