Riccardo Ravidà era nella sua auto, anche questa danneggiata dalle fiamme. Nessuna pista è esclusa, dal corto circuito all'omicidio
MESSINA – Saranno gli accertamenti a chiarire com’è morto Riccardo Ravidà, trovato carbonizzato in auto, nella notte tra ieri e oggi, a Fiumedinisi. Il sostituto procuratore Giulia Falchi ha in mano il caso ed al momento sono in corso le prime verifiche. Tutte le ipotesi sono aperte, dall’omicidio al corto circuito in auto. Il giovane pastore di Mandanici, che ha precedenti, doveva rientrare in carcere per la notte ma non si è presentato a Gazzi.
Di lì la segnalazione ai Carabinieri che hanno perlustrato la zona intorno alla sua abitazione. E’ così che è stata trovata l’auto, in contrada Ferreri, in parte danneggiata dalle fiamme, e il corpo carbonizzato del trentaquattrenne dentro.
A lavoro gli uomini della Scientifica per capire cosa è accaduto e rilevare eventuali tracce. Il primo esame del cadavere rivela alcuni segni che meritano approfondimento medico legale, che fanno pensare a ferite da arma da fuoco, ma non è escluso che siano state proprio le fiamme scaturite da un guasto a costargli la vita.