Le risorse per Messinambiente sono insufficienti, c'è un no alla perizia che stabilisce costi e servizi

Le risorse per Messinambiente sono insufficienti, c’è un no alla perizia che stabilisce costi e servizi

Francesca Stornante

Le risorse per Messinambiente sono insufficienti, c’è un no alla perizia che stabilisce costi e servizi

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mercoledì 04 Dicembre 2013 - 01:21

Nel piano finanziario approvato dal Consiglio insieme alle tariffe Tares c'era anche la perizia che definisce costi e servizi per Messinambiente. Il Commissario Di Maria ha accettato l'accordo, il Direttore tecnico della società ha invece messo nero su bianco tutte le sue perplessità.

Archiviata la Tares i messinesi non possono fare altro che attendere il 16 dicembre per toccare con mano quanto costerà questa nuova tassa che di certo non è un gradito regalo di natale. Consiglio comunale e amministrazione, consapevoli della stangata che colpirà famiglie e commercianti, hanno provato a rendere il tributo il più possibile sopportabile soprattutto per chi già vive in condizioni difficili e tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo si troverà a dover pagare l’ultima rata della Tarsu 2012, la prima rata della Tares 2013 e l’Imu che il Governo non ha cancellato per i Comuni che avevano portato al massimo le aliquote. Alle buone intenzioni trasformate in emendamenti al regolamento e alle tariffe adesso però dovranno seguire i fatti concreti. Ecco perché in questi giorni gli uffici del Dipartimento Tributi, diretto da Romolo Dell’acqua, stanno duramente lavorando per mettere a punto criteri e modalità per accedere alle esenzioni previste. Sicuramente ci vorranno parecchi giorni prima di mettere a punto tutto, a garantire che l’attenzione è massima però è stato l’assessore e vicesindaco Guido Signorino.

I cittadini in questi giorni si sono però giustamente chiesti perché Messina abbia una Tares così alta, considerato che non si naviga in un mare di pulito. Eppure il conto sembra semplice: Palazzo Zanca ha appurato che la gestione rifiuti costa 42.009.692 euro, secondo il Piano Finanziario redatto dall’Ato, il totale complessivo si attesta poi a 44.424.677 euro per un serie di “aggiunte” obbligatorie in sede di introduzione della Tares.

Spese e costi sono stati, come ogni anno, dettagliatamente esposti nel piano finanziario allegato alla delibera delle tariffe Tares e per la prima volta è passato al vaglio del Consiglio Comunale. Qualcuno ha anche sollevato parecchi dubbi sulla legittimità di questo piano. Il capogruppo dei Progressisti democratici Daniele Zuccarello ha acceso i riflettori su alcuni passaggi del documento proprio durante la seduta dedicata all’approvazione delle tariffe e promette di non fermarsi qui perché la città deve sapere chi e cosa sta pagando.

Oltre al piano c’è poi la perizia di finanziamento che stabilisce i servizi che Messinambiente deve svolgere, perizia rimodulata al 1 ottobre, quando cioè l’Ato ha cessato ogni sua funzione operativa. La perizia è stata presentata dal Comune, porta in calce la firma del commissario dell’Ato3 Michele Trimboli e del commissario di Messinambiente Armando Di Maria e destina 7.371.354 per i costi dei servizi di igiene ambientale. Prima di accettare la perizia il commissario Di Maria ha però evidenziato che la cifra finale mensile di 2.457.118 euro è già inferiore a quella che a suo tempo era stata concordata con il Comune e che in questo ultimo trimestre dell’anno si devono aggiungere circa di 200mila euro di spesa extra per canone usufrutto mezzi, attrezzature, impianto di selezione. Nonostante ciò però il commissario ha firmato la perizia e dunque accettato l’accordo. In casa Messinambiente però evidentemente non tutti erano d’accordo con questo documento. C’è infatti un parere depositato dal Direttore tecnico Antonino Miloro che si pone in netto contrasto rispetto alla scelta operata dal liquidatore Di Maria. Il direttore manifesta infatti “disaccordo” per il fatto che la perizia sia stata controfirmata senza nessuna osservazione che mettesse in evidenza l’ulteriore aggravamento che provoca all’equilibrio economico-finanziario della società. Miloro segnala anche che la stessa somma di 2.475.118 non basta a coprire i costi per i servizi standard, quindi spezzamento, raccolta, trasporto e discarica, né tantomeno per poter anche far fronte alle continue richieste che esulano il campo di azione che compete a Messinambiente. Un dettaglio non di poco conto se si prende in esame la relazione che solo pochi mesi fa proprio Di Maria consegnava all’amministrazione e che elencava i danni di queste famose perizie che nel tempo hanno sempre ridotto le risorse destinate a Messinambiente (vedi articolo correlato).

Francesca Stornante

5 commenti

  1. ancora questo Miloro? ma non se ne doveva andare in pensione?

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  2. sì… 44.000.000 di euro per vivere nell’immondizia sono pure insufficienti…

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  3. Sono una casta di poltroni privilegiati .

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  4. ma lo spazzamento esiste? a montepiselli capita ogni morte di papa
    quant’è la percentuale di imboscati a messinambiente?

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  5. VIGNETTA SU FACEBOOK:
    “Messina sempre più al buio a causa dei ripetuti furti di rame, ma la giunta Accorinti ha le idee chiare”

    Riunione in consiglio, parla Accorinti, mentre Signorino sta sempre attaccato al cellulare:

    Accorinti < Siamo senza soldi, ma scriverò a Dario Fo per poter utilizzare il cadavere di Franca Rame >

    Signorino (stando sempre al telefono) <.. un momento, Ialacqua ha scoperto che l'anagramma di 'rame' è 'mare' ... quindi possiamo averne quanto ne vogliamo >

    Accorinti < Ottimo lavoro di sinergia Signorino: RICICLEREMO IL MARE >.

    Questo per dire quale fiducia si ha nella competenza di quella che è sempre più un’armata Brancaleone, buona per parate e cerimonie in cui ci si scambiano effusioni ideologiche, con un vicesindaco perennemente al telefonino che vuole risolvere i problemi con un semplice anagramma. Che crede che le risposte da dare ai giornalisti siano come le opzioni del callcenter dell’operatore telefonico.. tanto puoi sempre tornare indietro e cambiarla.
    …Ed un sindaco che si beve tutto quello che gli suggeriscono (mi pare che la Lo Presti parlava di ‘pupazzo’) perché la sua mitomania lo porta a dare priorità allo “slogan carino”- quello con la parola.. carina (in questo caso “riciclare”) – senza neanche porsi il problema se ha un senso … “riciclare il mare”.

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