Il dirigente scolastico attacca l’assessore Centorrino la cui decisione viene considerata nient’altro che un “escamotage” per tutelare l’identità ma soprattutto l’autonomia scolastica del liceo La Farina e del proprio preside
Il piano di dimensionamento scolastico presentato nei giorni scorsi dall’assessore regionale all’istruzione Mario Centorrino, sta scatenando parecchie polemiche, sia da parte di rappresentanti politici ma anche, e soprattutto, dal mondo della scuola, che dagli eventuali cambiamenti saranno direttamente interessati. Di questo si è parlato anche nel corso del convegno del Pd organizzato all’Hotel Liberty, “Più scuola per ricostruire il futuro”, a cui avrebbe dovuto prendere parte anche il rappresentante della giunta Lombardo, assente però a causa di altri impegni. L’intervento finale è spettato alla segretaria nazionale-responsabile scuola del Partito, Francesca Puglisi, che ha relazionato a 360 gradi sulle proposte che il Pd ha in cantiere rispetto al “decreto semplificazioni” del governo Monti. Al centro di ogni argomento rimane però il rilancio della scuola pubblica, come “luogo aperto” dove i ragazzi possano trascorrere gran parte della loro giornata anche dedicandosi ad attività ricreativi, sociali, di sport e laboratori, evitando, dunque, che le scuole siano considerate alla stregua di “parcheggi” dove i genitori fanno sostare i figli in attesa di terminare il turno di lavoro.
E loro, gli studenti, pur se non fisicamente presenti all’interno della sala, sono stati i veri protagonisti dell’incontro. Parliamo dei ragazzi dell’Istituto Quasimodo che hanno manifestato di fronte l’ingresso dell’Hotel “armati” di striscioni per dire no al previsto accorpamento con il Liceo La Farina. Un provvedimento che di fatto determinerebbe la chiusura della sezione scientifica del Quasimodo, già precedentemente accorpata al Minutoli. Una decisione che a detta dei ragazzi mira essenzialmente a “salvare” l’autonomia scolastica del La Farina ed in particolare il ruolo del preside Pio Lo Re. Posizione condivisa anche dal dirigente scolastico dell’Istituto che dovrebbe subire l’accorpamento, il Quasimodo appunto, che non risparmia parole i fuoco: «Tutti i nostri appelli sono rimasti inascoltati, l’Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione Prof. Mario Centorrino ha inviato il piano di razionalizzazione scolastica della Sicilia al Ministero della Pubblica Istruzione. In esso ha proposto la fine del Liceo Scientifico Quasimodo, sacrificato sull’altare dei superiori interessi del Liceo La Farina che altrimenti rischiava la sua autonomia».
La Tona prosegue e va giù duro: «È una prepotenza a cui non ci si rassegnerà facilmente e che io, in qualità di preside, gli alunni e le famiglie ostacoleranno con tutti i mezzi disponibili, ovviamente leciti, come lecito è chiedersi: a chi serve quello che sta avvenendo? E’ vero, come afferma L’assessore, che per gli alunni del Liceo Quasimodo non cambierà nulla? E soprattutto, era possibile trovare una soluzione che mantenendo l’autonomia del La Farina non penalizza altre scuole? Cominciamo dall’inizio. L’assessore regionale deve dar conto al Ministero dei processi di razionalizzazione avviati, cioè deve predisporre un piano che raggiungo gli obiettivi di risparmio imposti dalle norme della finanza pubblica. Ciò perché, ogni scuola in meno significa per il Ministero un preside in meno, un dsga in meno, meno bidelli ecc…, insomma un risparmio derivante da un’economica di scala. Unire dure scuole, altresì, comporta un risparmio per l’ente locale perché si ottimizzano gli spazi, si riducono i costi di utenze,attrezzature, palestre,lavoratori, ecc.. Razionalizzare, quindi, fa perdere l’identità storica di una scuola, ma raggiunge gli obiettivi imposti dalla finanza pubblica. Ma per il prof. Centorrino, esperto economista, quali sarebbero i risparmi nel caso di specie?»
