Giallo di Giostra, dall'autopsia chiarezza sui tanti elementi che non tornano

Giallo di Giostra, dall’autopsia chiarezza sui tanti elementi che non tornano

Alessandra Serio

Giallo di Giostra, dall’autopsia chiarezza sui tanti elementi che non tornano

mercoledì 05 Giugno 2024 - 07:01

Oggi l'esame medico legale, l'indagine in cerca di risposte sui tanti buchi neri nei racconti dei testimoni. Com'è morto davvero Michele Lanfranchi?

Messina – E’ oggi il giorno fissato per l’autopsia sul corpo di Michele Lanfranchi, il 19enne ucciso da un colpo di pistola a Giostra domenica notte. La Procura ha affidato l’incarico al dottore Letterio Visalli che stamane al Papardo esaminerà i resti del giovane, verificherà se effettivamente ci sono i segni di un solo colpo di pistola o altre tracce di spari o violenze, confermerà o meno che si tratta di un colpo di pistola 7.65, quella trovata ancora in pugno a Michele, quando sono arrivati i soccorsi e gli investigatori.

Le indagini

L’esame medico legale offrirà poi il sostegno alla perizia balistica che dovrà aiutare a chiarire il punto principale: la traiettoria del proiettile mortale è compatibile con l’ipotesi, raccontata dai testimoni, che la pistola ha sparato mentre era in mano a Michele stesso? Sono questi i punti principali da cui partono le indagini della sostituta Liliana Todaro, a lavoro sotto le indicazioni dell’aggiunto Vito Di Giorgio e del capo della Procura, Antonino D’Amato. La magistrata in queste ore sta raccogliendo gli altri accertamenti compiuti dalla Squadra Mobile di Messina, che continua ad ascoltare testimoni da quell’alba di domenica, in attesa dei risultati degli esami stub effettuati sulle persone presenti alla scena.

Al vaglio la vita del 19enne

Tra questi, anche una ragazza con la quale Michele aveva uno stretto rapporto, hanno raccontato i testimoni, legata al proprietario dell’appartamento, il quarantenne Giovanni Laganà, allo stato indagato per omicidio. L’uomo è difeso dall’avvocato Salvatore Silvestro, mentre la famiglia di Michele si è affidata all’avvocato Giuseppe Bonavita.

Che voleva farci con la pistola?

Il diciannovenne aveva alle spalle qualche piccolo precedente, il furto di due motorini, e l’inchiesta mira anche a stabilire che cosa ci facesse e come si era procurato la pistola calibro 7.65 che aveva in mano quella notte e che, raccontano i testimoni, aveva maneggiato sotto gli occhi dei presenti, solo “per gioco”.

Il colpo è partito dentro o fuori l’appartamento?

Gli investigatori si aspettano qualche indicazione in più, infine, anche dagli esami della Scientifica effettuati fuori e dentro l’appartamento. I testimoni raccontano infatti che tutto è accaduto all’interno e che Michele è stato spostato all’esterno mentre sanguinava, in attesa dei soccorsi, in attimi di panico e concitazione. Ma tutte le tracce, il sangue a fiotti, il corpo del ragazzo, lo stesso bossolo del colpo esploso, sono stati rinvenuti dalla Polizia all’esterno dello stabile di via Michelangelo Rizzo.

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