Ecco cosa c'è nella delibera che racchiude il "cambio di passo" che De Luca chiede al consiglio comunale. Tra strategia politica e impegni per l'anno appena iniziato
Ieri il sindaco De Luca ha messo nero su bianco il suo “cambio di passo”. Dopo il fermento di questi primi giorni dell’anno, le dirette Facebook, la lunga lettera recapitata ai consiglieri comunali, l’intergruppo, i botta e risposta, gli imbarazzi e qualche divorzio politico, De Luca ha tirato le sue somme. Sta aspettando ancora che si definiscano alcuni ragionamenti soprattutto in casa Pd e con i gemelli diversi di LiberaMe. Ma, come lui stesso ha dichiarato, tutto è compiuto. Ed è nelle 27 pagine confezionate e inviate al consiglio comunale che adesso sarà chiamato a decidere come andare avanti.
Alla ricerca di una maggioranza
De Luca vuole una maggioranza chiara e su cui poter contare. Il voto su questo atto sarà lo specchio della volontà di ogni singolo consigliere comunale. Il no unanime era stato sull’intergruppo. Ma De Luca lo ha messo da parte in men che non si dica, abdicando a quella “cabina di regia” di cui aveva parlato Sicilia Futura. Che significa tutto e niente, perché di certo non costringerà nessuno a far parte di un gruppo che si riferisce espressamente al sindaco, ma comunque nelle intenzioni di De Luca sarà quell’organismo di consiglieri che dialogheranno con l’amministrazione per far sì che in aula fili tutto liscio. Senza colpi di scena e sorprese.
Quindi cabina di regia. E immediatamente dopo due fronti che impegnano l’aula su un doppio binario. Ancora una volta De Luca chiede nuove modifiche del regolamento del consiglio comunale. E poi elenca tutte le delibere che il consiglio dovrebbe votare nel 2020.
Cambiare il regolamento dell’aula
Sulle modifiche del regolamento già si preannunciano battaglie. In realtà quasi tutti i “pezzi” dell’aula si sono dichiarati a favore di nuove modifiche che vadano nella direzione del lavoro costante e responsabile. Ma proprio questo consiglio aveva già modificato il suo regolamento. Un anno fa per la prima volta era stato definito il concetto di effettiva partecipazione ai fini della corresponsione del gettone di presenza. Le modifiche erano state prima motivo di scontro durissimo tra aula e sindaco, erano state la causa di una delle prime minacce di dimissioni del sindaco. L’aula però aveva risposto compatta e in men che non si dica si era data delle nuove regole, soprattutto fissando in 40 minuti il limite sotto il quale non si può aver diritto al gettone o agli oneri riflessi.
Al sindaco però questo non basta più. «Abbiamo fatto un report su tutte le votazioni avvenute, contando presenze all’inizio, presenze al momento del voto, astenuti, defezioni che sembrano strategiche, assenze che si ripetono sempre uguali. I numeri parlano chiaro. E non sono più disposto ad accettare certi comportamenti». Insomma, De Luca prende in mano la bacchetta da vecchio maestro e ammonisce un’aula consiliare che in realtà non sembra aver trasgredito nessuna regola, ma che per il sindaco non tiene un comportamento consono e responsabile di fronte agli atti e alle decisioni che si prendono in consiglio.
Di fatto la modifica più importante che chiede De Luca prevede che i consiglieri che siano assenti al momento del voto o che non abbiano partecipato ai ¾ della seduta (quindi addio ai 40 minuti) non hanno diritto a percepire alcuna indennità di presenza. Lo stesso deve valere per le sedute di commissione. Niente gettone, dunque, e niente oneri riflessi per i lavoratori dipendenti.
Gli astensionisti
Altro cavallo di battaglie di queste ultime settimane è stato il voto di astensione. Anche su questo punto De Luca vuole una modifica sostanziale: eliminare l’interpretazione del voto di astensione come assimilabile al voto contrario. Ci si può astenere, ma quel voto serve solo per il conteggio del quorum. Chi non è d’accordo con una delibera e vuole bocciarla deve votare non favorevole e deve di conseguenza motivare il voto.
Per De Luca la modifica del regolamento è il punto da cui partire. Non a caso è tra le delibere evidenziate in rosso e previste per il mese di gennaio. Perché il “cambio di passo” contiene anche un cronoprogramma di delibere che il consiglio dovrà esaminare e votare mese per mese per l’intero 2020. Ognuna è evidenziata di colore diverso: in rosso quelle urgenti, in verde quelle “opportune”, in giallo quelle di completamento del SalvaMessina e dunque necessarie per il risanamento economico-finanziario, in fucsia quelle di pianificazione strategica.
La carica delle 101 delibere
Giusto per fare qualche esempio vediamo questi primi mesi dell’anno. Per Gennaio le delibere che De Luca cerchia in rosso sono appunto quella per la modifica del regolamento del consiglio, ma anche la revisione degli ambiti di risanamento, l’istituzione dell’albo degli ispettori ambientali e la costituzione del gruppo comunale di volontariato. In giallo a gennaio torna ancora Taoarte, debiti fuori bilancio e debiti fuori bilancio di partecipate come Amam o Atm.
A febbraio priorità massima ai bilanci di previsione di partecipate e aziende speciali e aggiornmento dei contratti di servizio. A marzo De Luca mette il bilancio consuntivo 2019, il Piano Generale del Traffico, il piano Tari.
Si va avanti così, fino a dicembre. Giugno sembra destinato ad essere un mese clou, più soft luglio, agosto e settembre, ma con impegni ben precisi e cadenzati.
Questo è il quadro che si troveranno tra la mani i consiglieri comunali. Il sindaco assicura che è tutto modificabile, il dibattito dimostrerà quanto potranno effettivamente incidere gli esponenti dell’aula. Si parte da qui, con una delibera di carattere fortemente politico perché rappresenta la base di quella maggioranza che il sindaco adesso vuole per andare avanti. In teoria non sarebbe neanche necessaria perché ognuno degli atti chiesti potrebbe essere valutato ed esaminato volta per volta. Ma la strategia politica del sindaco è proprio qui, il cambio di passo è prima di tutto politico. Soprattutto per chi siede in consiglio comunale.