Domani l'udienza preliminare per la coppia accusata del delitto. Al vaglio anche la posizione del "terzo uomo"
E’ domani il giorno del vaglio preliminare per l'inchiesta sull'omicidio di Roberto Scipilliti, il vigile del fuoco di Roccalumera ritrovato cadavere la sera dell’8 gennaio scorso.
Venerdì mattina infatti il Gup Finocchiaro aprirà l'udienza preliminare per Fabrizio Ceccio e Fortunata Caminiti, accusati del delitto. Tra gli indagati anche il santateresino di 41 anni Letterio Scionti, indiziato di favoreggiamento.
Scipilliti, 55 anni, mancava da casa da 3 giorni. La sua auto fu ritrovata nell’immediato, chiusa a chiave, in centro. Il suo corpo, invece, rinvenuto circa 3 giorni dopo senza vita, pancia in giù, in una campagna.
La neve ne aveva tumefatto i tratti ma l’autopsia trovò il foro di proiettile in viso e le indagini puntarono verso la coppia Ceccio-Caminiti, che il sedici gennaio erano stati fermati dai carabinieri perché l’uomo era latitante da settimane. Nell’auto la coppia trasportava armi.
Interrogato alla presenza del difensore, l'avvocato Salvatore Silvestro, Ceccio ha scagionato la compagna, assumendosi tutta la responsabilità del trasporto delle due pistole con matricole abrase e colpo in canna.
La coppia era stata intercettata ai traghetti all’atto di sbarcare in Sicilia, provenienti dalla Toscana.
Qui Ceccio mancava all’appello da settimane, malgrado dovesse scontare una condanna per fatti vecchi, un giro di truffe relative a veicoli ricettati. Gli accertamenti hanno inchiodato subito i due all’omicidio del vigile del fuoco. Ancora poco chiaro il movente preciso e e soprattutto perché Ceccio, dopo essersi allontanato dalla Sicilia in seguito al delitto, ha deciso di farvi ritorno, carico di armi.