Il "tritarifiuti" per dimezzare costi e cassonetti: ecco la proposta di Gioveni e dell'Udc

Il “tritarifiuti” per dimezzare costi e cassonetti: ecco la proposta di Gioveni e dell’Udc

Francesca Stornante

Il “tritarifiuti” per dimezzare costi e cassonetti: ecco la proposta di Gioveni e dell’Udc

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venerdì 28 Febbraio 2014 - 16:38

L'utilizzo di questo elettrodomestico è obbligatorio in America, ma in Italia non ha avuto molto successo. I consiglieri Udc citano la legge che ne prevede l'impiego, anche se poi modificata più volte. Ma di che si tratta? Lo hanno spiegato in conferenza stampa.

Come ridurre del 50% la tassa sui rifiuti e far sparire i cassonetti dalle strade messinesi? La risposta l’ha data oggi il consigliere comunale Libero Gioveni che insieme a tutti i colleghi del gruppo Udc ha portato a Palazzo Zanca la soluzione per abbattere i costi eccessivi della gestione rifiuti. Nessuna invenzione, ha precisato Gioveni, solo un sistema nuovo che secondo i consiglieri potrebbe davvero abbattere costi e quantità. “Si tratta di un’apparecchiatura denominata dissipatore alimentare, meglio nota come “tritarifiuti”, un semplice elettrodomestico che viene installato sotto il lavello della cucina e in collegamento con lo scarico. Attraverso una serie di dischi metallici il dissipatore trita tutti gli scarti alimentari (bucce, uova, avanzi di cibo) riducendoli in poltiglia. Facendo poi scorrere l’acqua i rifiuti organici vengono portati via ed eliminati attraverso lo scarico domestico e quindi la fognatura, evitando che finiscano negli abituali e spesso maleodoranti sacchetti che poi gettiamo nei cassonetti”.

Il trituratore è obbligatorio in America e utilizzato in qualche città italiana, ma nel nostro Paese non ha mai preso piede, nonostante sia un apparecchio sul mercato da decenni, come ci raccontano anche tantissimi film americani. Secondo Gioveni dunque basterebbe che i messinesi installassero il trituratore nelle loro case per vedere fin da subito i primi benefici.

Il consigliere ha poi spiegato che la proposta è supportata anche dalla normativa nazionale in tema di rifiuti che non esclude l’utilizzo di apparecchiature di questo tipo. Gioveni ha citato infatti il comma 3 dell’articolo 107 del decreto legislativo 152 del 2006 che stabilisce che “ Non è ammesso lo smaltimento dei rifiuti, anche se triturati, in fognatura, ad eccezione di quelli organici provenienti dagli scarti dell'alimentazione, misti ad acque provenienti da usi civili, trattati mediante l'installazione, preventivamente comunicata all'ente gestore del servizio idrico integrato, di apparecchi dissipatori di rifiuti alimentari che ne riducano la massa in particelle sottili, previa verifica tecnica degli impianti e delle reti da parte del gestore del servizio idrico integrato che è responsabile del corretto funzionamento del sistema”. Quindi, secondo queste norme prese a supporto della proposta anche la legge italiana autorizza l’uso di trituratori, ma a quanto pare è sfuggito un passaggio. Proprio questo articolo è stato infatti più volte modificato e l'attuale testo consente l'utilizzo di tritarifiuti in determinate condizioni. Lo specifica l'articolo 9-quater del decreto legge 172 del 6 novembre 2008 che sostituisce il precedente con questo: “non è ammesso lo smaltimento dei rifiuti, anche se triturati, in fognatura, ad eccezione di quelli organici provenienti dagli scarti dell'alimentazione trattati con apparecchi dissipatori di rifiuti alimentari che ne riducano la massa in particelle sottili, previo accertamento dell'esistenza di un sistema di depurazione da parte dell'ente gestore del servizio idrico integrato, che assicura adeguata informazione al pubblico anche in merito alla planimetria delle zone servite da tali sistemi. L'installazione delle apparecchiature è comunicata da parte del rivenditore al gestore del servizio idrico, che ne controlla la diffusione sul territorio».

Quindi se anche il tritarifiuti potrebbe effettivamente essere un ulteriore sistema per produrre meno immondizia, è anche vero che devono esserci precise condizioni per poterlo installare. In città le domande sorgono spontanee: c’è un sistema di depurazione che lo consente? Le nostre condotte fognarie hanno la capacità di contenere anche l’eventuale carico di poltiglia prodotta potenzialmente da migliaia di utenze? Secondo il gruppo Udc l’Amam dovrebbe fornire delle risposte adeguate, necessarie se davvero si volesse optare per sistemi di questo tipo.

