In realtà si tratta di un piano valido solo dal 1 gennaio al 30 aprile. Costo totale previsto di 14 milioni di euro, la giunta ha però deciso di coprire le spese solo per i mesi di gennaio e febbraio. "Guerra" di perizie tra Ato3 e Messinambiente. Scaricare a Motta costa quasi 1 milione di euro al mese.
Non c’è ancora stato il tempo per chiudere le polemiche sul piano finanziario da 42 milioni di euro per la gestione rifiuti del 2013 che salta fuori il piano 2014. Non si tratta della versione completa perché in questo momento tutto il sistema è in evoluzione, si attende la costituzione dell’Aro, c’è da capire cosa accadrà a Messinambiente dopo le pesanti denunce dell’amministrazione comunale, l’Ato è in liquidazione, dunque il documento è stato redatto per i primi quattro mesi dell’anno. Ciò che salta subito all’occhio è che questo piano, stilato dall’Ato3, prevede un costo a carico del Comune di 14.002.936,20 milioni di euro per il periodo che va dal 1 gennaio al 30 aprile 2014. Basterebbe questo numero per chiedersi cosa abbia dunque fatto l’amministrazione comunale per mantenere la promessa e l’impegno di abbassare i costi della gestione rifiuti. Perché il conto è facile: se in 4 mesi si prevede di spendere 14 milioni, significa che in 12 mesi se ne spenderanno 42. E dunque cosa è cambiato rispetto a quel piano 2013 tanto contestato?
A questa domanda risponde direttamente l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua, che ha spiegato che la giunta ha approvato questo piano solo per garantire copertura finanziaria al servizio di raccolta dei rifiuti che altrimenti avrebbe potuto subire uno stop, tanto che nella delibera con cui il provvedimento è stato adottato viene specificato di prevedere copertura dei costi solo per due mesi, dal 1 gennaio al 28 febbraio. Quindi la giunta ha detto sì ad un piano finanziario per 4 mesi, ma impegna risorse solo per due. “Vogliamo operare dei tagli per risparmiare e quello non sarà il piano definitivo, stiamo aspettando che Messinambiente metta in atto quelle azioni richieste durante l’ultima assemblea dei soci dello scorso 4 febbraio che prevedono la messa in quiescenza di circa 10 unità di personale e risparmio su altre voci.” ha spiegato Ialacqua.
Ma come sono state ripartite queste somme? I costi per i primi due mesi dell’anno sono stati quantificati in 7.001.468,15 euro, dei quali: 4.644.555,77 per costi di servizi di igiene ambientale (cifra destinata a Messinambiente), 1.914.964,34 per costi di smaltimento (costo della discarica), 441.948,03 per i servizi gestiti dall’Ato3 secondo il protocollo d’intesa che lega la società in liquidazione al Comune e che ha dato all’Ato compiti di controllo e monitoraggio della gestione rifiuti.
A definire questi numeri è stata l’Ato3 nel piano finanziario e nella perizia allegata al documento approvato in giunta il 13 febbraio. Anche Messinambiente aveva però prodotto una sua perizia dopo aver visionato quella dell’Ato, la società di via Dogali aveva quantificato le spese fino al 30 giugno in 15.900.000 euro. Alla fine però il Comune ha scelto di adottare quella dell’Ato perché, come si legge nella delibera, “i costi di gestione esposti dalla società Messinambiente spa in liquidazione nella perizia dei servizi di spezzamento, raccolta integrata e trasporto rifiuti urbani, necessitano di ulteriori approfondimenti preventivi”. Quindi per questi primi due mesi, ormai quasi finiti, nella guerra delle perizie ha “vinto” l’Ato, bisognerà vedere adesso come si intenderà risparmiare per abbassare quelle cifre.
Un altro particolare da non sottovalutare è che da questi numeri finalmente si scopre il costo esatto della discarica. Portare i rifiuti a Motta Sant’Anastasia costa quasi 1 milione di euro al mese, circa 100mila euro in più di quanto il Comune spendeva per scaricare a Mazzarrà S. Andrea. A Palazzo Zanca si sta lavorando per riallacciare i rapporti con Tirrenoambiente, società che gestisce la discarica di Mazzarrà e che lo scorso settembre ha chiuso i cancelli al Comune di Messina per i troppi debiti e gli impegni non mantenuti. Anche nella delibera si fa presente che “il servizio di smaltimento presso la discarica di Motta gestita dalla Oikos comporta un evidente aggravio dei costi nella gestione integrata dei rifiuti, con conseguente necessità di ricercare le condizioni per avviare di nuovo a smaltimento i rifiuti del Comune di Messina presso la discarica di Mazzarrà”. Quindi nelle ultime settimane a Palazzo Zanca sono stati diversi gli incontri tra l’amministrazione Accorinti e alcuni esponenti della società Tirrenoambiente. E se l’assessore Ialacqua sembra essere fiducioso del percorso avviato, la società attenee di capire in che modo il Comune intende chiudere la partita debitoria. Messina ha due tranche di debiti con la società che gestisce la discarica, uno relativo ad una transazione che l’amministrazione Accorinti ha ricominciato a pagare e un altro da 4,8 milioni di euro maturati nei primi 9 mesi del 2013. A questo punto verrebbe da chiedersi che fine ha fatto la delibera per accedere al fondo di rotazione regionale che avrebbe permesso al Comune di saldare tutti i suoi debiti legati ai rifiuti. L’assessore risponde che l’intenzione è di riprenderla. Il tempo però passa, i debiti restano lì, i costi aumentano e i messinesi non digeriranno una batosta come quella Tares anche in questo nuovo anno.
Francesca Stornante
Lunedì, 17 febbraio, 2014 – 21:37
Carissima Francesca STORNANTE ti invito a pubblicare questo piano finanziario parziale o provvisorio, intendo l’originale, è complicato reperirlo nel sito del Comune. G R A Z I E.
La nostra Francesca STORNANTE ha colpito nel segno, ai costi previsti dalla perizia, intorno ai 42 milioni, dobbiamo aggiungere i costi necessari per garantire la copertura integrale del servizio, ai fini del piano tariffario TARES o forse TARI, come il fondo di svalutazione crediti e i costi d’uso del capitale, e altri. Facendo la proiezione per l’intero anno, il totale sarà pari ai € 44.424.677, a questo punto, mentre aspetto i risultati dell’indagine della Magistratura, invito RENATO sindaco a chiedere conto dei costi non solo di MessinAmbiente, ma anche quelli dettagliati di ATOME3, di cui non sappiamo nulla.
Ma perchè Messina non si attiva come le città evolute?
Nel nord Europa ACQUISTANO i rifiuti per produrre energia elettrica, concimi e per reciclare e rivendene tutti i prodotti generati.
All’inizio vi è un costo per sostenere le spese degli impianti ma, una volta messi in funzione, generano solo profitto.
BASTA COPIARE, NON C’E’ NULLA DA INVENTARE…. non siamo buoni neanche a copiare!!!
Caro MARIEDIT ma a chi la vuoi dare a bere? Per te è impossibile reperire in originale il piano finanziario? MA VA!!!!!!! Che è QUESTA VOLTA NON HAI POTUTO ACCEDERE AI DATI?Dico che forse è meglio così non dai fastidio con le tue cifre, cifre, cifre, cifre, cifre………….