Giovedì e venerdì il confronto col giudice che ha arrestato Giacoma Cambria, compagna del noto Maurizio Papale, che aveva preso le redini del traffico di droga con la Puglia dopo l'arresto del marito. Ecco come la cocaina viaggiava nei bus di linea.
E' domani il giorno fissato per il confronto tra il Giudice per le indagini preliminari Daniela Urbani e le tre persone che sono andate in carcere nell'operazione antidroga Shuttle.
Il giudice, tra giovedì e venerdì, sarà a Gazzi per gli interrogatori di garanzia di Giacoma Cambria e i fratelli Michele e Giovanni. I tre, assistiti dagli avvocati Nino Cacia e Salvatore Silvestro, decideranno se rispondere o tacere, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
In sostanza sono accusati di gestire il traffico di droga, intercettato dalla Guardia di Finanza di Messina a partire dal 2015, che dalla Puglia e la Calabria arrivava a Messina a bordo dei bus di linea – da qui il nome del blitz.
Il Giudice sentirà anche le persone alle quali ha concesso i domiciliari, ovvero Grazia Leo, Domenico Papale, Biagio Merlino, Salvatore Papale, Giovanna Mantineo e Micol Marcu.
Erano loro la rete di collaboratori di Giacoma Cambria, compagna del noto Maurizio Papale. Quando il marito viene arrestato, nel 2015, dopo la scoperta di 10 chili di hashis in un capannone, Giacoma non esita a prendere le reti del traffico di droga anche pesante, grossi quantitativi di cocaina che arrivavano dall'Albania attraverso la Puglia, e dove era sempre lei a tenere i rapporti con i soggetti italiani terminali del traffico internazionale.
I finanzieri messinesi hanno ricostruito tutte le attività della Cambria e i vari ruoli tenuti dai suoi "collaboratori", tra corrieri e pusher, tramite le intercettazioni telefoniche ed ambientali. Intercettazioni partite proprio da quel carico intercettato agli imbarcaderi della Caronte&Tourist due anni fa, il panetto da 5 chili sul bus di linea proveniente dalla Puglia.
Se smerciato, avrebbe fruttato al gruppo almeno mezzo milione di euro.