Duro affondo del consigliere comunale nei confronti del sindaco De Luca
“Questa notizia del patrocinio al Pride di Messina che prima è concesso, poi forse, poi no, e soprattutto che un sindaco come De Luca lo abbia firmato “senza sapere” se non fosse tragica farebbe ridere mezzo mondo. Ma purtroppo no”. Il consigliere comunale Alessandro Russo parla di “paradossale circostanza del “dietro front a sua insaputa” del sindaco in merito alla concessione del patrocinio al Pride», prima firmato e poi revocato in attesa di approfondimento con gli organizzatori della manifestazione.
L’esponente del Pd esprime quindi due considerazioni: «la prima, il Sindaco rappresenta TUTTA la comunità di Messina, all’interno della quale ci sono (purtroppo per lui, a questo punto…) molti omosessuali, bisessuali, trans, lesbiche. Ecco perché serve che vada concesso il patrocinio del Comune, per far vedere che la Città di Messina non fa discriminazioni e sta a fianco dei suoi cittadini gay, bisessuali o transessuali. E soprattutto non concede patrocini solo ai festival delle ciaramedde ma ad iniziative che rappresentano parti di città finora mai rappresentate, come la comunità LGBT».
«La seconda: questo fa sì che la battaglia di valori e di idee si sposterà in Consiglio Comunale, dove chiederemo di accelerare la discussione sulla delibera di adesione al Pride. Se il sindaco non vuol concedere il patrocinio, dovrà essere il Consiglio che rappresenta tutta la città a dimostrare di quanto su questi temi non possano esserci inutili e ridicoli “distinguo” e necessità di “precisazioni”».
Vergognoso, assolutamente vergognoso. Il PD, così vicino a problematiche che non fregano a nessuno, attraverso Russo esprime il disappunto per la revoca ad una manifestazione carnevalesca di cui la città può fare a meno tranquillamente.
Se De Luca continuerà su questa strada, sarò ancora tra quelli che ritengono di aver scelto l’uomo giusto per Messina.
Russo, lascia stare le xxxxxxxxx e guadagnati lo stipendio che prendi.
il vero xxxxxxxx professionista è come un giocatore di poker: rilancia di mano in mano, raddoppiando la posta, finché qualcuno non decide di vedere il bluff. ..Oramai siamo alle cronache da fine della Respublica … questa è roba che trascende la retorica del foro, per farsi demagogia da tribuni di bassa plebe…
Dai tempi di Clodio e Catilina sembra non sia cambiato nulla, se non fosse che…
“Conoscere l’arte d’impressionare l’immaginazione delle folle, significa conoscere l’arte di governare”. Ciò è vero psicologicamente, ma è falso storicamente poiché i grandi tribuni han saputo portare le folle all’esaltazione, condurle ove essi volevano condurle, ma il potere conquistato con la sola parola è sempre stato un pallone presto sgonfiatosi sull’abisso»