Revocato il nulla osta per la consulenza concesso al manager dall'ex presidente Ginatempo. Oggi pomeriggio nuova seduta del Cda per decidere sulla sospensione cautelativa.
La querelle sull’emergenza rifiuti è anche un gioco di nervi. Da un lato infatti c’è la guerra interna alla Messina servizi bene comune, che coinvolge più piani e più persone, compresi i vertici, dall’altro c’è la situazione della raccolta, sempre “sull’orlo di una crisi di nervi”. Non a caso anche nella giornata di ieri sono arrivate sul tavolo del Cda nuove segnalazioni di disagi e disservizi.
Se il sindaco ha invitato il Cda a rimuovere le cause che hanno messo la città in ginocchio a novembre per sottovalutazione delle criticità ed ha indicato la strada della sospensione cautelativa del dg Iacomelli in attesa di valutazioni sulla revoca, i passaggi successivi non sono né rapidi né scontati.
Nella seduta di ieri infatti, proprio in virtù delle segnalazioni che continuano ad arrivare, è stato affrontato solo il primo punto all’ordine del giorno: l’incarico da 200 mila euro in 5 anni che Iacomelli ha firmato con la Sogesid di Roma nel maggio scorso, mentre MSBC muoveva i primi passi (leggi qui). A concedere il nulla osta per quell’incarico, nonostante la situazione richiedesse una presenza costante del manager a Messina, è stato l’ex presidente Ginatempo che solo per le vie verbali ha chiesto un parere al Collegio sindacale in merito alla compatibilità o meno della consulenza romana. Di questo incarico infatti tra gli atti di MSBC non risultano pareri ufficiali ma solo la lettera a firma di Ginatempo. Né da agosto fino a novembre, quando Tempostretto ha pubblicato la notizia, il manager ha mai informato il Cda dell’incarico con la Sogesid Spa, dando forse per scontato che lo sapessero.
La prima mossa del Cda quindi è stata proprio la revoca del nulla osta a Iacomelli relativamente alla consulenza quinquennale.
Un fatto non irrilevante dal momento che il manager toscano dovrà comunque decidere cosa fare, se continuare pur senza autorizzazioni, rischiando ulteriori frizioni ma anche conseguenze più serie o rinunciare all’incarico con la Sogesid o ancora prendere tempo.
Ulteriori scontri tra Cda e direttore generale negli ultimi due mesi si sono registrati sul Piano Industriale e sul Piano Finanziario e non sono stati ancora superati. Le dichiarazioni del sindaco inoltre e la nota con la quale viene preparato il siluramento di Iacomelli si basano sul presupposto che, insediatosi il 1 marzo, il dg per gran parte dei mesi successivi non ha portato avanti quei provvedimenti che avrebbero dovuto rendere agevole la nascita di Messina servizi sulle “ceneri” di Messinambiente. Non avrebbe cioè svolto appieno il compito per il quale era stato scelto dalla giunta Accorinti. Solo dall’insediamento ad agosto del nuovo Cda il manager avrebbe iniziato a prendere i primi provvedimenti.
Sotto i riflettori però sono finite le settimane antecedenti alla crisi, quando cioè si sarebbero dovuti prendere quei provvedimenti e quelle scelte che, se adottate in tempo, avrebbero evitato l’emergenza di novembre.
Vi è di più, perché contestualmente alle decisioni che il Cda prenderà in questi giorni, c’è la predisposizione da parte del socio unico di un dossier da trasmettere all’autorità giudiziaria e nel quale faranno parte anche una serie di decisioni prese nel periodo di crisi, senza alcuna autorizzazione da parte del Cda o del socio unico.
Un fascicolo che potrebbe diventare sempre più corposo.
Probabile che il Cda non proceda alla revoca e aspetti che sia lo stesso Iacomelli a decidere il da farsi. Nel frattempo scatterà sicuramente la sospensione cautelativa anche dare modo al direttore generale di replicare ai punti evidenziati (leggi qui).
Oggi pomeriggio nuova “puntata” della guerra.
Rosaria Brancato