Atm: "Torino-Messina andata e ritorno". Orsa-Faisa e Usb "Miracolo o bluff?"

Atm: “Torino-Messina andata e ritorno”. Orsa-Faisa e Usb “Miracolo o bluff?”

Rosaria Brancato

Atm: “Torino-Messina andata e ritorno”. Orsa-Faisa e Usb “Miracolo o bluff?”

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sabato 15 Dicembre 2018 - 08:05
Gemellaggio sindacale

“Sapevamo che non c’era nessun salvatore della patria, sapevamo che avrebbe lasciato quel che si è visto e lo dicevamo mentre tutti battevano le mani. La liquidazione dell’Atm era una scelta obbligata per salvare lo stipendio dei lavoratori per i quali per 5 anni non erano stati effettuati i versamenti contributivi”.

E’ Mariano Massaro, segretario regionale Orsa Trasporti sintetizza quanto accaduto nella corsa “Torino-Messina” andata e ritorno per l’ex presidente Foti.

Accanto a lui e a Lillo Sturiale Faisa Cisal c’è Michele Schifone, segretario regionale USB Piemonte in una sorta di gemellaggio sindacale nei trasporti tra sindacati di base.

A Torino, alla GTT Foti era un direttore d’esercizio prossimo al prepensionamento- prosegue Massaro– ma la politica ha deciso, in asse con Messina e l’amministrazione Accorinti di mandarlo qui insieme ai famosi autobus da rottamare a 1 euro. Noi non contestiamo l’uomo ma una strategia aziendale che ha portato l’Atm alla liquidazione. Per quanto riguarda l’Orsa che Foti all’inizio definì sindacato illuminato, alla fine del percorso piangiamo 1 licenziamento, 2 demansionamenti e diversi procedimenti disciplinari, oltre al fatto che non ci ha mai più convocati ai tavoli portando avanti una gestione autoritaria. Ma i debiti accumulati li pagherà il Comune, quindi tutti i messinesi”.

L’Orsa ha portato i bilanci e la gestione economica all’attenzione della Procura con un esposto evidenziando come tutt’ora quel “gemellaggio drammatico” con la GTT di Torino prosegua a causa della necessità di acquistare i pezzi di ricambio per i bus rottamati e per la gestione del sistema informatico.

La sintonia dell’ex dg ed ex presidente dell’Atm con le sigle sindacali confederali prosegue anche a Torino, come spiegato da Michele Schifone che rappresenta il sindacato di base che lo scorso 17 novembre, con lo sciopero (leggi qui), ha registrato tra il 75% e l’80% di adesioni.

Tutte le organizzazioni sindacali per gran parte del 2018 hanno contestato il Piano industriale della GTT- ha spiegato Schifone– attuando anche scioperi. Stranamente però il 10 settembre, 6 ore prima dell’insediamento del nuovo vertice e di Foti, ci viene fatto sapere che gli oltre 500 licenziamenti annunciati potevano essere scongiurati. Le altre sigle sindacali gli hanno spianato la strada, tranne USB ed RSU. Foti ci ha detto “state tranquilli”, ma a me non bastano due parole per ritirare lo sciopero. Le altre sigle sindacali gli hanno spianato la strada, noi abbiamo scioperato”.

Schifone si sofferma anche sul ruolo avuto da Foti nella GTT prima dell’approdo a Messina. Il manager faceva parte di un gruppo di dirigenti da 112 mila euro l’anno ricoprendo il ruolo di direttore d’esercizio, poi spostato alla 5T. Nell’ultimo periodo nell’ambito di una serie di pre-pensionamenti l’azienda trasporti torinese gli ha proposto un accordo.

E’ però intervenuta la politica salvagente che all’epoca era alla guida del Comune di Torino e così è stato mandato a Messina- prosegue Schifone– Adesso è tornato vincendo la selezione. Nulla di personale ma ci preoccupa la strategia in atto. Foti è stato scelto dallo staff dell’assessore grillino Maria La Pietra che annovera l’ex dirigente GTT Paolo D’Angelo, area Pd ed amico di Foti. La sindaca Appendino ci aveva escluso che Foti sarebbe mai tornato ma è stata smentita dai fatti. Ci preoccupa che la metà degli attuali dirigenti GTT siano gli stessi di 15 anni fa che tanti danni hanno fatto all’azienda e operino in sintonia con la Regione di Chiamparino che vuol depotenziare il trasporto pubblico a favore di Bus Italia….Secondo noi, per dirla in termini militari, è stato chiamato come genio guastatore per raggiungere quegli obiettivi”.

Successivamente allo sciopero però Usb ed Rsu non hanno visto quelle significative azioni concrete annunciate a fine settembre volte a scongiurare i licenziamenti e rilanciare l’azienda.

Intervenuto alla conferenza stampa anche Paolo Bitto, di CapitaleMessina che ha evidenziato il rammarico per non essere stato ascoltato quando, sin dal 2014, ha lanciato i primi allarmi sui conti “sono stato definito gufo, perché nessuno in quel periodo poteva muovere alcun dubbio. Mi spiace solo che il coraggio sia stato trovato adesso. Non ho mai messo in discussione la qualità del servizio ma la situazione dei conti. Il problema è che a Messina ci è stata posta la GTT come un buon modello da seguire, ma così non è. La strategia aziendale seguita a Messina è stata quella di aumentare i debiti per migliorare il servizio. Far figurare crediti inesigibili e puntare sul fatto che il Comune ha rinunciato ad alcuni crediti. Non basta un maquillage dei conti per sanare l’azienda…..”

Ad essere preoccupato per alcuni segnali attuali è Lillo Sturiale che sottolinea come anche con la gestione Campagna vi siano alcune situazioni che “discriminano” il sindacato di base “Con la vecchia gestione Atm non appena io ho fatto alcune critiche sono stato attaccato e sono passato tra i cattivi. Sono stato definito coppia di fatto dopo il primo comunicato congiunto con l’Orsa. Però anche adesso, quando chiediamo una stanza per le riunioni sindacali ci viene risposto che non c’è. Eppure, una stanza che viene usata regolarmente per incontri sindacali di altre sigle si trova…”

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