Messinaservizi Bene Comune, società nata durante l’amministrazione Accorinti che da marzo 2017 ha preso il posto di Messinambiente, sarà messa in liquidazione e contestualmente verranno avviate le procedure di gara per l’individuazione di gestori privati a cui affidare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in città. Lo ha annunciato ieri pomeriggio il sindaco Cateno De Luca nel corso della concertazione con le organizzazioni sindacali.
Per l’attuale amministrazione si tratta di scelta obbligata dopo la delibera emanata dalla Corte dei Conti (VEDI QUI) ma anche di una soluzione auspicata, visto che il sindaco De Luca non ha mai nascosto né le proprie perplessità in merito alla costituzione di una società fotocopia di Messinambiente, nel frattempo dichiarata fallita, né la volontà di voler coinvolgere i privati nella gestione dei rifiuti.
De Luca ha già stilato un cronoprogramma, che fissa così i prossimi passaggi: il 10 gennaio verrà approvata in giunta la delibera di messa in liquidazione di Messinaservizi; entro il 20 gennaio la suddetta delibera dovrà approdare in Consiglio coumunale; successivamente si procederà all’individuazione del gestore privato tramite Srr.
Nella vicenda Messinaservzi c’è anche il risvolto occupazionale a tenere alta l’attenzione. Dopo la diffusione della notizia relativa al parere della magistratura contabile sulla necessità di applicare la legge Madia, tra i lavoratori di Messinaservizi è emersa una comprensibile preoccupazione per il loro futuro, ma il primo cittadino li ha voluti rassicurare.
Al termine della riunione di ieri con i sindacati ha scritto sulla sua pagina Facebook: «È stato ribadito l’impegno di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali con l’attivazione di altri servizi indispensabili per il decoro e vivibilità urbana».
Un altro post improntato all’ottimismo lo aveva scritto anche venerdì sera: «Desidero tranquillizzare i lavoratori di Messinaservizi sul loro futuro: nessuno perderà il posto di lavoro ed è necessario fare di tutto e di più per raggiungere gli obiettivi prefissati dalle norme che disciplinano la raccolta differenziata».
Tornando all’incontro tra amministrazione e sindacati De Luca fa sapere che il tavolo di concertazione si è concluso positivamente solo a metà. E’ stata infatti trovata l’intesa sul piano finanziario mentre per il piano industriale è stato necessario un rinvio al 7 gennaio. Chissà se la Befana poterà tra i doni l’accordo tra le parti.
DLT
Ecco saltata la seconda rivoluzione dopo quella di Accorinti. Il il costo del personale nella vecchia Messinambiente rappresentare oltre il 70% del totale che la società spendeva per il servizio di raccolta. I risultati pessimi. Adesso mantenere in servizio (a fare cosa poi?) l’intera forza lavoro della vecchia società significa non eliminare di fatto il suo peso economico dalle spalle dei contribuenti, ma piuttosto aggiungerlo al costo dei servizi privati. De Luca sa bene che queste persone votano, esattamente come i 500 sconosciuti dei servizi sociali che presto entreranno a far parte della grande famiglia del Comune. Ricordo che De Luca fece fuoco e fiamme per fermare gli interinali ATM. Questa è una chiara moltiplicazione dei costi.
e quindi che facciamo? li mandiamo tutti a casa? o gli diamo il reddito di cittadinanza.
Cui prodest?