La prognosi sulle sue condizioni rimane riservata. Il professionista messinese ieri sera alle 20.30 è volato giù dal balcone di casa al terzo piano di uno stabile in via Giordano Bruno
Sono stazionarie le condizioni dell’avvocato messinese Salvatore Vadalà, 55 anni che alle 20.30 di ieri sera si è lanciato dal balcone al terzo piano della sua abitazione in via Giordano Bruno. Un volo di 15 metri che ha causato la rottura del femore e una ferita alla testa al professionista. Ma quando ieri sera l’uomo è stato soccorso le sue condizioni sembravano disperate. Dopo il suo arrivo al Policlinico invece i medici lo hanno stabilizzato, curando la ferita alla testa e ricomponendo la frattura del femore. I dottori hanno preferito non sciogliere la prognosi sulle condizioni dell’avvocato.
Alla drammatica scena ieri hanno assistito diverse persone. Vadalà ha scavalcato la ringhiera del balcone e si è lanciato nel vuoto impugnando un grosso coltello da cucina. Il corpo è finito pesantemente sul cofano posteriore di una Fiat 500 parcheggiata davanti ad un noto locale di via Giordano Bruno. Proprio la carrozzeria della vettura ha attutito la caduta evitando la morte dell’uomo.
Sul posto sono giunti i Carabinieri ed i Vigili del Fuoco. Questi ultimi hanno trovato la porta d’ingresso bloccata e sono dovuti entrar ein casa dal balcone. Vadalà, infatti, prima di lanciarsi nel vuoto si è barricato in casa sbarrando la porta d’ingresso con un pesante divano ed alcune sedie. Poco dopo nell’abitazione è giunto il sostituto procuratore Antonella Fradà. In casa non sono stati trovati biglietti d’addio ma solo alcune lettere nelle quali il penalista aveva annotato i suoi spostamenti degli ultimi giorni. Nessun cenno invece al tragico gesto di stasera, probabilmente dovuti ad uno stato depressivo accusato ultimamente dall’avvocato Vadalà.