Il dirigente scolastico del Quasimodo sposta quindi l’attenzione su cosa si sarebbe potuto fare e invece non è stato fatto: «Avrebbe potuto lasciare il La Farina autonomo visto che partendo dagli attuali 469 alunni con le nuove iscrizioni avrebbe facilmente raggiunto la soglia dei 500. Avrebbe potuto aggregare il La Farina al Maurolico, due istituti classici con grande tradizione, realizzando certamente i risparmi suddetti, in particolare quelli di preside e dsga. Avrebbe potuto, come in prima istanza era stato fatto, assegnare al La Farina due sezioni del Liceo Seguenza. E in questo caso, avrebbe sempre perpetrato una “prepotenza” su alunni e famiglie, ma quanto meno avrebbe consentito all’ente locale di risparmiare sull’affitto dei locali utilizzati da una parte del Seguenza. E invece no. Il La Farina resta in piedi conservando le figure del preside e del dsga e quant’altro, il Seguenza, sottolineo giustamente, rimane intoccato, la Provincia continuerò a pagare gli affitti di cui sopra e qual è l’uovo di colombo? I derelitti del Liceo Quasimodo, con i quali non si risparmierà nulla, anzi li si costringerà a spostarsi in un’altra parte della città e li si penalizzerà come identità scolastica, territoriale ed anche economica, considerato che non potranno più fruire di tanti vantaggi ed iniziative progettuali che il Quasimodo aveva avviato con loro e rischiano di perdere la continuità didattica con i docenti che potranno più fruire di tanti vantaggi ed iniziative progettuali che il Quasimodo aveva avviato con loro e rischiano di perdere la continuità didattica con i docenti che potranno decidere di trasferirsi».
La Tona spiega anche quali saranno le conseguenze di tali provvedimenti, mostrando di non condividere le assicurazioni fornite da Centorrino: «L’Assessore afferma che rimarranno nel plesso dove oggi si trovano, ma parla di cose delle quali non è sua la competenza, ma nelle Provincia che ha già fatto sapere al sottoscritto che difficilmente, per motivi logistici e di sicurezza, sarà possibile far convivere tre scuole (Quasimodo, Corelli e La Farina) in uno stesso istituto. Sorvolo altresì, sulla disparità di trattamento con altre scuole della città e della provincia che, non avendo i numeri, sono state aggregate ad altre, cancellando decenni di storia e identità cultura e territoriale, oppure sono state mantenute autonome pur senza avere i numeri. Il primo effetto di tutto questo è la rivolta degli studenti e delle famiglie del Liceo Quasimodo, di quelli iscritti che preannunciano l’intenzione di chiedere il nulla-osta per trasferirsi in altre scuole, così come i neo-iscritti hanno comunicato, in effetti hanno tempo fino al 20 febbraio, di non avere intenzione, in queste condizioni, di iscriversi più al Liceo Quasimodo. Insomma, il danno e la beffa. Si perderà il Liceo Scientifico Quasimodo senza acquisire i numeri per “salvare” il La Farina. Il tutto in barba alla logica con cui lo stesso Assessorato qualche anno fa aveva autorizzato la nascita di questo Liceo e cioè quella di dare una risposta ad un territorio della periferia cittadina in cui alto era ed è il tasso di dispersioni scolastica e di abbandoni. Non credo che l’Assessore potrà facilmente negare l’evidenza, e per cui mi chiedo “cui prodest?” A chi giova tutto ciò? Certamente non alla scuola messinese, non agli studenti del Liceo Quasimodo, La Farina o Seguenza, certamente non al Ministero o alla Provincia perché non risparmieranno nulla, anzi, e allora chi? Auspico che non siamo le aule dei tribunali, amministrativi, penali e contabili a dover dare risposta a queste domande cui soltanto la politica dovrebbe essere chiamata a dare soluzioni coerenti, corrette e ispirate all’interesse generale».
Sembra invece risolto il “caso” della scuola Evemero. Nei giorni scorsi infatti la dirigente scolastica, Concetta Quattrocchi, ha inoltrato una nota all’assessorato regionale per capire in che termini sarebbe avvenuto il ridimensionamento, se solo per la scuola secondaria di primo grado o per l’intero plesso di Faro Superiore. Possibilità, quest’ultima che avrebbe determinato l’eventuale perdita di autonomia. Così non sarà. La Regione, infatti, ha informato che la scuola rimarrà all’Evemero, alla base dell’equivoco la pubblicazione di una parte del documento regionale che invece si era deciso di cassare.
Con un po’ di buonsenso,si potrebbe lasciare il La Farina autonomo dato che oggi è uno dei pochi istituti in crescita;o magari spostare presso di esso,a partire dal prossimo anno, le prime classi che il Sequenza non può ospitare e di solito dirotta ad altri licei scientifici e/o le classi con sperimentazione linguistica,più affini ad un indirizzo classico che ad uno scientifico.Penso si dovrebbe tenere conto sia del tipo di studi,sia del criterio della vicinorietà.Tanti auguri al preside La Tona(che non conosco)e ai suoi alunni per la loro battaglia