Le ipotesi di accusa sono di associazione per delinquere e frodi fiscali tramite il Decreto "Rilancio"
Un arresto in carcere e cinque ai domiciliari a Messina per presunte truffe al Fisco, che miravano ad ottenere illecitamente i fondi del decreto Rilancio destinati ai bonus edilizi, a cominciare dal superbonus.
Associazione finalizzata alla truffa, accesso abusivo al sistema informatico per ottenere informazioni fiscali e altri episodi, contestati a vario titolo, i reati ipotizzati dalla Procura di Messina e la Guardia di Finanza.
La denuncia
A coordinare l’inchiesta è la procuratrice vicaria Rosa Raffa insieme al sostituto Giuseppe Adornato, sotto il coordinamento del procuratore capo Antonio d’Amato. Tutto nato da una denuncia presentata alla Guardia di Finanza da un cittadino privato, informato da un funzionario dell’Agenzia delle Entrate dell’inserimento, nel proprio cassetto fiscale, di crediti d’imposta per un controvalore di ben 1 milione e 300mila euro, riconducibili a lavori di ristrutturazione edilizia col superbonus 110 %, in realtà mai eseguiti.
Le agevolazioni risultavano cedute, tramite la piattaforma denominata “cessione crediti” dell’Agenzia delle Entrate, ad una società immobiliare poi risultata priva di personale e strutture idonee all’esercizio dell’attività.
Accertamenti bancari e perquisizioni locali hanno consentito di ricostruire ulteriori ingenti crediti, inseriti nei sistemi informatici da un’unica persona e ceduti da privati, sempre alle medesime società messinesi riconducibili a persone facenti parte di un solo nucleo familiare.
Il ruolo del medico e del commercialista
L’attività criminale ruotava intorno ad un medico di base di Messina che, sfruttando il rapporto di fiducia che intercorreva con i suoi pazienti, prospettava loro la possibilità di ottenere i contributi statali “Ecobonus” e “Superbonus”, per ristrutturare immobili di loro proprietà.
A tal fine invitava i pazienti a rilasciargli le credenziali “Spid”, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, con cui usufruire dei servizi online della Pubblica Amministrazione, così da potere accedere, da remoto, al loro cassetto fiscale, a consegnargli i documenti d’identità, a consentirgli la facoltà di accesso alle caselle di posta elettronica, a conferirgli mandato per la gestione dello smobilizzo dei crediti di imposta conto terzi.
A fronte di lavori mai avviati, il medico, con l’apporto tecnico di un commercialista, operando da remoto nei cassetti fiscali degli ignari pazienti cedenti, riusciva a svolgere la procedura istruttoria dell’Agenzia delle Entrate, mediante l’apposizione dell’obbligatorio “visto di conformità” per far confluire la cessione del credito d’imposta nella piattaforma web “cessione crediti”.
I fittizi crediti così creati venivano poi ceduti ad altri soggetti, tra cui quattro società riferibili al medico ed a suoi parenti, al fine di consentirne la monetizzazione, ovvero la compensazione fiscale con debiti reali.
Sequestrati 37 milioni di euro
Il giudice della cautela ha anche disposto la misura cautelare del sequestro preventivo di oltre 37 milioni di euro, in parte ancora giacenti, sotto forma di crediti, sulla relativa piattaforma telematica, pari ai profitti generati attraverso l’attività criminosa oggetto d’indagine.
Gli arrestati
In carcere il medico Antonino Barbera, 72 anni. Ai domiciliari Domenica Barbera (69 anni), Nicola Barbera (45 anni), Felicia De Salvo (68 anni), Silvia Lo Giudice (41 anni) e Roberto Pisa (62 anni).
bel lavoro il governo ne terrà conto, tenete bene a mente i nomi sicuramente nel prossimo rimpasto, qualcuno di loro diventerà ministro o sottosegretario!
Ecco il risultato della beneficenza Pd e pentai…, milioni di euro truffati che i contribuenti dovranno pagare.
certo però che bisogna essere degli ingenui per dare le proprie credenziali spid…. che praticamente si può entrare dappertutto….