I consiglieri comunque porteranno avanti la loro proposta e porteranno in aula un emendamento al regolamento Tares per inserire la riduzione del 50% della quota variabile della tariffa per “le abitazioni in cui si certifica l’installazione e l’utilizzo di dissipatori alimentari”, riferendosi però al decreto legislativo poi modificato. Il gruppo ha anche intenzione di investire la deputazione nazionale affinché si adoperi per rendere fiscalmente detraibile il costo di questi apparecchi, costo che in media si aggira sui 300 euro.

Francesca Stornante

11 commenti

  1. Una delle principali leggi della fisica recita”nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”. tritare rifiuti e trasformarli in una poltiglia che va nella rete fognaria già abbastanza messa male, non credo sia una soluzione ottimale. Per risolvere il problema dei rifiuti organici bisogna incentivare l’utilizzo di compostiere da giardino ( per chi ha il giardino) e creare centri di compostaggio comunali.

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  2. Il tritarifiuti necessita di tubi di scarico di almeno 15 centimetri di diametro.
    Basta questo per comprendere l’ennesima “sparata” di Gioveni.
    George

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  3. velista anonimo 28 Febbraio 2014 19:28

    una eccellente proposta ….
    gli scarti organici poi migliorano i processi depurativi …
    poi bisognerebbe potenziare il dipartimento tributi
    perché ci sono molti furbi …..
    i box, le cantine sono dichiarati da tutti i cittadini ?
    poi si fanno controlli incrociati e le verifiche ?
    poi il vero problema è spostare i dipendenti dove
    servono ad esempio nel dipartimento tributi
    perché se si abbatte l’evasione il Comune incassa di più’ e così
    può abbassare tali tributi a cominciare dalla Tares ma anche l’IMU o la TASI
    Poi bisogna abbattere il debito dll ‘ATM e privatizzarla …
    tutto questo prima del 2050 …

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  4. Cara Francesca STORNANTE, come le altre giornaliste di TempoStretto sei B R A V I S S I M A, un articolo puntuale, una risposta al mancato approfondimento normativo di Libero Gioveni, di cui bisogna apprezzare l’interesse a ridurre la bolletta dei messinesi. Messina non è un paese, è una città dalle dimensioni metropolitane, produce 124.093 tonnellate di rifiuti l’anno, le strade sono altre e molto piu complesse, purtroppo o per fortuna, quelle tonnellate si possono trasformare in ricchezza.

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  5. Mia figlia in America, durante il suo soggiorno, ha utilizzato questo sistema e si è trovata benissimo!

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  6. L’utente, già fortemente sotto pressione, dovrebbe spendere dei soldi per gettare l’umido nelle fogne, ma che idea è mai questa, l’unica soluzione rapida e sostenibile si chiama compostaggio domestico e collettivo, questo dovrebbe essere incentivato e promosso in città. Nessun costo per il cittadino tanti vantaggi per la collettività.

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  7. liliana parisi 1 Marzo 2014 10:54

    Sono d’accordo.Peraltro gettare rifiuti(sia pure triturati)nei tubi di scarico, facilmente potrebbe otturarli e inoltre aumenterebbe la necessità di depurare gli scarichi fognari per evitare l’inquinamento delle acque

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  8. Abito in America da molti anni e posso attestare che questo sistema funziona benissomo ad eliminate “l’umido”. Anche se il costo dell’apparecchio e installazione costa in circa $300-400.L’altro modo di rudurre costi e’ la raccolta porta a porta il cittadino paga per sacco. Ma sopratutto ci vuole buona volonta’ e la partecipazione dei cittadini.

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  9. Il sig.Gioveni è un genio! Dopo l’acqua calda e l’aria fritta ecco l’ennesimo colpo da maestro…..un vero genio quando si tratta di non far pagare i tributi e illudere la gente di un risparmio effimero. Bisognerebbe dire che la tares dal 1 gennaio 2014 non esiste piu, non è deciso ancora da cosa sarà sostituito il tributo in parola, che il regolamento vigente serve ad introitare i soldi già spesi nel 2013 per messinambiente e quindi la promessa di un risparmio del 50% sulla parte variabile è una presa per i fondelli che l’udc rivolge ai messinesi. Come si faccia parlare i ciarlatani e come i giornali diano spazio alle bugie in salsa messinese è ciò che resta da capire….. cronisti o giornalisti ? Speriamo non giornalai…

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  10. Il fatto è che, in Italia, i tubi di scarico hanno un diametro di 32 o 38 millimetri, che negli USA nemmeno ve li sognate.
    Quell’attrezzo produce una poltiglia che intaserebbe gli scarichi.
    Non siamo in USA, dove tutto è grande.
    George.

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  11. Fantastico,
    ennesima prova dell’intelligenza dei nostri scienziati politici.
    Ma come non ci avevamo pensato in passato?
    Anziché pensare alle fogne a cielo aperto, alle tubazioni fatiscenti, al maledetto incivile che butta nei cassonetti della differenziata di tutto e di più, perché non permettere allo stesso di intasare TUTTO direttamente da casa sua, senza troppa fatica ???
    Ma perché non andate a zappare invece di sparare c+++++ ????

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